Apple assume in Italia

 Apple Inc. è il sogno lavorativo di chiunque abbia intenzione di costruire una carriera nel mondo dell’informatica. Ora non è più necessario andare dall’altra parte dell’oceano per realizzare questo sogno, grazie alle nuove assunzioni previste dal colosso americano per le sue sedi italiane.

Sono tante le figure ricercate sia in area Retail che Marketing, Risorse Umane, Progettazione e Sviluppo. Vediamole nel dettaglio:

– Business Leader
– Market Leader
– Business Manager
– Specialista Business
– Creative
– Esperto
– Genius
– Specialista Magazzino
– Manager
– Solution Engineer
– Specialista
– Store Leader

Inoltre, la Apple è alla ricerca delle seguenti figure per la sede di Milano

– Associate Creative Director – Copy;
– Telecom Carrier Executive;
– Intern Retail / Telecom;
– HR Country LeaderIntern: Prosumer / Education;
– iOS International QA;
– Preservation Manager – IT & CH

Per tutte le informazioni sui requisiti richiesti per ogni posizione aperta e per l’invio della propria candidatura, visitare il sito della Apple alla pagina carriere.

Elusione fiscale Apple

 Apple elude le tasse? Da qualche mese tiene banco la questione delle “evasioni legalizzate”. Ad esempio in Gran Bretagna, aziende come Apple, Google, Amazon e Starbucks pagano pochissime tasse in virtù delle scappatoie fornite dal governo.

Adesso, però, Apple è anche nel mirino dell’America.

Pare che il New York Times stia indagando già da tempo sulla questione. La Apple ha sede in California ma ha spostato in Nevada la sua sede legale.

Con questa mossa la casa fondata da Steve Jobs risparmia milioni di dollari ogni anno di imposte.

Aliquote

In California l’aliquota è dell’8,8%. E in Nevada? Dello zero per cento!

Con lo stesso metodo, Apple ha generato filiali in Irlanda, Olanda, Lussemburgo, Isole Vergini britanniche, con il solo obiettivo di versare meno tasse.

Secondo l’inchiesta portata avanti dal quotidiano americano Apple è riuscita ottimamente nel suo intento.

Metodo Apple

Nel 2012 mentre ha guadagnato profitti globali per oltre 34 miliardi di dollari, Apple ha versato 2 miliardi e 400 milioni di tasse. Lo dice il dipartimento del Tesoro americano, che segnala un’aliquota del 9,8 per cento.

Per fare un paragone, Wal-Mart, gigante del commercio al dettaglio Usa, nello stesso anno ha pagato 5 miliardi e 900 milioni di dollari di tasse a fronte di 24 miliardi e 400 milioni di fatturato, con un’aliquota del 24 per cento.

Il trucco? Avere i commercialisti e gli avvocati migliori sulla piazza fa risparmiare un bel po’ di soldi detraendoli allo stato.

Apple lascia lo scettro ad Exxon

Apple è stata regina della borsa di New York per tanti mesi e per diversi anni, da quando i titoli tecnologici hanno conquistato Wall Street e i prodotti dell’azienda di Cupertino hanno convinto generando non un circolo di consumatori ma un vero e proprio club di adepti.

Adesso gli eredi di Steve Jobs non sembrano all’altezza della popolarità del titolo e la chiusura degli scambi di venerdì ha evidenziato questa carenza.

La borsa americana, in generale, ha chiuso con una performance così positiva che non si ricordava un entusiasmo del genere dal 2004. La striscia positiva è stata accompagnata anche da una serie di segnali positivi che sono arrivai dalla politica, il Congresso, infatti, ha deciso che della variazione del tetto del debito si parlerà soltanto da maggio in poi.
Insomma, a Wall Street si respira un entusiasmo fuori dalle righe, un armoniosa crescita dell’indice sintetico e dei maggiori titoli.

 Crollo di Apple in Borsa

 

L’unica nota stonata in questo panorama è rappresentata allora dalla Apple che invece ha messo a segno un’altra giornata negativa. Non tanto per la presentazione dei dati trimestrali, perché lì si parla di crescita, quanto piuttosto per la delusione delle aspettative degli investitori, che in questi anni si erano abituati a ben altri incrementi del valore del titolo.

 Apple vende meno iPhone

Oggi, per esempio, un’azione Apple vale soltanto 514 dollari. Lo scettro di regina di Wall Street è stato dunque lasciato alla Exxon che dimostra quanto il petrolio sia ancora al centro degli interessi degli investitori di tutto il mondo.

 Petrolio, acciaio e caffè: i trend di fine anno

Novità dal mercato degli smartphone

 Da quel momento in poi la telecomunicazione ha cambiato i suoi connotati. Addio ai telefoni a tastiera, che resistono ancora grazie soprattutto ai BlackBerry, che erano in grado di telefonare, mandare messaggi e, al massimo, fare delle fotografie.

Ora la comunicazione viaggia su Internet e, se fino a qualche tempo fa questa tecnologia era ad esclusivo appannaggio dei business man, adesso è di massa, tanto che, solo nel 2012, in un periodo di piena crisi economica, gli smartphone venduti a livello globale sono stati 700 milioni.

Crollo di Apple in borsa

Il che vuol dire che il giro di affari generato è di 1 miliardo 600 milioni, più della metà del volume di affari di tutto il mercato dei cellulari, in aumento del 43% rispetto ai dati del 2011. La colpa, se così si può definire, fu di quel primo iPhone e di tutto il marketing che la casa di Cupertino è stata in grado di creare intorno a questo nuovo ritrovato.

Apple lancia l’iPhone low cost

Una concorrenza spietata che ha messo in ginocchio case di produzione, fino ad allora leader come la Nokia, e ha dato alla Apple e alla Samsung la possibilità di ingigantire i propri fatturati. Ma, se questa è una battaglia vinta, non si può dire lo stesso della guerra: sono in arrivo, infatti, delle novità dall’Oriente che potrebbero rovesciare le sorti soprattutto della Apple.

Crollo di Apple in Borsa

 Apple chiude in maniera negativa in Borsa nel primo trimestre, nonostante con la cifra record di 47,8 milioni di iPhone venduti e guadagni per 54,5 miliardi di dollari. Questi numeri non hanno fatto molto per garantire sicurezza al mercato. La casa di Cupertino ne risente comunque e il titolo è sceso di molto nelle contrattazioni after hours a Wall Street. Infatti, le quotazioni hanno ceduto fino al 10%.

Crollo vendite iPhone

L’utile netto di Apple è apparso pari a 13,1 miliardi di dollari, senza nessun rialzo in confronto allo stesso periodo del 2012. E il salto dei ricavi del 18% non è sufficiente a scongiurare i timori degli analisti circa le prospettive di crescita della società.

Mercato in ansia

Sicuramente, il titolo Apple in Borsa è stato penalizzato proprio dai timori in crescita degli analisti, perdendo il 27%. In altre parole, in confronto all’ottimo risultato dello scorso settembre sono stati persi ben 190 miliardi.

Gli analisti avevano previsto guadagni pari a 55 miliardi di dollari, con un utile per azione di 13,44 dollari. Invece, le cose sono andate diversamente e il margine lordo ha raggiunto il 38,6%, non confermando il 44,7% dell’anno precedente, attestandosi dunque in linea con le attese degli analisti.

Previsioni per secondo trimestre

Per il secondo trimestre dell’anno fiscale, Apple parla di ricavi per 41-43 miliardi di dollari e un margine lordo fra il 37,5% e il 38,5%.

La fiducia di Tim Cook

Nonostante il crollo del titolo in Borsa, Tim Cook pensa positivo e si reputa soddisfatto dei ricavi record, i quali sono sopra i 54 miliardi di dollari. Nel frattempo il Ceo di Apple è apparso abbastanza soddisfatto anche delle vendite, che hanno superato i 75 milioni per quanto riguarda i dispositivi iOS in soli tre mesi. Cook ha la sicurezza della qualità dei prodotti Apple, e continua a gettare la sfida per quanto riguarda la leadership sul mercato e sul lato dell’innovazione.

Ocse e fisco, prese di mira Google e Apple

 E’ il quotidiano Le Figaro a riportare la notizia secondo la quale molto presto, già dal 14-15 febbraio quando a Mosca si riunirà il g20 Finanze, l’Ocse -Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico- presenterà le sue prime proposte per cercare di arginare il fenomeno dell’evasione fiscale.

Il dito dell’Ocse è puntato soprattutto contro i grandi colossi americani  (Google, Apple, Amazon, Starbucks) che hanno la possibilità di sfruttare lacune e mezzi legali per aggirare il fisco, soprattutto operando quella che viene chiamata l’ottimizzazione fiscale, attraverso la quale riescono ad eludere quasi completamente il fisco.

Google e i paradisi fiscali

Ciò su cui, inoltre, si punterà l’attenzione dell’Ocse sono i cosiddetti paradisi fiscali, ossia quei paesi che hanno delle condizioni fiscali particolarmente agevolate. Il piano dell’Ocse, secondo le prime notizie riportate, si baserà su due principi cardine: il primo è il divieto dell’utilizzo di quelle che vengono chiamate scatole vuote, cioè le società che non hanno nessuna attività reale ma che sono utilizzate solo per il trasferimento dei fondi, e il secondo, è quello di imporre un divieto alle società ibride (società che hanno diversi domicili).

