Duro il botta e risposta che c’è stato tra il premier Matteo Renzi e il capogruppo del Partito Popolare Europeo, il tedesco Manfred Weber. “Saremo felici di fare del nostro semestre un’occasione di discussione ma chi brandisce l’arma del pregiudizio sull’Italia sbaglia, è un atteggiamento da respingere al mittente.Non accettiamo lezioni di morale da nessuno: è vero che l’Italia ha un debito molto alto, ma è anche vero che ha una ricchezza privata quattro volte superiore”, ha detto Renzi. Poi ha aggiunto: “Se Weber parlava a nome della Germania, gli ricordo che proprio in questa sala, nella scorsa presidenza italiana, ci fu un Paese cui non solo fu concessa flessibilità ma anche di violare i limiti ed essere oggi un Paese che cresce”.
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Dopo il discorso di Renzi era di fatto sopraggiunto l’attacco di Weber contro la “flessibilità” durante il suo intervento in aula. “I debiti non creano futuro, lo distruggono”, ha detto ribadendo che “dobbiamo continuare” sulla linea del rigore. Quando Renzi ha lasciato il Parlamento Europeo per far ritorno a Roma sul tema è entrato a gamba tesa il capogruppo dei socialisti europei Gianni Pittella: “Se cade il punto della flessibilità non c’è il compromesso e cade l’accordo su Jean-Claude Juncker” come prossimo presidente della Commissione europea.
Pittella definisce l’attacco del capogruppo Ppe Weber “una mossa sbagliata” ed “un passo falso” che “se fosse confermato metterebbe a rischio la collaborazione” tra Ppe e S&D.
Il capogruppo dei liberaldemocratici Guy Verhofstadt, nel dibattito sul semestre di presidenza italiana dell’Ue, ha dato invece il benvenuto a Renzi e alle novità che il presidente del Consiglio porta con sé.