Banco Popolare in difficoltà

 Il sistema bancario italiano ha dimostrato di essere molto più solido di altri sistemi omologhi in Europa ma questo non lo mette al riparo da alcuni elementi critici che vanno ad intaccare l’ascesa dell’uno e dell’altro titolo bancario. Stavolta, sotto la lente d’ingrandimento degli analisti, ci è finito il Banco Popolare che ha dichiarato al mercato che per la sua concessionaria Agos ci sono molte perdite.

 Banco Popolare in difficoltà

Bankitalia, intervenuta nella questione, ha perfino invitato gli ad del Banco Popolare ad operare una rettifica sui crediti. Questo vuol dire che entro la fine dell’anno i risultati andranno al di là delle stime originali fatte dagli analisti. Si allontaneranno ma per ora è indiscusso il Core Tier 1 superiore ai requisiti fissati dall’Associazione bancaria europea (Eba).

► Il patrimonio di MPS non è a rischio

Il Banco Popolare, dal punto di vista del mercato, si è comportato con molta chiarezza tanto che gli investitori hanno subito ipotizzato una perdita netta del titolo. Nel comunicato diffuso dai manager del gruppo bancario, sembra che il “buco” che sarà accusato alla fine dell’anno, si aggirerà intorno ai 330 milioni di euro.

Il brutto è che questa è soltanto la stima fatta per la chiusura dei bilanci alla fine dell’anno, ma non si esclude un incremento delle perdite. Preoccupa soprattutto Agos, la concessionaria della quale non si hanno ancora dati definitivi, se non quelli riferiti al 2012, quando ha inciso sulla perdita del Banco Popolare con un buco da 100 milioni di euro.

Fiducia per le banche centrali

 I mercati sono fiduciosi sul destino dell’Europa e per questo dimostrano con un’impennata degli indici, di fidarsi delle banche centrali. Lo spread italiano, tra l’altro, è tornato al di sotto dei 300 punti.

► Scende lo spred e vanno bene le banche

Le difficoltà economiche europee sono indiscusse e si accompagnano ad un’instabilità politica condivisa tanto che molti governi e gli investitori, hanno deciso di affidarsi alla politica bancaria delle banche centrali. La decisione di sostenere l’economia da parte della BCE e dei suoi omologhi, ha determinato un rialzo degli indici.

Anche per il FT la guerra di valute non esiste

Milano è cresciuta del 2,78 per cento ieri, ma anche Francoforte, Parigi, Londra e Madrid sono in ascesa, rispettivamente del 2,32%, 2,09%, 1,26% e 2,15%. L’entusiasmo dei mercati europei traina anche gli scambi di Wall Street che in questo momento si giova anche della scia positiva dei servizi. Il Dow Jones, quindi, cresce dello 0,6 per cento e il Nasdaq, con il +1,2%, arriva ai livelli massimi.

Niente entusiasmo sul fronte americano

Sul versante americano colpisce la battuta d’arresto del titolo Apple che è sceso sotto i margini definiti dalla capitalizzazione e viaggia sui livelli minimi da un anno a questa parte. A livello monetario, la FED ha deciso di continuare con il programma d’acquisto di 85 miliardi di euro di bond al mese, così tutte le divergenze sull’argomento sono state annullate da una scelta decisa.

L’altra banca centrale da tenere d’occhio è certamente quella giapponese che ha ribadito l’importanza e anche la necessità di acquistare titoli di stato a lunga scadenza.

Surroga a tasso variabile con Ing Direct

 Le banche più convenienti sono all’estero e questo, ormai, sembra un dato conclamato. Vuol dire che le banche straniere che operano nel nostro paese a lungo hanno proposto dei tassi d’interesse competitivi che adesso le rendono molto appetibili questi istituti di credito.

Le banche straniere sono più convenienti

Nella ricognizione odierna di Mutuisupermarket, la migliore surroga a tasso variabile è quella offerta da ING Direct che propone un TAEG del 3,62 per cento. Nella simulazione proposta dall’intermediario, poi, si scopre che le prime due rate sono più pesanti perché si applica un tasso variabile del 3,85%, poi però, dalla terza in poi, la rata scende da 727,66 a 692,79 euro.

