La settimana si apre sulla scorta delle chiusure delle precedenti sedute, poichè non ci sono particolari spunti in agenda macro economica.
Australia
L’Australia pensa ad un nuovo taglio dei tassi
L’Australia, fino a pochi mesi fa, aveva resistito alla crisi e anche la banca centrale del paese, diversamente rispetto alle altre banche centrali, non aveva dovuto studiare dei metodi per stimolare lo sviluppo dell’economia. Invece adesso, dall’altra parte del mondo, sembra che stia cambiando qualcosa.
►Valute e materie prime legate verso il ribasso
Non è un mistero che globalmente la situazione finanziaria è compromessa con il PIL della Cina in forte rallentamento, anche peggio del previsto e con le vendite al dettaglio americane che non riescono a soddisfare le aspettative degli analisti. Finora, l’unico continente che resta sotto la lente d’ingrandimento è l’Europa dove molti investitori stanno spostando i loro capitali.
►La valuta debole del mese è l’Aussie
Per quanto riguarda l’Australia, le cose sembrano mettersi male, soprattutto se si considera l’aspetto monetario della situazione. Il dollaro australiano, infatti, conosciuto anche come Aussie, è in caduta libera, è diventato il protagonista, in negativo del mercato Forex.
Tutto dipende, dicono, dal fatto che ci si aspettava una mossa incisiva da parte della Reserve Bank of Australia, il classico taglio dei tassi d’interesse. In più a compromettere le sorti della moneta australiana c’è stato anche il rischio di un hard landing della Cina, paese al quale l’Australia è molto legata dal punto di vista commerciale. Il trend negativo dell’Aussie è confermato anche per il mese di luglio.
L’Australia in crisi finora aveva resistito
Quanti giovani, anche partendo dall’Italia, si dirigono in Australia per cercare lavoro? Sicuramente tanti, desiderosi di cambiare aria, d’imparare la lingua, di approfittare di un paese scarsamente popolato. Si va in Australia per salvare le tartarughe, per guardare i canguri, per coltivare i campi.
Eppure, non basta questa disponibilità di terreni e natura a rendere salutare l’economia del paese in questione. Anche l’Austrialia, in fondo, è entrata in crisi e gli ultimi dati legati al mondo del lavoro, lo dimostrano bene.
L’economia australiana ha passato un periodo davvero interessante e positivo che faceva pensare che l’ascesa del paese fosse quasi “infinita”. Poi il dollaro australiano, sul mercato ForEX, è stato vittima di una battuta d’arresto. La prima spia utile per intuire che qualcosa non andava.
►Australia, Regno Unito, Canada e il mondo ForEX
Adesso la pubblicazione dei dati sul tasso di disoccupazione registrato alla fine di marzo, confermano il sentiment. In Australia, infatti, la disoccupazione è aumentata dal 5,4 al 5,6 per cento in un mese. Questo vuol dire che il numero dei disoccupati è salito a 36100 unità.
Il dollaro australiano non ha reagito per niente bene alla notizia: c’è stato un incremento delle vendite ed ora è partita la rincorsa al vecchio tasso di cambio con il dollaro. Il cambio EUR/AUD, invece, resta a quota 1.2420.
Quanto è ricca l’Australia
Ci sono nel mondo dei paesi perennemente in crisi o in difficoltà da troppi anni e ce ne sono altri che invece non attraversano la recessione da tempo. In quest’ultimo insieme, fatto di isole felici, rientra anche l’Australia che non parla di recessione da circa 21 ani anni. Anzi il PIL del paese ha superato quello rilevato in Spagna, ma il governo ha deciso ugualmente di tagliare la spesa pubblica.
Quest’ultima decisione ha messo la pulce nell’orecchio degli investitori che adesso cercano di capire se sia prevenzione o se al contrario ci sia qualche problema economico non ancora venuto allo scoperto. L’Istituto nazionale di statistica del paese ha pubblica la settimana scorsa i dati sull’economia australiana nel 2012.
►Australia, Regno Unito, Canada e il mondo ForEX
Si è notato che nel clima di crisi internazionale, l’Australia ha continuato a crescere sia dal punto di vista della produzione, sia per quanto riguarda le importazioni. Insomma tutto funziona e nel 2012 l’Australia è addirittura cresciuta più che nei cinque anni tra il 2008 e il 2012. Molto di questo momento di gloria prolungato si deve anche al fatto che i tassi d’interesse applicati per i prestiti sono più barri rispetto agli altri paesi dell’occidente e questo ha pompato molto i consumi interni, aumentando la ricchezza delle famiglie.
Nessun allarme ma l’Australia è in deficit
La crisi, è brutto dirlo, accomuna molti paesi in Europa e negli altri continenti. In questi giorni giunge voce di un nuovo possibile deficit, quello dell’Australia, in conseguenza della pubblicazione dei dati PMI e della bilancia commerciale a cavallo del nuovo anno. Gli analisti sono però concordi nel ritenere che ci sono almeno tre buoni motivi per non allarmarsi.
► Il taglio dei tassi australiano
Il report sulla bilancia commerciale australiana ha fotografato un’altra situazione di deficit nel mondo e si tratta della situazione più critica raggiunta dall’Australia dal marzo del 2008. Sembra infatti che le importazioni di beni e servizi, anche a novembre, hanno superano le esportazioni di ben 2,46 miliardi di dollari australiani.
Il deficit, confermato a 2,21 miliardi, ha così raggiunto il picco massimo mai visto negli anni passati. Perché non occorre preoccuparsi? Prima di tutto perché se anche le importazioni sono in aumento sulle esportazioni vuol dire che i consumatori australiani stanno ancora spendendo e questo è sicuramente un dato positivo.
In più questo report – ecco il secondo motivo per non preoccuparsi – non tiene conto di quel che sta succedendo nel settore dei materiali del ferro, quindi non tiene in considerazione la ripresa trainata dall’aumento della domanda cinese.
In più o meglio infine, c’è da considerare l’intervento della RBA che ha tagliato i tassi d’interesse quattro volte nel 2012 ed intende sostenere con le stesse azioni l’economia locale.