Entro il 2017 gli Stati Uniti si emanciperanno del tutto dal petrolio straniero e anzi, diventeranno i più grandi produttori di petrolio al mondo. E’ questa la notizia più interessante che arriva dall’ultimo rapporto annuale sulle fonti e i consumi energetici nel mondo, stilato dall’Agenzia Internazionale dell’Energia, l’AIE.
Attualmente i maggiori produttori di petrolio sono la Russia e l’Arabia Saudita ma gli USA possono superarli con facilità e c’è da fidarsi delle previsioni dell’AIE che inizia a prefigurare un cambio nella gestione dei flussi energetici ed economici a livello mondiale.
L’AIE è un’organizzazione internazionale intergovernativa fondata dall’OCSE dopo il Settanta, anni che sono passati alla storia per la crisi energetica mondiale. Mai però, aveva dato indicazioni sulla produzione così precise.
Come si riorganizzerebbero quindi i flussi petroliferi nel 2017? In primo luogo gli Stati Uniti raggiungerebbero l’autonomia energetica, emancipandosi dalle fonti esterne, mentre oggi importano il 20 per cento del petrolio per il consumo interno. A quel punto lascerebbero nel dimenticatoio tutti i progetti di trasporto del petrolio, costruzione di oleodotti e quant’altro.
Su questa fetta di mercato potrebbero quindi entrare i paesi orientali, la Cina in primo luogo che, per il ritmo di crescita che ha, probabilmente, necessiterà di sempre maggiore energia.
L’AIE dice che gli USA raggiungeranno l’autonomia energetica grazie all’aumento dei sistemi d’estrazione ma anche grazie alla nuova politica energetica di riduzione dei consumi. Ecco allora che le previsioni dell’AIE non convincono gli analisti.