A seguito di quella del patto che raccoglie oltre il 38% del capitale, anche Urbano Cairo ha consegnato una personale lista per il nuovo consiglio di amministrazione del gruppo Rcs, il quale dovrà essere votato dall’assemblea dei soci del 23 aprile.
Fonti finanziarie confermano dunque le attese in merito al rinnovo del consiglio amministrazione della casa editrici, tra le altre cose, delCorriere della Sera. Cairo, che è azionista di Rcs attraverso U.T. Communications al 4,616% (è recentemente salito, come annunciato oggi da lui stesso), potrebbe anche raggruppare attorno alla sua lista anche il voto della famiglia Rotelli che detiene il 2,74%. C’è poi anche la lista Assogestioni che è accredita del 15-16% cui potrebbe aggiungersi l’8% di Invesco oltre ai fondi che hanno almeno il 3,2% del capitale. Se così fosse, per la lista Cairo non ci sarebbero chance di entrare nel board.
Secondo quanto ricostruisce Repubblica in edicola, la lista dell’editore de La7 prevede i nomi di Stefano Simontacchi dello studio legale Erede, Marco Pompignoli, amministratore delegato di Cairo Communications, e Stefania Petruccioli, consigliere De’ Longhi. Ma le attenzioni verso Rcs sono anche di altro tipo: ci sono dubbi su una possibile Opa obbligatoria, qualora la Consob trovasse riscontro a quanto detto ieri da Giovanni Bazoli, secondo cui la loro adesione al nuovo patto che detiene il 38%, era condizionata anche al nomina del nuovo direttore del Corriere della Sera. Tale decisione spetterebbe infatti al cda, se invece i soci nell’accordo hanno incluso anche le nomine, il patto cambierebbe natura, obbligando all’Opa.
Sul punto ha rilasciato dichiarazioni difensive John Elkann, presidente di Fca: “La scelta del direttore è materia del cda, gli azionisti non sono né coinvolti né responsabili. Noi non ne abbiamo mai parlato”.