Crédit Agricole in perdita nel 2012

 Crédit Agricole ha registrato una perdita economica eclatante con riferimento all’anno d’esercizio 2012. Si parla di un buco di 6,5 miliardi di euro, un record, in senso negativo, che spazza via le peggiori performance della banca risalenti al 2001.

 Il BTp a 15 anni fa “strage di cuori”

Secondo molto analisti, le perdite precedenti erano legate al passaggio della banca dall’essere una struttura privata, all’essere una struttura pubblica. Mentre adesso a gravare sui conti francesi ci sono le ferite ancora aperte in Grecia e in Italia. Per esempio Crédit Agricole ha venduto la sua costola greca Emporiki ma sulla vendita, l’imposizione fiscale, è stata giudicata eccessiva. Si unisce a questo discorso anche quello sulle svalutazioni, di ben 4,53 miliardi di euro, legate agli asset italiani.

 Conto ProvaCi Più di Cariparma

Crédit Agricole, dunque, risulta penalizzata da quel che è accaduto nel Sud dell’Europa dove il gruppo bancario in questione aveva disseminato una serie d’importanti filiali. Mentre si è tirata fuori da Intesa Sanpaolo, Crédit Agricole è rimasta fortemente legata alla Cariparma che nell’ultimo trimestre del 2012 ha fatto segnare -1o milioni di euro e una svalutazione preoccupante sui crediti.

In Grecia, invece, quello che è accaduto è stato più drammatico visto che il gruppo francese ha pagato 2,2 miliardi di euro l’acquisizione di Emporiki e poi ha dovuto cedere la stessa banca greca al prezzo di 1 euro. Il piano che hanno in mente gli ad della banca adesso, sono relativi ad una riduzione dei costi che potrebbe avere effetto sul medio termine.

Gli ostacoli al new deal di Shinzo Abe

 Da quando il Giappone ha deciso di lavorare sullo yen, d’indebolirlo per rilanciare l’economia in difficoltà, si è tornati a parlare, a livello internazionale, di guerra delle valute. Ci è voluto un po’ di tempo e un meeting europeo, per ricucire gli strappi e arrivare alla conclusione che non esiste alcuna battaglia valutaria.

Con Abe cambia il Giappone e il suo futuro

Di fatto la strategia scelta da Shinzo Abe per il suo paese è la definizione di una politica monetaria piuttosto che l’insistenza sul rilancio della produttività del paese. Questa caparbietà ha fatto sì che il primo ministro perdesse il sostegno di alcuni uomini chiave ed ora, del suo nuovo obiettivo, quello di raggiungere il 2 per cento d’inflazione, si parla con  molto scetticismo.

L’avvio di settimana di Wall Street e Tokyo

Fino a questo momento Abe ha proposto la stampa illimitata di denaro ed ha indebolito lo yen del 13 per cento rispetto al dollaro. Per raggiungere il traguardo del 2 per cento d’inflazione, bisogna rintuzzare l’aggressività della politica monetaria. Non è d’accordo con la linea definita, il ministro delle finanze, contrario all’acquisto di titoli di Stato stranieri per indebolire lo yen.

Sembra sia venuto a mancare anche il sostegno della Banca centrale giapponese che dichiara di non avere gli strumenti necessari per raggiungere i nuovi obiettivi che comunque diventeranno tangibili soltanto a distanza di mesi. L’ultimo ostacolo al new deal di Abe è rappresentato dal fatto che questa insistenza sulla debolezza dello yen sta diventano ingestibile e presto provocherà si una guerra, ma interna al Giappone.

Ancora in discesa i prestiti per le famiglie e le imprese italiane

 La discesa dei prestiti per le famiglie e per le imprese a gennaio del 2013 si è attestata ad un -3,3%, contro il -2,5 che si era registrato a dicembre dello scorso anno. Secondo l’Abi, che riporta i dati sui prestiti nel suo bollettino mensile, questo calo è in linea con il trend delle altre grandezze economiche, ossia Pil e investimenti.