Pronto il piano d’azione dell’Unione europea contro l’evasione

Si tratta di una grande rivoluzione, un progetto particolarmente ambizioso anche per l’Ocse, soprattutto perché queste pratiche sono legali nella maggior parte dei paesi.

Crollo vendite iPhone 5

Apple cede. Riduce le ordinazioni di componentistica per i suoi iPhone. La causa di questa flessione nella produzione è dovuta ai risultati di vendita, nettamente più bassi delle aspettative.

PRIMO TRIMESTRE 2013

Nello specifico, nel primo trimestre dell’anno in corso, parliamo dunque del periodo iniziato a gennaio che terminerà a marzo, le richieste di schermi fatte pervenire ai fornitori (che sono Sharp, Japan Display e LG) sarebbero state tagliate della metà rispetto agli originali 65 milioni.

► iWatch iOs 7 iPhone Mini iMac Pro e iTv sono le novità Apple 2013

NEL FRATTEMPO IN SUD COREA

Dall’altra parte del mondo, Samsung si trova nella condizione economica opposta. Il colosso rivale ha infatti annunciato di aver venduto ben più di 100 milioni di unità di Galaxy S.

In particolare i consumatori di cellulari intelligenti hanno comprato fino ad oggi oltre 25 milioni di Galaxy S, nonché 40 milioni di Galaxy S II e 41 milioni di Galaxy S III.

Quello che Samsung ha raggiunto in un anno è un traguardo raggiunto da Apple in un arco di tempo di quattro anni.

Un brutto colpo per la casa di Cupertino.

IL VENTO E’ CAMBIATO

Non è dato sapere se i successi di Samsung dipendano esclusivamente dal crollo di appeal da parte di Apple. Certo è che da quando il Ceo Steve Jobs è venuto a mancare, l’azienda americana ha messo giorno dopo giorno a repentaglio la sua leadership.

Apple vende meno iPhone

 Per moltissimo tempo la Apple ha potuto vantarsi di avere dei fan fedeli, appassionati di tecnologia che hanno sempre seguito l’ultima moda lanciata dalla Mela Morsicata. Adesso da Cupertino arrivano le prime avvisaglie di un’inversione di tendenza.

Come spiega bene il Wall Street Journal, l’azienda ha ridotto del 50 per cento circa gli ordini per i componenti necessari alla costruzione dell’iPhone 5, sempre in concorrenza con gli smartphone Samsung.Eppure si parlava del fatto che Apple lancia iPhone Low Cost 2013. Forse non basta.

Dal 2013 la produzione Apple torna in America

Tutto dipende da una domanda assolutamente inferiore al previsto. Il fatto che siano crollate le vendite, ha convinto l’azienda a rallentare la produzione di iPhone 5. La notizia è stata scovata dal Wall Street Journal che ha fonti molto vicine al management di Cupertino.

In realtà l’intenzione di “allentare la presa” è stata comunicata anche dalla Apple ai suoi fornitori, già nel mese di dicembre. Gli azionisti, in tutta questa storia, risultano i più preoccupati, perché se va male l’iPhone vuol dire che il mercato sta cambiando rotta, visto che l’iPhone, fino a questo momento non ha mai deluso ed è stato la fonte principale di guadagno per la Apple.

Perché Apple punta sulla Cina

L’azienda di Cupertino, quindi, dovrà tenere gli occhi aperti sui ritrovati coreani e asiatici, sembra infatti che molto di questo “crollo” sia dovuto ai passi in avanti compiuti dalla concorrenza.

Perché Apple punta sulla Cina

Sono giorni di fermento in casa Apple. Senza ombra di dubbio l’azienda sta studiando ogni tipo di contromossa per prevenire una nuova offensiva da parte di Samsung.

► Dal 2013 la produzione Apple torna in America

I recenti cali nelle vendite di alcuni prodotti della brand-line della mela morsicata fungono da ‘alert’ per il 2013.

Ma tutto lascia presagire che l’anno è partito con il piede giusto e finirà bene. Basti pensare che iWatch, iOs 7, iPhone Mini, iPhone 6, iMac Pro e iTv sono le novità Apple 2013.

Una produzione che dunque crescerà a dismisura, si amplierà e cambierà anche quello che è il primo mercato di riferimento.

Non più gli Usa, bensì la Cina. Lo ha rivelato il Ceo Tim Cook, che proprio in questi giorni sta visitando il Paese asiatico. Per il Ceo si tratta della seconda ‘visita’ in meno di 12 mesi.

