L’Italia, la Spagna, in fondo queste sono situazioni gestibili se paragonate a quello che sta succedendo ad esempio a Cipro dove il paese, per diverse settimane, è stato in tensione nell’incertezza dell’erogazione degli aiuti europei.
Adesso il via libera è arrivato dai Ministri delle Finanze degli Stati membri dell’Unione che hanno trovato un accordo sul salvataggio cipriota. Che l’Isola-Stato fosse da salvare era praticamente fuori dubbio. Il problema restava nella scelta dell’entità del finanziamento e soprattutto nella capacità dell’UE di contribuire al salvataggio.
►Che strumenti sono i conti deposito
Alla fine è stato stabilito che per salvare Cipro servono 10 miliardi di euro. Una cifra portata davanti alle telecamere come un’indiscrezione sulla quantità massima di soldi da erogati dall’UE a Nicosia che, da parte sua, aveva chiesto un fondo di almeno 17,5 miliardi di euro. Il FMI internazionale, in questa storia, entrerà partecipando al finanziamento con 1 miliardi di euro.
Oltre ai soldi è stato studiato un piano d’assistenza, una strategia per recuperare soldi dalle risorse di Cipro, nota come un luogo in cui molti vanno a depositare il denaro da investire. Proprio per questo si è pensato di emanare un tassa che vada a colpire i depositi bancari negli istituti di credito ciprioti, tassati al 9,9 per cento. Una ritenuta alla fonte che ridurrà gli interessi ma contribuirà a rimettere in piedi i forzieri del paese.