► Se i mutui sono costosi è colpa dello spread

Una diminuzione di questa grandezza non si era mai verificata dall’inizio delle serie storiche (1999), ma non è un fenomeno che stupisce più di tanto dato il difficile periodo che sta attraversando l’Italia, per la quale sono stati previsti ben sei trimestri di sofferenza. Sofferenza che si esplica anche nei dati relativi alla rischiosità dei prestiti.

Le sofferenze nette delle banche, secondo quanto riportato dal Bollettino, si sono attestate a quota 64,3 miliardi alla fine del 2012, le lorde sono arrivate a 125 miliardi. Secondo lo chief economist dell’Abi non è lecito parlare di emergenza, ma dato che i tempi della recessione in Italia si stanno allungando, sono comunque dati che vanno tenuti sotto stretta osservazione, soprattutto per i primi tre mesi del 2013.

► Calano i mutui e salgono i prestiti

Questi dati hanno portato il presidente dell’Abi Gianfranco Torriero a comunicare che l’associazione prevede di rivedere al ribasso le previsioni di crescita del paese, anche sulla scorta degli ultimi dati Inps.

 

Su Mps si indaga sui rapporti Pd-Pdl

Si approfondisce l’indagine sui rapporti tra la banca Monte dei Paschi di Siena e la politica. Ora si indaga su una ipotesi che riguarda una possibile spartizione tra il Pd e il Pdl. In particolare, i pm indagano sui rapporti tra Verdini e Ceccuzzi.

La Consob apre al reato di manipolazione del mercato Mps

Gli interrogatori del segretario regionale del Pd Andrea Manciulli e del Coordinatore di Fli Angelo Pollina riguardano i presunti accordi tra il Pd e Denis verdini del Pdl. L’ipotesi è che ci sia stata una spartizione con posti nei consigli di amministrazioni e finanziamenti a imprese amiche in cambio di minore opposizione nei rapporti fra la maggioranza e l’opposizione. Si lavoro per vedere l’autenticità di un documento che rappresenterebbe una sorta di patto tra l’onorevole Franco Ceccuzzi e il coordinatore del Pdl Denis Verdini. Nel documento ci sarebbero i dettagli dell’accordo con le controllate e i rapporti politici. I due nomi figurano nel documento, ma non ci sono le firme e quindi si sta valutando se sia autentico.

Per i cittadini Mps è stata colpita dalla politica

L’onorevole Ceccuzzi ha smentito di avere fatto accordi con Verdini e si mette a disposizione dei magistrati.

È stato confermato l’arresto di Gianluca Baldassarri, l’ex capo area finanza di Mps, da parte del gip di Milano Alfonsa Maria Ferraro. Nell’ordinanza il gp ha scritto: “I vertici di Mps erano consapevoli delle operazioni in derivati che stavano portando avanti e ne hanno nascosto i contratti nel corso delle ispezioni della Banca d’Italia”.

La Consob apre al reato di manipolazione del mercato per Mps

La questione della banca Monte dei Paschi di Siena si arricchisce sempre di nuovi particolari e anche la giustizia formula nuove ipotesi di reato. Il pubblico ministero della Procura di Siena Antonino Nastasi ha acquisito dei nuovi documenti che riguardano la cosiddetta “banda del 5%” e che sono gravi. I documenti sono arrivati al pm dalla Consob. Sono due documenti, una “Relazione per la Commissione” e una “Nota Tecnica” redatta dall’Ufficio Abusi di Mercato.

Nel caso Mps è stato interrogato Baldassarri

La denuncia parla di illecito come manipolazione del mercato e si riferisce ai comportamenti degli esponenti della Banca Monte Paschi di Siena SPA “nella strutturazione di un’operazione di rafforzamento patrimoniale per l’acquisizione di Banca Antonveneta SPA e alle informazioni circa il patrimonio di vigilanza e i coefficienti patrimoniali di Banca Mps SPA esposte nella relazione semestrale al 30 giugno 2008”.

