Scandalo tassi Euribor ora tocca alle banche tedesche

 Nel mirino degli inquirenti sono finite Deutsche Bank, Portigon e altri due istituti importanti con la stessa accusa che era stata fatta, ad esempio, a UBS, il colosso svizzero, e Barclays, ossia il maneggiamento dei tassi di scambio interbancari (Libor ed Euribor) che regolano il costo dei prestiti da una banca all’altra, riuscendo così ad ottenere una maggiorazione degli introiti.

► Scandalo Libor: UBS pronta al patteggiamento che le costerà un miliardo di dollari

Quindi i banchieri di Angela Merkel saranno messi sotto la lente di ingrandimento della Bafin -l’autorità federale di controllo del sistema bancario- con particolare attenzione a Anshu Jain, co-numero uno della Deutsche Bank insieme a Juergen Fitschen.

Il suo posto è a rischio, così come quello degli altri manager che potranno risultare coinvolti nella faccenda. Per ora la Bafin sta mettendo in pratica una sorta di strategia della sorpresa, con visite non programmate nelle sedi degli istituti coinvolti alla ricerca di materiale e documentazioni che possano o scagionare o accusare in modo definitivo le banche e i loro quadri.

► Scandalo tassi interbancari: come cambierà la situazione?

A dare la notizia in anteprima è stato lo Sueddeutsche Zeitung, il quotidiano liberal di Monaco nella sua versione on line, ma,ancora, nessuno degli istituiti coinvolti o presunti tali ha dichiarato nulla. La paura, infatti, è quella di screditarsi agli occhi del mercato internazionale.

Continua il credit crunch per le imprese

 La crisi economica sembrava aver avuto una battuta di arresto quando lo spread aveva iniziato a diminuire. Questo, almeno, è quanto accaduto sulla carta che però non ha trovato una realizzazione pratica e le imprese ne continuano a risentire.E‘ dalla metà del 2011 che le banche non concedono prestiti alle aziende che si trovano, ora, a dover combattere ancora con una mancanza di fiducia da parte delle banche che sta mettendo in ginocchio anche quelle imprese che sono riuscite a superare il periodo più nero della crisi.

Chiuse mille imprese al giorno nel 2012

La prima grande flessione del credito c’è stata fra la metà del 2009 e la metà del 2011. Un periodo di circa 18 mesi nel quale le aziende si sono viste negare fiducia e contanti dagli istituti, con le conseguenze che tutti conosciamo. Alla fine del 2011 sembrava che la situazione potesse migliorare, invece, come fanno sapere dalla banca D’Italia:

i prestiti bancari alle imprese hanno continuato a flettere. In novembre erano in ribasso di circa il 6 per cento rispetto a un anno prima.

Euro e indebitamento delle famiglie

E’ lo stesso Squinzi, presidente di Confindustria, a porre l’accento su una seconda fase del credit crunch, che va a colpire quelle aziende che fino ad ora sono riuscite a mantenersi sane. Il tanto desiderato abbassamento dello spread c’è stato (in estate siamo passati da 500 a 260 punti base) ma non ha trovato, poi, una risposta sul campo dell’economia reale, né per le famiglie e né per le imprese.

 

A sorpresa il miglior mutuo è quello di BNL

 Sul predominio di Webank nel campo dei mutui a tasso variabile, ormai, non c’erano più dubbi, invece, dall’ultima ricognizione delle migliori offerte del mercato effettuata da Mutuionline, si scopre che l’offerta vincente a tasso variabile è quella di BNL.

La Banca Nazionale del Lavoro che fa parte del Gruppo BNP Paribas, offre un mutuo a tasso variabile al 2,96% che, aggiunte tutte le spese, arriva ad un TAEG del 3,23%. A seguire, al secondo posto, l’offerta di Deutsche Bank. L’istituto di credito francese offre un mutuo variabile con TAEG al 3,24%. Soltanto al terzo posto si piazza l’offerta di Webank.

