Per chi ha capitali all’estero detenuti illecitamente è prevista fino al 30 settembre 2016 l’adesione al nuovo regime della “collaborazione volontaria”. È quanto previsto dalla bozza dell’emendamento alla legge di Stabilità.
La voluntary disclosure italiana, si rifà alla bozza adottata dagli Stati Uniti nel 2008 e presume sconti sulle sanzioni, oltre che un regime di favore sul piano penale. Il governo stabilisce però un limite preciso: “La collaborazione volontaria non è ammessa se la richiesta è presentata dopo che l’autore della violazione […] abbia avuto formale conoscenza di accessi, ispezioni, verifiche o dell’inizio di qualunque attività di accertamento amministrativo o di procedimenti penali”.
Il contribuente è tenuto a “versare in un’unica soluzione le somme dovute” entro i termini di 60 giorni o entro venti giorni dalla presentazione dell’atto di accertamento con adesione, sennò cadranno tutti i benefici della voluntary disclosure. Chi certifica il falso rischia una pena fino a un anno di carcere.
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L’evasore dovrà dare all’amministrazione fiscale la documentazione e le informazioni necessarie “per la ricostruzione dei redditi” e “per tutti i periodi di imposta per i quali, alla data di presentazione della richiesta, non sono scaduti i termini per l’accertamento o la contestazione”.
Chi accetta non rischierà di vedersi confutare i reati penali di omessa dichiarazione o dichiarazione infedele. Fondamentale il passo che disciplina le sanzioni per la violazione dell’obbligo di dichiarazione, il quadro Rw. L’emendamento diminuisce alla “metà del minimo edittale”, cioè all’1,5% dell’importo non dichiarato, la multa per chi ha trasferito capitali in Stati “che consentono un effettivo scambio di informazioni”.