Più che una questione economica, la riforma delle pensioni è una questione politica. Non stupisce allora che dopo aver riempito le pagine dei giornali di articoli legati all’opzione donna, alla pensione futura e a quella anticipata, s’inizi ad offrire una panoramica sul modo di concepire l’avvenire pensionistico del Paese. Ecco cosa dice la Polverini.
Renata Polverini è intervenuta sul delicato tema della riforma pensioni sulla quale il governo spera di arrivare ad una conclusione entro l’anno. La Polverini ha depositato allora un disegno di legge che affronta di petto il problema della flessibilità in uscita.
Questo punto rischia di slittare nella trattazione all’anno prossimo così che le congetture aumentano e la situazione si complica. Non è un caso che si parli di prestito pensionistico erogato alle aziende, si assegni pensionistici alleggeriti dalla riforma, di uscita anticipata a 63 anni e 7 mesi con 35 ani di contributi e una penalizzazione del 4% per ogni anno di anticipo fino ad un massimo di 12% di decurtazione.
Tra il pensare alla riforma e il proporla c’è sempre di mezzo la valutazione dei costi della manovra. La riforma delle pensioni potrebbe passare in secondo piano rispetto all’abolizione della TASI e alla riduzione dell’IRES alle imprese. Quali sono allora i punti cardine della proposta Polverini?
- Possibile il pensionamento con 35 anni di contributi e almeno 62 anni di età legati all’importo dell’assegno pensionistico che deve essere almeno 1,5 volte quello dell’assegno sociale.
- Posti i 66 anni come valore neutro si applicano penalizzazioni e premi che vanno dal -8% al +8% con un taglio del 2% per ogni anno di anticipo e una premialità del 2% per ogni anno di ritardo.
- La percentuale di riduzione è ridotta in base agli anni di contributi versati e si annulla a 40 anni di contributi rendendo l’assegno pensionistico pieno indipendentemente dagli anni di anticipo rispetto ai 66 anni
- Benefici previdenziali per i lavoratori che svolgono o hanno svolto lavori di assistenza familiare: sono previsti 3 mesi di anticipo sulla pensione per ogni anno prestato alla cura e l’assistenza familiare e i contributi necessari per l’accesso alla pensione anticipata scendono a 30 anni.
- 2 mesi di contribuzione figurativa versati ogni anno di contribuzione effettiva e, per i soli genitori, una contribuzione figurativa di 1 anno ogni 5 anni si assistenza prestata
- Per le lavoratrici madri è previsto, inoltre, un anno di anticipo sull’età pensionabile per ogni figlio, fino ad un massimo di 5.