Per la riforma pensioni il problema effettivo del governo ormai sembra essere esplicito e si traduce nella mancanza di soldi, che non permette al governo di mettere in pratica le promesse fatte in questi mesi, a iniziare dall’uscita anticipata senza penalizzazioni, all’opzione donna, alla pensione all’insegna della flessibilità, ed all’emendamento sulla quota 96.
Questo è un punto fondamentale su cui si stanno cercando delle soluzioni: infatti, l’emendamento della “Quota 96” avrebbe dovuto permettere ai dipendenti delle scuole (circa 4mila) di andare finalmente in pensione dopo il blocco della riforma Fornero.
I famosi quota 96 (che consiste nella somma dell’età anagrafica e dei contributi) pur avendo i requisiti non hanno potuto raggiungere la pensione restando bloccati. Il governo aveva assicurato che anche per loro ci sarebbero state delle soluzioni, ma l’emendamento soppressivo annunciato dal ministro Madia ha del tutto spento le speranze: la soluzione per questa categoria di lavoratori, però, potrebbe arrivare a settembre, anche se non è ancora chiaro in che modo.
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Il Mef, dopo aver steso il bilancio negativo, ha pensato una eventuale strada da percorrere, strada però da considerarsi rischiosa e ricoperta di problemi: secondo il Mef, per procurarsi i fondi necessari anche sull’opzione donna (per la quale ci si aspettava una soluzione più aperta da parte del governo) potrebbe essere produttivo effettuare un taglio sulle pensioni d’oro.
Ad oggi, però, le novità ed ultime notizie sulla riforma pensioni non sono incoraggianti: si aspetta la legge di stabilità, nel 2014, per avere tutte le risposte che si sperano.