Il conto corrente Arancio conviene sempre

Come il consolidamento è un’opportunità per chi ha tante rate da pagare e vuole coniugare tutto in un un solo pagamento a tassi convenienti, così la surroga diventa la soluzione ideale per chi vuole comprare casa in un momento di crisi.

Surrogare, infatti, aiuta ad eliminare parecchie spese. Per esempio sono assenti le spese iniziali, quelle per l’istruttoria, la perizia e per l’assicurazione scoppio e incendio, ma sono gratis anche le spese ricorrenti e l’imposta sostitutiva che non si applica nei casi di surroga.

Il tasso di partenza, infatti, è del 3,55 per cento, non molto distante dal TAEG ed è il risultato della somma tra l’Euribor a 3 mesi pari allo 0,2 per cento e lo spread del mutuo che è del 3,35%.

Il FMI trova la soluzione nell’unione bancaria

 Il Fondo Monetario Internazionale, per sé, non ha alcun interesse a raggiungere l’unione monetaria nel paese, anche perché il mercato creditizio americano funziona in modo molto diverso rispetto al mercato europeo. Il Vecchio Continente è il destinatario delle ultime riflessioni del FMI.

► La crisi nella zona Euro non è finita

Il fatto è che in Europa domina ancora l’incertezza politica e monetaria e ci sono alcuni paesi, come l’Italia, che non hanno ancora trovato un accordo sul governo e questo potrebbe mandare all’aria tanti piani dell’UE. Basta pensare a quello che è successo a Piazza Affari nei dieci giorni che hanno seguito le elezioni: sono stati polverizzati 17 miliardi di euro e lo spread è tornato a livelli “imbarazzanti”.

Scatta il tira e molla sui debiti tra UE ed Irlanda

Adesso, mentre si fanno tante ipotesi sui ministri e sul Presidente del Consiglio italiano, il FMI invita tutti a riflettere sull’opportunità dell’Europa di consolidare l’unione bancaria in modo che il programma di acquisti della BCE e la riduzione dei tassi d’interessi, siano efficaci anche in paesi “periferici” come l’Italia e la Spagna.

Per l’Italia, poi, l’auspicio del Fondo Monetario è che si prosegua sulla strada tracciata da Mario Monti. Gli analisti del FMI, infatti, notano che con il suo Governo tecnico, lo Stivale ha acquisito gli strumenti necessari per raggiungere il pareggio di bilancio in termini strutturali. Lo shock legato ad un eventuale ritorno alle urne potrebbe deprimere l’economia del Belpaese.

Si è ucciso David Rossi del MPS

 Quella del Monte dei Paschi di Siena è una vicenda che sta assumendo contorni grotteschi perché sembra che sia intimamente legata ad alcuni politici eletti nel nostro Parlamento, oltre che coinvolgere una fetta importante degli investitori del nostro paese.

 Su Mps si indaga sui rapporti Pd-Pdl

Ci siamo fatti molto domande in questi mesi, per cercare di capire che fine fanno i mutui e i prestiti accesi con il Monte dei Paschi, per capire quali sono i personaggi realmente coinvolti nello scandalo dei derivati. Il buco finanziario e la necessità di porvi rimedio, ha determinato però una disattenzione rispetto ai veri attori del MPS.

 Con MPS non ci sono rischi per mutui e conti

Per questo è stata accolta con molta sorpresa e costernazione, la notizia del suicidio del capo della comunicazione della Banca, David Rossi. Aveva 51 anni ed ha deciso di togliersi la vita nel suo ufficio. Non era indagato nella vicenda della Banca ma due settimane fa la sua casa privata e il suo ufficio, erano stati comunque perquisiti. Prima del folle gesto, sembra abbia lasciato un biglietto per la moglie con su scritto: “Ho fatto una cavolata”.

 Per i cittadini MPS è stata colpita dalla politica

Il fatto che non fosse indagato ma abbia subito una perquisizione, in aggiunta al biglietto, fa pensare che gli inquirenti fossero alla ricerca di prove che probabilmente restano ancora nascoste. Rossi, era considerato vicino a Mussari, il quale, alla Presidenza della banca, aveva preso il posto di Alessandro Profumo.

 Mps iscrive a bilancio le perdite ed esclude problemi di liquidità con il titolo aumenta in Borsa

Si aspetta il tonfo del titolo bancario in borsa.

 

Sconto di Webank sui mutui fissi di marzo

 Webank si conferma la banca più competitiva del momento, almeno per quanto riguarda i mutui a tasso fisso che a marzo sono offerti con uno sconto dello 0,20 per cento. Il mutuo a tasso fisso di Webank è pensato appositamente per le persone fisiche, residenti nel nostro paese da almeno tre anni che al momento della richiesta non abbiano superato i 60 anni.

Le banche straniere sono più convenienti

I vantaggi del prodotto sono nell’esiguità delle spese visto che sono pari a zero, così come è gratuita l’apertura del conto corrente e l’assicurazione obbligatoria all’acquisto degli immobili. Il mutuo sottoscritto deve essere usato per l’acquisto della prima e della seconda casa oppure per il pagamento delle spese di ristrutturazione.

Le migliori proposte di mutuo di Mutuisupermarket

Il tasso è fisso ma ci sono degli sconti, come quello del mese ed un tasso modulato sulla base dell’importo del mutuo e della durata del piano d’ammortamento. Entriamo nel dettaglio della proposta: il tasso finito è dato dalla somma tra l’IRS di durata e lo spread. Quest’ultimo cambia sulla base dell’importo del mutuo richiesto.

Per tutti i mutui fino a 125 mila euro, con piani di rimborso ventennali lo spread è del 3,10 per cento ma per piani di rimborso di 25 anni, il differenziale sale al 3,20 per cento. Per gli importi che superano i 125 mila euro, invece, con un piano di rimborso a 20 anni, lo spread è al 3 per cento e diventa del 3,10 per cento se si ripaga il mutuo in 25 anni.

La promozione valida per questo mese consiste in uno sconto dello 0,20 per cento sugli spread dei mutui richiesti entro il 31 marzo 2013 con l’impegno a rogitare entro il 30 giugno del 2013.

Londra contro legge superbonus

 L’intenzione delle banche del Regno Unito e della City londinese, che rappresenta il cuore pulsante della finanza europea, è quella di fare causa all’UE stessa, nella speranza di non vedere operanti le norme che prevedono un tetto ai bonus dei manager e dei supermanager di Londra.

> Bruxelles pronta a mettere un tetto ai bonus dei manager

Lo rivela il Financial Times, che parla di una consulenza legale che sarebbe stata chiesta dai rappresentanti delle banche del Regno Unito allo studio Shearman & Sterling per invalidare la nuova normativa comunitaria, sulla base del fatto che quest’ultima sarebbe in realtà contraria al trattato che vieta la regolamentazione dei salari negli Stati appartenenti all’Unione Europea.

La normativa europea sulla limitazione delle parti variabili delle remunerazioni, inoltre, secondo gli stessi legali, sarebbe contraria a quanto affermato nelle costituzioni di alcuni stati membri, come Austria, Germania e Polonia.

Sui tetti ai superstipendi parla l’SPD

L’opinione pubblica inglese, tuttavia, non sembra essere dalla parte delle banche né condividere questa loro presa di posizione, ma anzi sembra vedere di buon occhio l’iniziativa comunitaria di imporre un tetto ai bonus dei manager sulla base di limitazioni analoghe che diventeranno presto legge in Svizzera, in seguito al recente referendum, e in Germania.

Barclays suggerisce le commodities per il 2013

 In un periodo di forte crisi economica anche le commodities tradizionali possono perdere appeal perchè i paesi che storicamente “ordinavano” un certo materiale, possono rallentare e determinare un aumento dei prezzi. Risulta quindi molto interessante la proposta della banca Barclays che ha illustrato le commodities di punta del 2013.

Le banche straniere sono più convenienti

Il primo dato preso in considerazione dalla banca inglese è relativo al rallentamento dell’economia cinese che potrebbe determinare un aumento dei prezzi dei metalli usati nel settore industriale. Di conseguenza, nei prossimi trimestri è meglio investire su: petrolio, nikel, oro, palladio, platino, alluminio e rame. Vediamo alcune di queste materie prime.

