Social Card 2013 – Presentazione della domanda e progetto di presa in carico del nucleo familiare

 Le famiglie che vivono un particolare disagio economico possono fare richiesta della Social Card 2013. Con questa carta potranno effettuare gli acquisti di prima necessità con un importo mensile massimo di circa 400 euro che viene erogato per le famiglie con 5 o più componenti.

Come si richiede la Social Card 2013

Dal momento che l’erogazione della Social Card 2013 è ad appannaggio delle Amministrazioni Comunali, la richiesta deve essere fatta da un membro del nucleo famigliare presso il Comune di residenza, mediante modello di dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà predisposto dal Soggetto attuatore entro 30 giorni dalla data di pubblicazione del decreto.

Il Progetto personalizzato di presa in carico per il nucleo familiare beneficiario

L’accesso al contributo economico previsto dalla Social Card 2013 è erogabile alle famiglie solo se queste aderiscono al Progetto personalizzato di presa in carico – predisposto dai Comuni in collaborazione con i servizi per l’impiego, i servizi sanitari e la scuola – che è finalizzato all’inserimento di questi nuclei familiari disagiati nella società e al superamento delle condizioni di povertà.

In caso di mancata adesione al progetto il nucleo famigliare richiedente può essere escluso dal beneficio della Social Card. Il Progetto di presa in carico prevede che i Nuclei familiari svolgano delle attività, che saranno decise di caso in caso delle istituzioni competenti, in queste aree:

1. Ricerca di lavoro;

2. Partecipazione a progetti di formazione o di inclusione lavorativa;

3. Frequenza e impegno scolastico;

4. Comportamenti di prevenzione e cura volti alla tutela della salute.

Social Card 2013

Al via la sperimentazione per la Social Card 2013

Requisti economici e lavorativi per accedere

Presentazione della domanda e progetto di presa in carico del nucleo familiare

 

 

 

 

 

Social Card 2013 – Requisti economici e lavorativi per accedere

I Requisiti per accedere alla Social Card 2013

Per poter far richiesta della Social Card è necessario rientrare in alcuni parametri sia economici che lavorativi.

Requisiti di cittadinanza

Il richiedente la Social Card 2013 deve essere:

1. cittadino italiano o comunitario;

2. familiare di cittadino italiano o comunitario non avente la cittadinanza di uno Stato membro che sia titolare del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente;

3. cittadino straniero in possesso del permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo;

4. essere residente nel Comune in cui presenta domanda da almeno 1 anno dal momento di presentazione della domanda.

Requisiti economici

Al momento della richiesta della Social Card 2013 il nucleo famigliare deve presentare le seguenti caratteristiche:

1. ISEE non superiore a 3.000 euro;

2. Abitazione con valore ai fini ICI inferiore a euro 30.000;

3. Altre tipologie di entrate (reddito, patrimonio, conti corrente) inferiore a 8.000 euro;

4. Assenza di autoveicoli (auto, moto, etc) immatricolati nei 12 mesi antecedenti la richiesta.

Requisiti lavorativi

Per accedere alla Social Card 2013, inoltre, è necessario che il nucleo familiare presenti una condizione di estremo disagio lavorativo, che viene declinato secondo questi due parametri:

1. disoccupazione di tutti i membri adulti;

2.  in caso di occupazione, redditi da lavoro complessivamente inferiori a euro 4.000 nei sei mesi precedenti la richiesta.

Social Card 2013

Al via la sperimentazione per la Social Card 2013

Requisti economici e lavorativi per accedere

Presentazione della domanda e progetto di presa in carico del nucleo familiare

Al via la sperimentazione per la Social Card 2013

 Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale nr. 102 del 3 maggio 2013 del Decreto Interministeriale del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali di firmato il 10 gennaio scorso con il Ministero dell’Economia e delle Finanze, è stata istituita la Social Card 2013, che si presenta come una carta acquisti da utilizzare per l’acquisto dei beni di prima necessità.

Al momento la Social Card 2013 è partita solo in via sperimentale (il periodo di sperimentazione è di un anno) e, al momento, toccherà solo 12 grandi città italiane – Bari, Bologna, Catania, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Palermo, Roma, Torino, Venezia e Verona – e si affianca alla Social Card già esistente.

A disposizione delle famiglie ci sono 50 milioni di euro che saranno divisi tra i Comuni che partecipano alla sperimentazione e che avranno il compito di selezionare le famiglie a cui erogare questo beneficio che potrà essere integrato anche con gli interventi e i servizi sociali ordinariamente erogati dalla amministrazioni.

Le famiglie che beneficeranno del contributo economico previsto dalla Social Card 2013 potranno beneficiare, grazie alla collaborazione tra i Comuni e i servizi per l’impiego, i servizi sanitari e la scuola, un programma specifico e integrato per tutti i componenti della famiglia, con particolare attenzione ai minori.

Social Card 2013

Al via la sperimentazione per la Social Card 2013

Requisti economici e lavorativi per accedere

Presentazione della domanda e progetto di presa in carico del nucleo familiare

 

Guida all’Aspi – Come e quando si deve presentare la domanda

 Come si presenta la domanda per la contribuzione Aspi?

Il lavoratore che ha perso involontariamente il suo impiego deve presentare la domanda per l’indennità di disoccupazione in uno dei seguenti modi:

– Attraverso il sito internet dell’Inps dopo aver richiesto il Pin all’Istituto di Previdenza;

– Attraverso il Contact Center multicanale raggiungibile con il numero verde dedicato 803164 o 06164164 se si utilizza la rete mobile;

– Con l’intermediazione di un patronato.

Quando si deve presentare la domanda per l’Aspi?

In linea generale la domanda per ottenere l’indennità di disoccupazione Aspi si deve presentare entro e non oltre 60 giorni dal raggiungimento dei requisiti che danno diritto alla contribuzione. Nello specifico le domande vanno presentate all’Inps:

– l’ottavo giorno dalla data di cessazione dell’ultimo rapporto di lavoro;

– la data di definizione della vertenza sindacale o data di notifica della sentenza giudiziaria;

– la data di riacquisto della capacità lavorativa nel caso di un evento patologico (malattia comune, infortunio) iniziato entro gli otto giorni dalla cessazione del rapporto di lavoro;

– l’ ottavo giorno dalla fine del periodo di maternità in corso al momento della cessazione del rapporto di lavoro;

– l’ ottavo giorno dalla data di fine del periodo corrispondente all’indennità di mancato preavviso ragguagliato a giornate;

– il trentottesimo giorno successivo alla data di cessazione per licenziamento per giusta causa.

Guida all’Aspi

Chi può accedere e i requisiti per ottenerla

Quanto dura e a quanto ammonta la contribuzione

Quando non si ha più diritto alla contribuzione

Come e quando si deve presentare la domanda

 

 

 

 

Guida all’Aspi – Quando non si ha più diritto alla contribuzione

 L’Aspi, l’ammortizzatore sociale introdotto dalla Riforma Fornero per i lavoratori che hanno involontariamente perso il proprio impiego può essere ottenuta solo in base a determinati requisiti.

Ovviamente il diritto all’Aspi decade nel momento in cui il lavoratore non risponde più ai requisiti e anche con il sopraggiungere di altre condizioni. Vediamo quali sono.

Quando si perde il diritto all’Aspi?

Il lavoratore che ha beneficiato dell’Aspi non può più ricevere il nuovo contributo di disoccupazione nei seguenti casi:

– Rioccupazione del lavoratore con contratto di lavoro subordinato superiore a 6 mesi;

– Inizio di attività autonoma senza comunicazione all’Inps;

– Raggiungimento dei requisiti contributivi e anagrafici per l’accesso alla pensione di vecchiaia o alla pensione anticipata;

– Raggiungimento dei requisiti per ottenere un assegno di invalidità;

– Non partecipazione – o partecipazione saltuaria – alle attività previste per i disoccupati (formazione, tirocini ecc);

– Non accettazione di una offerta di lavoro con retribuzione minima prevista superiore almeno del 20% dell’importo lordo dell’indennità.

Inoltre, nel caso il lavoratore ottenga una nuova occupazione, la contribuzione Aspi è sospesa per 6 mesi, ma solo nel caso in cui la retribuzione percepita superi i 3.000 euro all’anno. In caso contrario l’Aspi continua ad essere erogata.

Guida all’Aspi

Chi può accedere e i requisiti per ottenerla

Quanto dura e a quanto ammonta la contribuzione

Quando non si ha più diritto alla contribuzione

Come e quando si deve presentare la domanda

 

 

 

Guida all’Aspi – Quanto dura e a quanto ammonta la contribuzione

 Nuovo ammortizzatore sociale previsto dalla Riforma Fornero l’Aspi andrà a sostituire la vecchia indennità di disoccupazione. In questo articolo vediamo per quanto tempo i lavoratori possono percepire questa contribuzione e a quanto ammonta l’assegno percepito.

Per quanto tempo i lavoratori possono percepire l’Aspi?

L’Aspi prevede dei tempi diversi di contribuzione in base all’anno e all’età del lavoratore licenziato. Nello specifico i lavoratori potranno percepire questa indennità secondo la seguente ripartizione:

2013

8 mesi per gli under 50;
12 mesi per gli over 50.

