La tanto chiacchierata riforma Fornero è entrata in vigore con l’inizio del 2013 e a breve si potranno vedere i primi effetti. Sicuramente avrà un grande impatto, sia a livello economico che sociale, del quale le imprese italiane sembrano già essere molto coscienti.
Questo, almeno, è quanto emerge dal sondaggio realizzato da Adecco, azienda leader nella gestione delle risorse umane, che ha intervistato un campione di 120 imprese e 2.300 lavoratori o aspiranti tali.
► Scadenza contratti precari: migliaia di lavoratori in allarme
Dai risultati emerge che la metà delle imprese vedono favorevolmente la riforma per quanto riguarda le restrizioni sui contratti atipici e, nell’80% dei casi hanno dichiarato che intendono procedere, nel minor tempo possibile, alla regolarizzazione dei dipendenti assunti con contratti a termine non rinnovabili (61%), contratti a progetto (21%) e sulle partite Iva (17%), cercando, ove possibile, di assumere con contratti a tempo indeterminato (45%) o di somministrazione e apprendistato (14%).
► Proibiti alle aziende gli stage gratuiti
I dipendenti e gli aspiranti non conoscono i termini della riforma: il 50% ammette di non conoscere poco della riforma e nel 12% dei casi non la conoscono affatto, ma sono comunque concordi nel dire che la riforma del Ministro Fornero non possa in alcun modo favorire l’inserimento o il reinserimento nel mercato del lavoro (37%), o la ritiene poco efficace (48%).