La prima giornata della settimana, a livello finanziario, per la borsa di Milano non è stata affatto positiva, visto che ieri si sono concluse le contrattazioni in terreno negativo. A trascinare verso il basso gli indici sintetici, ci hanno pensato i titoli industriali e quelli bancari.
Piazza Affari, quindi, ha chiuso con una perdita di 2,75 punti percentuali del Ftse Mib che si è ritrovato a quota 16.842 punti. Un tonfo che è stato ancora più amaro considerando i titoli che hanno determinato la decrescita degli scambi. In prima fila i titoli della FIAT e di Finmeccanica che hanno perso entrambi il 5 per cento.
Una perdita che ha accomunato queste aziende al destino di Unicredit, in flessione del 5%. Con queste performance, indicative del trend degli asset bancari, Milano si è allontanata dai ritmi di crescita che avevano scandito gli ultimi 20 giorni.
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Alcuni analisti, astraendosi dai dati del mercato, attribuiscono questa flessione anche al rinnovato clima d’incertezza pre-elettorale: su Piazza Affari pesa la politica! Non sono poi trascurabili le faccende del Monte dei Paschi di Siena, cui è seguito il tonfo dell’azienda SAIPEM legata al gruppo ENI.
Lo spread, in tutto questo marasma, è risalito al di sopra della soglia Monti assestandosi intorno ai 280 punti base con un rendimento del titolo decennale che è cresciuto fino al 4,46%.