2014

8 mesi per gli under 50;
12 mesi per coloro che hanno un’età compresa tra i 50 e i 54 anni;
14 mesi per gli over 50.

2015

10 mesi per gli under 50;
12 mesi per coloro che hanno un’età compresa tra i 50 e i 54 anni;
16 mesi per gli over 50.

2016

12 mesi per gli under 50;
18 mesi per gli over 50.

2017 

12 mesi per gli under 55;

18 mesi per gli over 55.

A quanto ammonta l’indennità Aspi?

L’importo base dell’Aspi si calcola in base alla retribuzione base del dipendente che ha perso il lavoro, per una percentuale pari al 75% in caso di retribuzione mensile pari o inferiore ai 1.080 euro.

Nel caso di retribuzione media superiore ai 1.080 euro si aggiunge il 25% della differenza tra la remunerazione mensile e la parte eccedente la soglia stabilita.

Dopo i primi sei mesi l’importo della contribuzione si riduce del 15% e di un ulteriore 15% dopo i 12 mesi.

Guida all’Aspi

Chi può accedere e i requisiti per ottenerla

Quanto dura e a quanto ammonta la contribuzione

Quando non si ha più diritto alla contribuzione

Come e quando si deve presentare la domanda

Guida all’Aspi – Chi può accedere e i requisiti per ottenerla

 La Riforma Fornero ha introdotto l’AspiAssicurazione Sociale Per l’Impiego – una nuova forma di contribuzione a favore dei lavoratori che hanno perso involontariamente il proprio impiego.

Questa nuova forma di contribuzione è entrata in vigore dal 1° gennaio 2013 e prevede un graduale passaggio dalla vecchia indennità di disoccupazione alla nuova formula di contribuzione.

Cerchiamo di capire come funziona l’Aspi, chi sono gli aventi diritto e come presentare la domanda.

I requisiti per accedere all’Aspi

Fermo restando che possono accedere all’Aspi solo i lavoratori che hanno involontariamente perso la loro occupazione, questa forma di contribuzione non è prevista pergli operai agricoli a tempo determinato e indeterminato, per i quali rimane in vigore la vecchia disoccupazione.

Possono accedere all’Aspi:

1. I lavoratori dipendenti del settore privato;

2. I lavoratori dipendenti del settore pubblico con contratto a tempo determinato;

3. Gli apprendisti;

4. Gli artisti e il personale dipendente artistico (teatrale, cinematografico).

Quali sono i requisiti necessari per ricevere la contribuzione Aspi?

1. Disoccupazione involontaria;

2. Stato di disoccupazione come da D.lgs. 181/200 (art.1, comma 2, lettera c);

3. Aver accumulato almeno un biennio di anzianità assicurativa;

4. Aver raggiunto almeno 52 settimane di contribuzione nel biennio precedente al licenziamento.

Guida all’Aspi

Chi può accedere e i requisiti per ottenerla

Quanto dura e a quanto ammonta la contribuzione

Quando non si ha più diritto alla contribuzione

Come e quando si deve presentare la domanda

 

 

Guida alla Social Card 2013

Il Decreto interministeriale del 10 gennaio 2013 – registrato dalla Corte dei Conti il Decreto Interministeriale del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali di concerto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze il 10 aprile 2013 – ha istituito la Social Card 2013.

Un ammortizzatore sociale, che per quest’anno è in via sperimentale, che mette a disposizione un fondo di 50 milioni di euro per 12 mesi ad appannaggio delle famiglie con disagi economici.

Si tratta di una carta acquisti da utilizzare per l’acquisto dei beni di prima necessità per le famiglie con almeno un minore e che si trovano senza lavoro che vivano in 12 delle più grandi città italiane: Bari, Bologna, Catania, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Palermo, Roma, Torino, Venezia, Verona.

Cos’è la Social Card 2013?

La Social Card può essere equiparata ad una carta prepagata, come quelle fornite dalle banche, messa a disposizione delle famiglie con disagi economici in base alla numerosità del nucleo famigliare. La differenza con le tradizionali Social Card – 40 euro al mese destinati ad ultra 65enni e ai nuclei familiari con reddito ISEE inferiore ai 6000 euro e figli con meno di tre anni – è nel contributo che lo Stato versa a queste famiglie, che potrà variare da un minimo di 231 euro fino ad un massimo di 404 euro mensili (231 euro per le famiglie composte da 2 persone, 281 euro per quelle di 3 persone, 331 per quelle di 4 persone e 404 euro per quelle composte da 5 o più persone).

