L’Istat, l’Istituto nazionale di statistica, ha recentemente pubblicato i dati relativi al tasso di occupazione dei lavoratori italiani nel secondo bimestre del 2013. Da queste analisi è risultato che la fascia più colpita dai recenti assestamenti a ribasso del mercato del lavoro del nostro Paese è stata quella dei giovani con una età compresa tra i 24 e i 35 anni, che hanno perso, in fatto di occupazione, circa 750 mila posti di lavoro.
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Ma non è tutto. Sempre guardando a questa fascia di età, si scopre che il numero degli occupati fra questi ultimi, nei tre anni che vanno dal 2010 al 2013, è sceso da 6,3 milioni a 5,3 milioni. Nel secondo bimestre del 2013, quindi, il tasso di occupazione dei giovani under 35 è passato dal 65,9% al 60,2%, con una media di sole sei persone su 10 stabilmente occupate.
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Se si guarda solo qualche anno fa, invece, la statistica rileva che il numero dei giovani occupati era molto più alto. Vi sono poi delle discrepanze in fatto di occupazione, a seconda che si abiti al centro, al nord o al sud Italia, o si sia uomini o donne. Per toccare i livelli più bassi del fenomeno, basti sapere che nel Sud Italia risulta occupato solo il 51% dei giovani sotto i 35 anni e il 33% delle donne.
Tre grandi fattori hanno contribuito alla formazione di questo fenomeno:
- il perdurare della crisi economica
- il blocco del turn over nella Pubblica Amministrazione
- il calo delle assunzioni nel settore privato.