Nuova stangata in arrivo per le famiglie italiane grazie all’introduzione della Tares (Tassa rifiuti e servizi) che avrà un valore di circa 305 euro con un aumento del 35,4% rispetto al 2012, quando per la vecchia Tarsu/Tia furono pagati 225 euro.
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Da uno studio della Uil sui capoluoghi di provincia, la Tares porterà nelle casse pubbliche 9,9 miliardi, con un aumento annuo del 30,3%, di cui 1,2 miliardi per pagare i servizi indivisibili dei Comuni. Lo Spi-Cgil ha reso noto lo studio effettuato con l’Ipsos, secondo cui il 46,2% dei pensionati italiani stenta ad arrivare alla fine del mese essendo costretto a rimandare pagamenti, ad intaccare i propri risparmi, a chiedere prestiti e aiuti ad altri. Il 24,3% invece ci arriva senza grandi difficoltà ma spende quasi tutto quello che prende di pensione mentre il 29,5% non solo ci arriva ma riesce anche a risparmiare.
Lo studio del sindacato della Uil, attesta inoltre che su 90 città che hanno pubblicato tutte le tariffe della Tares sui siti internet dei vari Comuni, 89 hanno utilizzato aumenti, mentre soltanto Varese ha diminuito la tassa del 2,9%. La città più cara (531 euro medi) è Reggio Calabria, mentre tra i capoluoghi di Regione Cagliari è la prima con 519 euro, seguita da Napoli 485 euro. A Milano saranno pagati 348 euro (+37,5%) e a Roma 335 euro (+7,7%, dovuto solo per la parte dei 30 centesimi al mq). Guglielmo Loy, segretario confederale della Uil, ha affermato che “la Tares costa più dell’Imu sulla prima casa”.