Secondo Barclays i problemi arrivano da Berlusconi

Il petrolio dovrebbe avere un buon “futuro”, visto che la spinta al ribasso dovuta alla crisi delle grandi economie è perfettamente controbilanciata dall’incremento della domanda che arriva dai Paesi emergenti. Per questo il prezzo del petrolio al barile dovrebbe passare dai 119 ai 130 dollari nel secondo trimestre e  poi ci dovrebbe essere una nuova contrazione nel terzo e nel quarto trimestre, quando il barile arriverà a costare 126 e 125 dollari.

Barclays crede al trend rialzista dell’oro, dovuto in parte alla domanda fisica di questo metallo e in parte agli investimenti fatti sul materiale. Il prezzo dell’oro dovrebbe arrivare a 1825 dollari l’oncia nel terzo trimestre per poi chiudere l’anno con una piccola contrazione fino a 1795 dollari l’oncia.

 

Scende lo spred e vanno bene le banche

 Le difficoltà economiche che interessano l’Italia, sono condivise con il resto dell’Eurozona ma oggi la cronaca finanziaria non sembra essere interessata alla decrescita del PIL, quanto piuttosto alle decisioni delle diverse banche centrali che stanno cercando di convogliare gli sforzi per sostenere le economie dei diversi paesi.

L’Istat manda a picco Piazza Affari

Il fatto che tutti siano concentrati sulle banche centrali, si evince anche dalla chiusura delle borse di Wall Street ieri sera e di Tokyo stamattina. La borsa americana è cresciuta poco ma è in ascesa dello 0,27%, resistendo alle cattive performance di un titolo importante come Apple. Tokyo, invece, ha chiuso ugualmente in positivo trainando verso l’alto le piazze europee, Milano, per esempio, ma anche Parigi, Londra e Francoforte.

In discesa il cambio tra euro e dollaro americano

Mentre per l’Italia scende lo spread, è in corso l’Ecofin, dove, per il nostro paese, partecipa il ministro uscente dell’economia, Vittorio Grilli. All’ordine del giorno ci sono il superbonus per la banca e il sistema bancario Basilea 3 che, inizialmente hanno messo d’accordo tutta l’Europa.

Le borse di tutto il mondo, comunque, sono in rialzo dopo le dichiarazioni del vice presidente della Fed e del governatore in pectore della Bank of Japan, riguardo la necessità di continuare nel caso dell’America con il programma di acquisto mensile dei bond e nel caso del Giappone con l’acquisto dei titoli di stato a lunga scadenza.

Le banche straniere sono più convenienti

 Per l’acquisto di una casa in Italia, l’offerta di mutui fatta dalle banche straniere, è sicuramente più conveniente di quella degli istituti di credito nostrani. A dirlo è una recente ricerca dell’istituto tedesco Qualità e Finanza che ha scandagliato l’universo dei  mutui casa e dei prestiti nel nostro paese.

Pratico e vantaggioso: il variabile di Deutsche Bank

Il risultato dell’indagine è che le banche estere sono le più convenienti ed in particolare si fa riferimento all’offerta di ING Direct, olandese, e a quella della Deutsche Bank tedesca. Le condizioni proposte da questi due istituti di credito attivi nel nostro paese, supera di molto l’offerta di banche popolari e casse di risparmio.

Le migliori proposte di mutuo di Mutuisupermarket

I mutui a tasso fisso, ad esempio, oggi arrivano spesso al 7 per cento, ma questo tasso finito si può ridurre di molto se ci si rivolge a d una banca straniera. In più questi istituti di credito offrono anche servizi accessori che i clienti-mutuatari trovano molto convenienti. Per esempio la trasparenza dei documenti, l’assistenza personalizzata, la varietà della proposta per il risparmio e l’investimento.

A seguire, dopo ING Direct e Deutsche Bank, si piazzano Barclays e Credem, l’unica tra le banche italiane a spuntarla insieme agli stranieri. Lo studio, in più, conferma la qualità e la convenienza anche delle banche online e in particolar modo di Iw Bank e Webank, entrambe considerate da Mutuionline e Mutuisupermarket, come detentrici delle migliori proposte di mutuo.