Per i cittadini Mps è stata colpita dalla politica

Nella Relazione per la Commissione trasmessa alla Procura si legge che nella riunione che c’è stata il 7 Dicembre il dottor Antonino Nastasi ha chiesto che la Consob formulasse delle proprie valutazioni sui possibili illeciti di manipolazione del mercato da parte dei vertici di Mps. L’operazione sotto osservazione è quindi l’acquisizione di Banca Antonveneta.

La Consob ha fatto quindi delle verifiche ed è arrivata alle sue conclusioni che ha inviato alla procura di Siena. I responsabili della Consob hanno scritto: “Dall’esame dei documenti emergono elementi sulla base dei quali appare opportuno comunicare alla Procura di Siena che potrebbe essere configurabile il reato di manipolazione del mercato, previsto dall’articolo 185 del decreto legislativo n. 58/1998”.

Il calendario economico del 19 febbraio

 Nella giornata di oggi ci sono numerose pubblicazioni che possono incidere sull’andamento delle principali monete in circolazione, come l’euro, lo yen, il dollaro canadese o quello australiano. Le pubblicazioni cui facciamo riferimento sono le minute delle banche centrali, la definizione dell‘indice ZEW per l’UE e la panoramica sulle vendite al dettaglio in Canada.

 Previsioni BCE per il biennio 2013/2014

Iniziamo dal primo dei market mover in elenco: le minute delle banche centrali. Già nella notte la Bank of Japan e la Reserve Bank of Australia, avrebbero dovuto pubblicare delle minute relative alla politica monetaria scelta dai loro consigli direttivi.

In queste minute oltre alle indicazioni operative, sono riassunti i dati dell’economia di riferimento, le statistiche più importanti del paese e un quadro complessivo sulla situazione finanziaria del paese. Si tratta di documenti tenuti in grande considerazione dagli investitori del Forex per capire le prossime mosse valutarie.

► Germania tra PIL e guerra delle valute

L’indice ZEW, invece, è qualcosa di squisitamente europeo e misura il sentiment degli investitori in relazione all’Eurozona (basso impatto) e in relazione ai singoli paesi. L’indice ZEW di oggi riguarderà la Germania ed avrà un impatto massimo, ma sarà anche pubblicato quello relativo all’Eurozona. Valori superiori alle aspettative, potrebbero determinare un apprezzamento della moneta unica.

Per quanto riguarda le vendite all’ingrosso in Canada, si tratta di un indice che ha delle correlazioni positive con la moneta di riferimento nel paese.

Per i cittadini MPS è stata colpita dalla politica

 L’andamento di un titolo in borsa dipende sicuramente dalle vicende interne all’azienda, all’istituto di credito e via dicendo, ma è legata anche molto alle percezioni degli investitori. Dopo la pratica adottata da molti di condividere il debito grazie all’emanazione delle obbligazioni, tra gli investitori ci sono anche tantissimi “cittadini comuni” con il pallino del trading online.

Nel caso MPS è stato interrogato Baldassarri

Per questo è giustificata ed interessante la ricerca condotta da Voices From the Blogs, cioè l’Osservatorio sui social media dell’Università statale di Milano, sul caso del Monte dei Paschi di Siena.

 Cosa pensa la politica dell’affare MPS

Il sondaggio è partito dall’analisi di ben 63 mila tweet postati dagli utenti per commentare il caso dell’istituto di credito senese. Le conclusioni che si possono elaborare sono numerose ma una, in particolare, assume importanza rispetto all’andamento degli investimenti e risponde alla domanda: chi ha causato il disastro MPS?

