Nuovo allarme lanciato dal presidente della Bce, Mario Draghi, a causa dell’euro forte in presenza di bassa inflazione. Il forte cambio dell’euro unito alla bassa inflazione, ha detto, è “motivo di grande preoccupazione”. Draghi ha poi sottolineato anche come il consiglio direttivo della Bce resta in ogni caso impegnato unanimemente ad agire con misure non convenzionali contro un’inflazione che dovesse restare bassa troppo a lungo, segue “molto attentamente” gli sviluppi che avrà l’inflazione ed è pronto ad “agire velocemente”. La Banca centrale europea, ha aggiunto, “monitorerà molto attentamente le possibili ripercussioni sia dei rischi geopolitici, sia del tasso di cambio”. Gli Stati che fanno parte dell’eurozona, ha evidenziato Draghi, non devono mettere a repentaglio i progressi fin qui ottenuti con le riforme, e la Bce “concorda con l’Ecofin” nel ritenere che “azioni decisive servono in quei Paesi che hanno squilibri eccessivi”, come l’Italia.
> I possibili interventi della Banca Centrale Europea nel corso del board di giugno 2014 – III
“Nella mia opinione, negli ultimi 20-25 anni l’integrazione che abbiamo costruito ha portato molti benefici. Non voglio tornare alle crisi degli anni ’70, ’90 o persino dei primi anni ’90”, ha detto ancora Mario Draghi, rispondendo così ai movimenti anti euro, che in ogni caso sono espressione “di democrazia”.
La Banca Centrale Europea ha lasciato il tasso d’interesse di riferimento invariato al minimo storico dello 0,25%. L’Eurotower nella riunione a Bruxelles ha deciso di lasciare fermi anche il tasso marginale allo 0,75% e quello sui depositi a zero.
L’Euro continua a rafforzarsi e dopo aver sfiorato quota 1,40 sul dollaro dopo che è stata comunicata la decisione della Bce di lasciare i tassi invariati, è sceso intorno a 1,365 contro il dollaro.