Difficile che si presentino i problemi dello scorso anno, tuttavia il matedì nero delle tasse sulla casa rimane un giorno da evidenziare sul calendario (e sul portafoglio) degli italiani.
Il 16 giugno prossimo, 19,7 milioni di proprietari di prima casa e 25 milioni di proprietari di altri immobili saranno chiamati a versare rispettivamente l’acconto della Tasi, la tassa sui servizi indivisibili dei Comuni quali illuminazione e manutenzione stradale, e la prima rata dell’Imu.
Non ci saranno le incertezze viste nel 2014, quando determinare chi e quanto avrebbe dovuto pagare fu un rebus. Nei Comuni dove non è stata ancora pubblicata la delibera con l’aggiornamento delle aliquote si pagherà il 50% del conto dell’intero 2014. Questo vale, ovviamente, se non ci sono state variazioni del proprio patrimonio immobiliare (compravendite o eredità, ad esempio). Nel caso dell’abitazione, la base imponibile si determina dunque rivalutando la rendita catastale del 5% e moltiplicandola per un coefficiente di 160. A quel punto, si applica l’aliquota del 2014 e si divide il dovuto per due.
Resta valida, per il contribuente, la possibilità di pagare di meno: se l’Ente di riferimento ha deliberato condizioni più favorevoli dell’anno scorso (il database del Dipartimento delle Finanze censisce alla fine di maggio un migliaio di delibere Tasi), si può effettuare il versamento con i parametri aggiornati. Se si versa invece con i ‘vecchi’ parametri non si sbaglia, e le compensazioni verranno rimandate al tradizionale saldo del 16 dicembre, in base alle delibere che dovranno esser pubblicate entro il 28 ottobre.
In ogni caso, secondo quanto calcolato dal Servizio Politiche Territoriali della Uil, il conto di giugno dei due balzelli sarà di circa 12 miliardi di euro, ripartiti tra 9,7 miliardi di Imu e 2,3 miliardi di Tasi (1,8 miliardi sulla prima casa). L’acconto medio della Tasi sarà di 90 euro (quindi 180 il totale), per l’Imu sulle seconde case si sale invece a 433 euro (866 euro, il doppio, il totale).