Stando alle stime di Confcommercio il taglio del cuneo fiscale non porterà alcun beneficio alle imprese. L’aumento del gettito fiscale prodotto dall’aumento degli acconti di imposta Ires-Irap, che vale 1,147 miliardi, annulla “lo sconto” che le imprese dovrebbero avere nel 2014 per il taglio del cuneo fiscale.
Acconto
Calcolo e pagamento dell’acconto di novembre
Il contribuente che secondo i requisiti definiti dall’Agenzia delle Entrate si trova a dover pagare l’acconto in scadenza al 30 novembre 2012, deve considerare innanzitutto l’importo inserito nella dichiarazione secondo il modello Unico 2012, nel Rigo RN33 (differenza).
In questa losanga si riporta l’imposta dovuta per l’anno fiscale 2011, al netto delle detrazioni, dei crediti d’imposta e delle ritenute subite. L’acconto da pagare entro il 30 novembre è il 96% di questa cifra. Se l’importo calcolato non supera i 52 euro, allora non si deve pagare nulla.
Se invece l’importo è compreso tra 52 euro e 257,52 euro, occorre saldare senza rateizzazioni. Infine se ci sono acconti di misura superiore ai 257,52 euro, allora è necessario pagare in due rate: la prima è il 40 per cento dell’imposta dovuta e doveva essere pagata entro il 9 luglio, la seconda è il 60 per cento e va pagata entro il 30 novembre.
Sono esonerati dal pagamento dell’acconto anche coloro che nel 2012 percepiscono per la prima volta un reddito, per cui non hanno presentato la dichiarazione relativa al 2011.
Chi ha un guadagno grosso modo stabile non ha problemi e può usare anche un metodo di calcolo storico, ma se ci sono redditi variabili è meglio fare una previsione con calcolo presuntivo. Per coloro che non pagano per tempo è sempre disponibile il ravvedimento operoso.
Acconto di novembre: sì o no?
Novembre, per le imprese e per alcune categorie di contribuenti, è un mese molto difficile perché ci si prepara per pagare gli acconti delle imposte che poi saranno saldati nel 2013. Ora quella che Fiscooggi chiama “stagione degli acconti”, sta per concludersi.
Il pagamento dell’acconto riguarda diverse tipologie d’imposte, l’Irpef ad esempio, l’Ires e l’Irap ed interessa alcune categorie di contribuenti, le persone fisiche, le società di persone o anche i soggetti Ires. La scadenza, però, è uguale: il 30 novembre.
In base al tipo di contribuente e al tipo d’imposta si può applicare una formula diversa per la determinazione dell’acconto che deve essere versato in un’unica soluzione senza possibilità di rateizzare l’importo. Lo strumento per il pagamento dell’acconto è sempre lo stesso: l’F24.
I contribuenti che maggiormente devono fare attenzione all’acconto sono quelli che hanno presentato la dichiarazione dei redditi con il modello Unico 2012 e che, dalla dichiarazione stessa, evincono un debito d’imposta.
Per avere un’idea dell’imposta, i contribuenti possono andare a visionare l’importo inserito nel Rigo RN33 dove si indica l’imposta dovuta per il 2011, al netto delle detrazioni, dei crediti d’imposta e delle ritenute subite. Su questa somma deve essere calcolato l’acconto nella misura del 96%. Non si paga nulla nel caso in cui il risultato di questo calcolo sia inferiore a 52 euro.
Acconto: passiamo in cassa
Per pagare l’acconto Irpef 2012, una volta calcolato l’importo e definito ancor prima il metodo di calcolo, deve essere versata la somma tramite il classico modello F24 in cui deve essere indicato un codice tributo.
Per l’Irpef acconto – seconda rata o acconto in un’unica soluzione, il codice tributo da usare è il 4034. Ma devono essere presi in considerazione anche gli altri acconti.
