Se ci sono due indicatori per il riconoscimento dell’entità della crisi economica, sono sicuramente la salute del mercato immobiliare e la salute del settore bancario. Se si comprano immobili, infatti, è facile che i cittadini abbiano ancora un po’ di liquidità a disposizione, se chiedono mutui, vuol dire anche che il settore bancario avrà clienti e profitti.
Una conseguenza che potremmo considerare logica e ci alza la palla per schiacciare un approfondimento sul settore immobiliare.
Le compravendite nei primi nove mesi dell’anno 2012 sono risultate in calo del 23,9 per cento. L’effetto immediato è stato un calo dei posti di lavoro nel settore edilizio, l’Ance parla addirittura di 360 mila posti di lavoro persi nel 2012 con prospettive poco entusiasmanti per il 2013.
L’anno prossimo, infatti, ci potrebbe essere un ulteriore calo degli investimenti nel settore immobiliare, pari al 3,8 per cento. A causare questo scenario critico, nel nostro paese, potrebbero esserci la reintroduzione dell’IMU che scoraggia l’investimento nel mattone e la stretta creditizia sui mutui che non mette sicuramente dell’olio negli ingranaggi che disciplinano il legate tra famiglie e banche.
Eppure i prezzi delle case stanno calando e questo particolare dovrebbe far intendere la convenienza del momento. Gli analisti, considerata anche la domanda di case, ritengono improbabile una nuova bolla speculativa.