Le due tipologie di Social Card, quella sperimentale del 2013 e quella ordinaria del 2008, non si escludono a vicenda, ma hanno obiettivi e destinatari diversi: la Social Card 2013, infatti, è rivolta alle famiglie escluse dal mondo del lavoro come strumento di lotta alla povertà minorile.

Chi può richiedere la Social Card 2013?

Possono fare richiesta della Social Card 2013 tutti i cittadini – italiani o comunitari – che risiedano da almeno un anno in una delle dodici città in cui è partita la sperimentazione (Bari, Bologna, Catania, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Palermo, Roma, Torino, Venezia, Verona).

Oltre alla residenza, i cittadini che vogliono fare richiesta della Social Card devono essere in possesso dei seguenti requisiti determinati principalmente sulla base della dichiarazione Isee:

– disagio economico e lavorativo;
– figli minori a carico
– reddito Isee inferiore ai 3000 euro.

Nella compilazione della graduatoria per l’assegnazione della Social Card 2013 verrà data precedenza a

– famiglie con nucleo familiare costituito esclusivamente da genitore solo e figli minorenni,
– famiglie con nucleo famigliare composto da tre o più figli
– famiglie con uno o più figli disabili.

Come si fa la richiesta per la Social Card 2013?

La richiesta deve essere fatta da un componente della famiglia al Comune di residenza, secondo i tempi e i modi stabiliti dal Comune stesso.

La documentazione per la richiesta è disponibile presso i Comuni.

Come viene erogato il contributo della Social Card 2013?

Il contributo della Social Card 2013 viene erogato con cadenza bimestrale dal Comune che ha rilasciato la carta stessa.

 

Unità di crisi per risolvere l’emergenza cassa in deroga

 L’attuale governo, quello tecnico, guidato da Mario Monti, pur essendo ancora in carica non può più fare decreti o occuparsi di questioni urgenti come quelle della mancanza di coperture finanziarie per gli ammortizzatori sociali.

► Susanna Camusso lancia allarme per mancanza fondi cassa integrazione

Ma il problema c’è, come dimostrano le polemiche che si sono levate in questi giorni e che continuano a levarsi, soprattutto per quanto riguarda la possibilità che oltre mezzo milione di italiani si possano trovare a breve senza la cassa integrazione.

I sindacati e le varie associazioni di categoria chiedono però che il problema venga risolto subito, prima che i fondi finiscano, ma il governo non può agire: è stata quindi indetta per la prossima settimana una sorta di unità di crisi composta da Monti, Grilli, le Regioni e le parti sociali per cercare di capire da dove possono essere presi i 2,7 miliardi stimati come necessari per la copertura degli ammortizzatori sociali.

► Anche la Fornero è preoccupata per la cassa integrazione

Una spesa maggiore rispetto a quella dello scorso anno e i sindacati chiedono al governo di mettere nel Def, il Documento economico e finanziario, 1,5 miliardi in più per la Cig in deroga.

► Sindacati uniti per chiedere al governo fondi per la cassa integrazione

Dove trovare questi soldi? La Camusso chiede un abbassamento delle spese militari e il rialzo delle tassazioni sulle rendite e sui patrimoni, anche se il Ministro Grilli, ancora in carica, ha già lasciato la patata bollente al Parlamento.

Congedo a ore per i lavoratori in attesa di figli

Buone notizie per i lavoratori che aspettano un bebè. Saranno previsti dei congedi parentali su base oraria, a patto che costoro indichino anzitempo al proprio datore di lavoro inizio e fine del periodo di congedo.

Se ne parla in particolar modo all’interno dell’articolo 17 dello schema di Dl. Il Governo vuole pubblicare l’accordo quadro in materia di congedo parentale inteso nella direttiva n. 18 del 2010. Direttiva che ancora non è stata attuata in Italia.

Gli esperti spiegano così la direttiva:

“Le norme messe a punto dall’Esecutivo intervengono direttamente sul testo unico in materia di maternità e prevedono, in base all’accordo quadro comune, la possibilità di poter fruire del congedo parentale anche su base oraria. Non solo. Come detto il lavoratore all’atto della presentazione della domanda di congedo dovrà indicare al datore di lavoro l’inizio e la fine del periodo di congedo. Allo stesso tempo lavoratore e datore potranno comunque mantenersi in contatto durante il periodo di congedo, anche al fine di concordare adeguate misure di ripresa dell’attività lavorativa, tenendo conto di quanto eventualmente previsto dalla contrattazione collettiva. E le parti potranno concordare anche forme di ripresa differenti e ulteriori rispetto alla trasformazione del contratto di lavoro da tempo pieno a tempo parziale”.