Per il pagamento unitario o per la seconda rata dell’acconto Irap 2012, per cui valgono le stesse indicazioni su obbligo, esonero e metodo previsionale di calcolo che ci sono per l’imposta principale, si deve usare un codice diverso che è il 3813.
L’acconto Irap, se in carico a persone fisiche o a società di persone è uguale al 99 per cento di quel che si indica nel Rigo IR22 della dichiarazione Irap. Se invece devono pagare questo acconto i soggetti Ires, questi devono corrispondere il 100 per cento. Per l’acconto Ires il codice tributo da usare nell’F24 è il 2002.
L’Ires va versato in due rate soltanto se l’imposta da corrispondere è superiore a 103 euro, mentre non è previsto alcun pagamento per chi calcola di dover dare meno di 21 euro.
Per il versamento dell’acconto 2012 è possibile anche compensare alcuni crediti tributari o contributi. L’Agenzia delle Entrate ricorsa che i titolari di partita Iva devono presentare in via telematica l’F24.
Gli acconti da ricontare
Non si può dire che i contribuenti non vogliano pagare l’acconto se per caso fanno ritardo oppure devono avvalersi del ravvedimento operoso. Può capitare infatti che delle novità a livello normativo, abbiano determinato il ricalcolo dell’imposta.
Un’utile guida dell’Agenzia delle Entrate ha spiegato cos’è l’acconto di novembre, chi deve pagarlo e chi no, i termini del pagamento e le sanzioni previste per chi arriva alla cassa con un calcolo errato o con un po’ di ritardo.
Per i ritardatari, purtroppo, non abbiamo alcuna giustificazione, mentre possiamo scagliare una freccia a favore di chi è stato costretto a ricontare l’acconto. Tutto parte dalla manovra di ferragosto del 2011, passata agli annali come Decreto legge n. 138 del 2011.
Questo decreto legge, infatti, ha introdotto diverse novità riguardo la tassazione, soprattutto in riferimento alle società non operative, vale a dire alle società di comodo e a quelle in perdita sistemica.
Se si verificano alcune condizioni, dunque, l’Ires che si deve versare nell’acconto è leggermente più alta e pari al 38 per cento dell’importo dovuto. Le nuove norme introdotte dalla manovra di ferragosto prevedono che si possa applicare una maggiore imposta a partire dall’anno successivo a quello dell’entrata in vigore della legge, quindi proprio nel 2012.
Gli acconti delle società devono quindi essere ricalcolati applicando l’aliquota maggiore al dato storico.
Sanzioni sull’acconto
L’acconto da pagare entro la fine di novembre, precisamente entro il 30 novembre, va determinato in base all’Unico 2012 ma non sempre è necessario provvedere al pagamento. Ci sono delle eccezioni legate proprio all’importo da corrispondere.
Chi non deve pagare più di 52 euro, oppure chi produce redditi nel 2012 per la prima volta, non deve pagare alcun acconto.
Questo poi si calcola con il metodo storico e nel caso in cui il contribuente abbia un reddito più o meno stabile, tutto fila liscio. Ci sono invece alcuni piccoli problemi per chi si aspetta da un anno all’altro un risultato economico variabile. In questo caso fa comodo usare il calcolo presuntivo.
Parliamo ad esempio di chi ha optato per la cedolare secca o per chi ha dovuto fare i conti con i nuovi regimi fiscali. Ma se anche capitasse di avere un acconto sottostimato, c’è sempre la possibilità di usare il ravvedimento operoso.
Se il ravvedimento arriva entro 14 giorni dalla scadenza dell’imposta si paga una sanzione pari allo 0,2 per cento per ogni giorno di ritardo. Se il ravvedimento arriva entro 30 giorni dalla scadenza, la sanzione è parti al 3 per cento dell’imposta e se il ravvedimento, infine, è presentato con la dichiarazione relativa ai redditi dell’anno in cui è commessa, allora si paga il 3,75%.