Durante un’intervista, Cook ha esplicitamente affermato che “La Cina sorpasserà gli Stati Uniti, diventando il primo mercato per Apple”.

Al momento la Cina è il secondo mercato di riferimento per il colosso guidato da Cook, che aggiunge: “Diventerà il primo, ne sono certo”.

Perché Apple punta sulla Cina?

L’analisi è e deve essere approfondita. Apple sta monitorando minuto per minuto le vendite effettuate dal gruppo nella ‘Grande Cina’, e cioè in Taiwan e ad Hong Kong. I dati sono confortanti. Le vendite in Cina sono seconde solo alle vendite negli States.

Rimarranno molto alte e non si focalizzeranno sul lancio dell’iPhone Low Cost, che non approderà nel Paese asiatico, pieno zeppo di telefonini a basso costo che invadono anche gli altri mercati emergenti. Nessun spreco di risorse, dunque, e nessuna concorrenza in cui si perde sin dall’inizio.

Apple punta sulla Cina in maniere diverse e più efficaci. Le modalità le ha spiegate lo stesso Cook al portale Sina.com, affermando che il gruppo prevede di aprire un totale di più di 25 Apple Store nel Paese, a fronte degli 11 negozi complessivi presenti ora in Cina e Hong Kong.

 

iWatch iOs 7 iPhone Mini iMac Pro e iTv sono le novità Apple 2013

Dopo l’annuncio del lancio dell’iPhone Low Cost 2013, Apple svela tutte le novità per il 2013. E c’è da divertirsti. Oltre al lancio del nuovo melafonino studiato per catturare le fasce con il reddito più basso, infatti, l’azienda di Cupertino medita di inserire interessantissimi prodotti sul mercato.

Ipotesi avveneritiche, che a prima vista rasentano la fantasia, ma che in realtà sono la testimonianza del fermento nel Quartier Generale diretto da Tim Cook.

TUTTE LE NOVITA’ APPLE DEL 2013

Andiamo dunque a vedere quali sono tutte le novità in casa Apple per quest’anno.

iPhone Mini

► Dal 2013 la produzione Apple torna in America

Fonti vicine all’azienda sostengono che il tanto atteso iPhone 5s (modello di raccordo tra il 5 e il 6, come vuole la lettera ‘s’) potrebbe non arrivare mai sul mercato. Sembra infatti che il colosso di Cupertino stia meditando di lanciare direttamente  sul mercato il 6. Nel frattempo, come accennato in precedenza, si parla tanto di un arrivo dell’iPhone Mini per fare breccia nei mercati emergenti, incentrato su un prezzo collocabile nella fascia tra i 250 e 300 euro.

Tablet più leggero e con più potenza

Il 2013, inoltre, potrebbe essere l’anno dei phablet, una sorta di dispositivo a metà tra smartphone e tablet.

iPad Mini con display retina

L’iPad Mini con display retina è un’altra delle news provenient da Apple. Con il lancio dei nuovi phablet, l’applicazione della retina al display del Mini viene interpretata come una strategia di diversificazione dell’offerta.

Nuovi iMac pro

Come tutti sanno, la gamma iMac è stata rinnovata a fine 2012. Nel 2013, però, dovrebbero essenzialmente essere rifiniture tecniche e l’inserimento di un Wifi “Gigabit”, più veloce dell’attuale.

iTv & Apple Tv

Un’altra ghiotta novità riguarda la Apple smart Tv, in relazione alla quale circolano diverse voci da molto tempo. Che l’apparecchio sia nei programmi della casa di Cupertino è ormai noto ai più. La piattaforma Tv è spesso una delle allusioni di Tim Cook, alle quali vanno aggregate quelle dei dirigenti di Foxconn.

Ancora la data di lancio è segreta. Potrebbe comunque rientrare tra i progetti da portare a termine entro l’anno.

iWatch

Ecco un’altra mossa per battere su un fronte nuovo, quello della tecnologia indossabile, Google e Samsung . Con molta fretta, Cupertino sarebbe già disposta a lanciare entro la prima metà dell’anno in corso un orologio intelligente. Si tratterebbe di uno smartwatch, che con ogni probabilità dovrebbe chiamarsi iWatch. Un modello a metà tra smartphone e orologio, che godrebbe degli stessi format di produzione attualmente utilizzati per l’iPod Nano.

iOs 7

Superati i 40 miliardi di download per il 6, è tempo di fare l’upgrade del sistema operativo. Il 2013 porterà in casa Apple anche la versione 7 di iOS, tra i dispositivi mobili. C’è già un’idea sul periodo dell’anno all’interno del quale il nuovo Os potrebbe essere mostrato. Dovrebbe accadere prima dell’estate, in occasione della conferenza mondiale degli sviluppatori.