L’unica possibilità a tasso fisso è surrogare con BNL

Quest’ultima banca mantiene la leadership nel settore dei mutui a tasso fisso con un TAEG del 5,41%, perfettamente identico all’offerta di Iw Bank che insidia il primato. Al terzo posto, nella classifica dei mutui a tasso fisso, si piazza l’offerta di Barclays che ha un TAEG al 5,76%.

Interessante come in tutte e tre le offerte di mutuo a tasso fisso, per una richiesta tipo di 100.000 mila euro, il prezzo della rata del mutuo ventennale, sia identico per le tre banche e fisso a 673,84 euro.

Iw Bank è leader indiscussa nelle proposte di surroga, sia a tasso fisso (5,41%), sia a tasso variabile (3,29%).

Iw Bank: è la migliore surroga anche a tasso variabile

Tagli banche inglesi 2013

 Tremano le grandi banche. Le loro strutture, note per aver per permesso agli istituti internazionali di consolidare il loro primato in tutto il mondo,continuano ad essere vittime di tagli, per effetto di una situazione economica tutt’altro che favorevole.

I grandi istituti sono sempre più condizionati dalla pesantezza dei conti delle ultimi stagioni, i cui effetti stanno influendo non poco nella conduzione odierna.

Barclays

Fonti autorevoli affermano ad esempio che in Gran Bretagna Barclays avrebbe dato l’ok per un piano di taglio del 15% della forza lavoro in Asia, Giappone compreso, in particolar modo nel comparto dell’investment banking.

Morgan Stanley

Lo stesso provvedimento, quello dei tagli al comparto dell’investment banking, era stato già avviato in un recente passato da Morgan Stanley. La decisione è stata presa a causa dello scarso livello di marginalità creato dalle tradizionali attività di supporto alla sottoscrizione di azioni e bond, di advisory in generale e di consulenza nelle attività extra finanzarie.

Lloyds Banking Group

Quella che è la banca numero due del Regno Unito, dopo aver avviato modifiche significative ai vertici nella scorsa estate in seguito allo scoppio dello scandalo Libor, ha anche da poco intrapreso la strada per la riduzione degli organici in Europa, sempre per quanto riguarda le posizioni dell’investment banking. I tagli dovrebbero riguardare circa 2 mila dipendenti. Anche Lloyds Banking Group ha cominciato un piano di licenziamenti da oltre mille unità.

Cosa pensa la politica dell’affare MPS

 Il buco che Mussari ha creato nel bilancio del Monte dei Paschi in maniera opaca e il suo evitare, una volta a capo dell’ABI, che si andasse a frugare tra i conti dell’istituto senese, ha sbilanciato molto la campagna elettorale.

Cosa succede adesso ai mutui e prestiti MPS

L’affare Monte dei Paschi, infatti, è un affare tutto italiano. Basta pensare che il governo aveva pensato di emanare dei bond per finanziare la ristrutturazione della banca. Stiamo parlando dei famosi Monti-bond, ma che ne pensano i politici di tutta questa storia dei derivati?

► Quanti soldi in fumo per il Monte dei Paschi

Il dibattito è molto acceso tra il PD e i centristi. Monti, ad esempio, partecipando ad una conferenza stampa a Davos, ha avuto la possibilità di chiedere ai suoi avversari di non tirare l’argomento Monte dei Paschi dentro i temi della campagna elettorale. In particolare Mario Monti si è rivolto a Pierluigi Bersani dicendo al leader del PD di non parlare di “polvere sotto il tappeto” visto che espressioni del genere alimentano l’idea che ci sia ancora qualcosa da nascondere nei bilanci del Belpaese e questa convinzione, sui mercati internazionali, non fa certo guadagnare terreno al nostro paese.

► MPS zavorrata dalla questione derivati

Il ministro dell’economia Vittorio Grilli, invece, per sedare gli animi di chi ci vuole vedere chiaro fino in fondo, ha detto di essere pronto a riferire in Parlamento.

Monte dei Paschi crolla ma non trascina Piazza Affari

 Dopo le dimissioni di Mussari è iniziato il dibattito sulla situazione del sistema creditizio italiano, visto che nel nostro paese ci sono i commissari del Fondo monetario internazionale per sottoporre le banche tricolore ad un vero stress test.

