Lo scorso 1° gennaio 2013 è entrata in vigore anche in Italia una normativa europea che aveva lo scopo di evitare i ritardi dei pagamenti tra le imprese e tra queste e la pubblica amministrazione. A più di 15 mesi dall’entrata in vigore della disciplina, però, la situazione non sembra essere assolutamente cambiata.
Lo sostiene un’indagine effettuata dal CNA su 300 imprese artigiane presenti sul territorio nazionale, dalla quale è emerso che solo una piccola percentuale (il 17%) ha visto rispettare i termini stabiliti con i clienti per i pagamenti.
Dall’indagine emerge inoltre che è la pubblica amministrazione ad accumulare maggior ritardo nei pagamenti alle imprese e alle aziende, seguita dalle imprese non commerciali (20% dei pagamenti in ritardo) e da quelle commerciali (14%).
La maggior parte delle imprese subisce un ritardo nei pagamenti che va dai 31 ai 60 giorni (il 22% delle imprese analizzate), il 20% tra gli 11 e i 30 giorni, il 19% tra i 60 e i 90, il 12% meno di dieci giorni e la restante parte delle imprese ha visto pagate le fatture emesse dopo più di 180 giorni.
Questo accade in Italia nonostante la disciplina europea recepita anche in Italia preveda un termine massimo di 30 giorni dall’emissione della fattura. Unica deroga concessa ai 30 giorni è per le imprese sanitarie.
Nonostante la legge preveda la possibilità di applicare delle more per i pagamenti in ritardo, la maggior parte delle imprese, soprattutto quelle artigiane, ha paura di applicarle in quanto teme la perdita del cliente.
L’indagine del CNA mette poi in evidenza anche un altro fenomeno: il pagamento frazionato delle fatture già emesse che riguarda bel il 58% delle aziende prese in esame.