In molti, oggi, avranno notato che gli operatori dei call center di aziende e società non rispondono. Il motivo? Sono stati in piazza ad aderire allo sciopero nazionale proclamato dai sindacati di categoria.
Uno sciopero che ha avuto un’altissima affluenza e che è stato così commentato dal segretario nazionale della Slc Cgil Michele Azzola:
Stiamo registrando un’adesione mai vista in tanti anni, quasi totale e con punte mai viste in alcune realtà fino ad ora. I lavoratori hanno risposto positivamente e chiedono al governo di intervenire nella vertenza sul settore. Le richieste di sindacati e lavoratori sono precise: Lo Stato italiano ha recepito male una direttiva europea che tutela i lavoratori nei casi di cambi d’appalto. Negli altri paesi europei, se il committente cambia il fornitore di un servizio, i lavoratori del precedente fornitore devono essere tutelati. Chiediamo al governo di dare risposte sulla situazione dei call center anche alla luce dei 6mila licenziamenti in corso. Dopo la prima manifestazione di protesta del 4 giugno non ci sia stata nessuna risposta da parte del governo, nè in particolare da parte dei sottosegretari allo sviluppo economico claudio de vincenti e del sottosegretario al lavoro teresa bellanova. E intanto la situazione del settore si è aggravata con 6mila licenziamenti in corso.
Quali sono dunque le richieste dei sindacati di settore? In primo luogo la regolamentazione delle gare al massimo ribasso, l’applicazione corretta del 24bis della legge Fornero contro le delocalizzazioni, l’espansione delle tutele previste per le cessioni di ramo d’azienda ai cambi di appalto per i call center. Questo nuovo sciopero è destinato a conferire più forza e determinazione a queste richieste.