 MPS zavorrata dalla questione derivati

Il buco aperto dal presidente dimissionario dell’ABI nelle casse dell’istituto di credito senese, potrebbe inaugurare una nuova stretta creditizia nostrana ma l’eventualità non sconvolge più di tanto Piazza Affari.

Nel giorno in cui Wall Street è debole con il Dow Jones al +0,4%, il Nasdaq al -0,74% e lo S&P 500 al +0,1%, e nel giorno del tonfo di Apple con una perdita del 12,36% del valore delle azioni, Milano fa registrare un ottimo +1,01%.

 Cosa succede adesso ai mutui e prestiti MPS

La Borsa di Milano brilla anche rispetto alle consorelle europee dove la migliore performance se l’aggiudica Londra con una crescita dell’1,09%, seguita da Parigi, (+0,70%), Madrid (+0,61%) e Francoforte (+0,53%).

 Quanti soldi in fumo per il Monte dei Paschi

Il rally dei titoli bancari non mette a soqquadro la borsa italiana dove perde sicuramente terreno il titolo MPS che, sospeso per eccesso di ribasso, a fine giornata ha letteralmente polverizzato 267 milioni di euro. La borsa italiana – in generale – non soffre più di tanto le novità del panorama finanziario.

La nuova vita dell’Euribor

 Dopo la decisione di alcune banche di lasciare il gruppo di istituti di credito che contribuiscono alla creazione degli indici europei di riferimento e dopo il  varo conclusivo della riforma Basilea III, è arrivato il momento di far rinascere l’Euribor e modellarlo sulle nuove caratteristiche del mercato.

►  Banche in crescita dopo Basilea III

La modifica dell’Euribor, per lo stesso indice è una questione di sopravvivenza visto che dall’alto, dall’European Banking Authority , è arrivato l’invito ad essere più semplici, più autonomi e ad inserire più controlli. L’obiettivo generale è quello di evitare che un’oscillazione non prevista del tasso interbancario causi qualche danno di troppo.

L’Esma, per essere certa che il messaggio fosse chiaro, ha deciso di redigere un vero e proprio decalogo. In generale, entro 6 mesi, ci sono delle misure da prendere seriamente in considerazione. In primo luogo lo Steering Committee deve diversificare l’insieme dei membri che lo compongono, così da ottenere un’indipendenza superiore a quella attuale.

►  L’UE chiede più trasparenza sui conti

In più si deve fissare un’agenda di appuntamenti e far sì che si lavori per ridurre ad un numero massimo di sette, l’insieme dei tassi sul mercato. Si arriverà così ad avere più chiarezza anche nella definizione dell’Euribor. Sarà fondamentale avere un organo di supervisione in grado di riportare – se necessario – il mercato nella giusta direzione.

Quanti soldi in fumo per il Monte dei Paschi

MPS zavorrata dalla questione derivati. Dopo la scelta di Mussari di dimettersi, il titolo dell’istituto di credito senese ha iniziato a perdere quota ed ha zavorrato Piazza Affari. La borsa di Milano chiude ancora una volta in territorio negativo e   tutti additano le performance dei titoli bancari.

Ma di quanti soldi stiamo parlando? Alla fine, al di là del concetto di crisi legato all’istituto di credito italiano, in ballo c’è un bel gruzzoletto. Il titolo Monte dei Paschi, partiamo dalle performance di ieri, in un giorno soltanto è riuscito a bruciare qualcosa come 267 milioni di euro.

E’ facile dire che le azioni MPS sono state il peggior blue chip del listino nazionale. In termini percentuali il crollo del Monte di Paschi si è sostanziato in una perdita dell’8,43 per cento con un calo fino a 0,2541. Piazza Affari, visto l’andamento del titolo, ha deciso di prendere le distanze. In che modo?

► Scandalo Mps nel giorno dell’incontro con il Fmi

Sottolineando che sull’affare derivati ci sono ancora troppe cose da chiarire e se la vicenda non convince gli investitori, vuol dire che bisogna puntare sulla chiarezza. Il fatto è che il nuovo management si sarebbe accorto del problema con i derivati ad ottobre, senza poi annunciare il problema nel report del 14 novembre. