Ad essere positivi potremmo dire che i tassi d’interesse sono un calati leggermente. Ma rimangono stellari, con massimi (leggi “American Express“) che toccano punte del 26%. Una sorta di usura. Forse, allora sarebbe meglio stare lontani carte di credito revolving, quelle con il rimborso a rate. Comode, probabilmente. Ma sono un peso incredibile per le tasche dei consumatori, che rischiano di non capire né quanto s’indebitano né quanto spendono. Ecco i dati e qualche esempio, elaborato dall’Università Bocconi che ha condotto un’importante ricerca nella quale ha confrontato dieci carte rateali.
Tasso annuo
Il tasso annuo effettivo globale medio (Taeg) delle revolving è nel 2013 del 18,97%, contro il 19,64% di un anno fa. Quello minimo è del 9,92%, isolata eccezione di Deutsche Bank (Carta Comfort). Quello massimo è del 25,92% (Amex Carta Blu) ed è al limite della soglia d’usura, visto che quella in vigore per le revolving è del 25,20%, ma non si riferisce al Taeg, bensì al Tegm, il tasso effettivo globale medio, che non comprende le imposte (ed è incredibile che non ci sia confrontabilità: sui fogli informativi c’è il Taeg, non il Tegm calcolato da Banca d’Italia).