I cittadini italiani hanno un valore in termini economici definito in base alla loro capacità di generare reddito e questo dato viene definito ‘capitale umano’.
A calcolarlo per la prima volta in Italia è stato l’Istat: secondo l’Istituto, ogni cittadino italiano è in grado di generare un capitale imano pari a 342.000 euro.
Quindi, in termini economici ogni cittadino del Belpaese vale meno di 350 mila euro, ma va sottolineato che questo valore è stato definito attraverso una media i cui estremi sono costituiti dal capitale umano generato dagli uomini e di quello delle donne, per questa seconda categoria l’Istat precisa che il capitale umano pro capite arriva a soli 231.000 euro.
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La differenza è dovuta principalmente alla minor quantità di ore lavorative attribuibile mediamente alle donne che però, se sommata a quelle che le donne svolgono al di fuori del luogo di lavoro, ovvero in casa nei lavori domestici, dà un risultato completamente diverso che vede il gentil sesso capace di generare un capitale umano di 431.000 euro, il 12,3% più alto rispetto a quello degli uomini.
Le differenze nel capitale umano che gli italiani sono in grado di generare dipendono non solo dal sesso, ma anche dall’età: motivo per cui il capitale umano dei giovani supera i 556mila euro, mentre quello della fascia di età tra i 35 e i 54 anni si attesta a 293.000 mila, per poi abbassarsi vertiginosamente fino a 46.000 euro per , contro i lavoratori tra 55 e 64 anni.