 Bankitalia e il prestito segreto a MPS

In pratica dall’analisi dei tweet pubblicati si è cercato di capire a chi attribuiscono la colpa della crisi della banca, i cittadini. La risposta non è scontata nel senso che la responsabilità dell’accaduto non sembra essere tutta sulla testa dei banchieri ma sembra invece che sia nelle mani della classe politica che ne fa le spese anche in termini di “immagine”.

Quello che colpisce maggiormente nella vicenda, quindi, è “la faccia tosta dei politici”, e “cacciarli” sarebbe l’unica soluzione proposta dai cinguettatori.

Nel caso MPS è stato interrogato Baldassarri

 Il caso MPS, secondo molti esperti del mondo finanziario, è stato soltanto la punta dell’iceberg del malcostume del nostro management. Eppure sentiremo parlare ancora per parecchio del tempo dell’istituto di credito senese, visto che sono in corso degli interrogatori molto importanti.

Uno degli ultimi in ordine cronologico è stato quello dell’ex capo dell’area finanza della banca, Gianluca Baldassarri, sentito dal Gip di Milano nel carcere di San Vittore a poche ore dall’interrogatorio di Giuseppe Mussari a Siena. Quest’ultimo, nel capoluogo toscano, era stato accolto dalle proteste della popolazione, che gli hanno lanciato addirittura delle monetine.

 Per i cittadini MPS è stata colpita dalla politica

Dopo l’interrogatorio, per Gianluca Baldassarri, il Gip ha chiesto la convalida del fermo e poi anche la custodia cautelare perché si teme una una fuga dell’interessato e il possibile inquinamento delle prove a suo carico. Anzi, il Gip di Milano, sentiti i colleghi di Siena, ha messo nero su bianco alcuni atteggiamenti di Baldassarri che ne confermano la malafede: l’aver nascosto la cassaforte dell’ex direttore generale di MPS, il contratto con l’operazione Alexandria e la banca giapponese Nomura cercando di ostacolare la vigilanza di Bankitalia, il tentativo di pilotare più testi e smobilitare titoli.

 Bankitalia e il prestito segreto a MPS

Baldassarri si è difeso da queste accuse dicendo che non c’era alcun contratto nascosto, ma tutt’al più conservato in cassaforte e ha dichiarato anche di aver messo sempre al corrente i manager dell’acquisizione dei titoli, come vuole la prassi.

La situazione di MPS si complica così come le condizioni del titolo in Borsa. Si aspetta con fiducia il resoconto della settimana di contrattazioni.

Commerzbank in crisi, un 2012 disastroso

 Non è tutto oro quel che luccica, anche se si parla di realtà tedesche e anche se la protagonista della vicenda è la seconda banca della Germania. Il 2012 di Commerzbank, infatti, si è chiuso con un crollo incredibile degli utili che ha falciato anche il risultato operativo di questo istituto di credito semipubblico.

 Test per la moneta unica

A parlare, sotto la pressione dei media che vogliono vederci chiaro, è stato il presidente Martin Blessing che pur avendo rinunciato al suo bonus, non ha potuto schivare le critiche, visto che un ritorno economico, nonostante la crisi l’ha avuto raddoppiandosi lo stipendio.

Poi, alle cattive performance della CommerzBank si sono aggiunti i risultati deludenti del PIL e questo ha determinato un aumento della tensione finanziaria intorno alla Germania. L’istituto tedesco, adesso, dovrà necessariamente affrontare un piano di ristrutturazione che comporta l’intervento dello Stato, visto che dopo l’avvio della crisi nel 2008-2009, la banca fu salvata con il contributo statale.

 Germania tra PIL e guerra delle valute

Nel 2012, per restare in tema, gli utili di Commerzbank sono scesi a sei milioni di euro ed è un risultato catastrofico se si fa un confronto con il passato prossimo, quando gli utili andavano oltre i 600 milioni di euro. Oggi la situazione è aggravata dalle pessime prospettive dell’Eurozona. Il non pagamento delle cedole degli azionisti, è soltanto il primo passo verso la ristrutturazione.