Quando è dovuta la ricostituzione della pensione? Come si ottiene? Ci sono dei tempi da rispettare per fare la richiesta e in che casi è opportuno servirsi di questo istituto? Una breve guida per i pensionati che vogliono effettuare il ricalcolo dell’assegno pensionistico.
Quando è dovuta la ricostituzione della pensione? Quando si deve accreditare una nuova tranche di contribuzione che non era stata valutata in prima liquidazione, quando bisogna escludere dei contributi già valutati nella prima liquidazione oppure, più semplicemente, quando bisogna effettuare una modifica del valore retributivo o contributivo già considerato in prima liquidazione.
Se per esempio in origine non erano stati considerati i contributi legati alle ricongiunzioni, oppure nel tempo c’è stata una variazione del reddito oppure ancora è variata la percentuale d’invalidità riconosciuta, il pensionato può effettuare la ricostituzione della pensione e ricalcolare l’assegno.
La ricostituzione della pensione è una variazione dell’importo dell’assegno determinata dal fatto che vengono accreditati nuovi contributi in data successiva a quella della decorrenza originaria. In pratica, è un ricalcolo della pensione che interviene nel caso in cui intervengano cambiamenti sui contributi versati che hanno effetto sul calcolo dell’assegno.
Come si ottiene
La ricostituzione della pensione può avvenire su domanda del benficiario, utilizzando l’apposito modulo dipsonibile sul sito dell’INPS, oppure d’ufficio. È importante sottolineare che in entrambi i casi (contribuzione accreditabile su domanda oppure d’ufficio), non ci sono termini di scadenza: la pensione è sempre riliquidata a partire dalla decorrenza originaria. Restano i limiti di prescrizione decennale (per il riconoscimento degli arretrati, non per il calcolo dei ratei che si effettua dall’inizio della pensione).