Il sistema pensionistico italiano deve essere riformato e la direzione del cambiamento ha voglia di imprimerla proprio il presidente dell’istituto di previdenza. Tito Boeri parla di una riforma in 5 punti che può essere considerata provvidenziale per l’Italia.
Flessibilità sostenibile, una rete di protezione sociale dai 55 anni in su, unificazione delle posizioni assicurative (con la fine delle ricongiunzioni onerose), armonizzazione dei tassi di rendimento e nuove opportunità di versamenti.
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Questi i punti che secondo Boeri dovrebbero guidare la riforma delle pensioni. Una bozza della riforma e del documento inerente è già stata sottoposta all’esecutivo ma non in tutti i suoi elementi puntuali perché l’Istituto di previdenza non ha intenzione di sovrapporsi a Parlamento e Governo.
Sotto il profilo squisitamente economico, come spiega bene anche l’Huffington Post,
l’assegno pensionistico sarà più basso per chi lo incassa prima. Le proposte presentate in Parlamento, ha osservato Boeri, vanno “riesumando meccanismi propri delle pensioni di anzianità, storicamente lo schema più insostenibile della nostra previdenza pubblica”.
Il presidente dell’istituto ha inoltre sottolineato che nella sua iniziativa “non c’è alcuna violazione di procedure e ancor meno vulnus della nostra democrazia” ma è stato messo “a frutto il capitale umano e le banche dati di cui dispone.
L’Inps intanto presenta una relazione non entusiasmante sui suoi conti. Esiste un rosso di 13 miliardi di euro che fa vacillare l’idea della sostenibilità finanziaria del sistema. Se la sicurezza sociale sarà al centro del discorso del governo, allora le pensioni degli italiani non saranno a rischio.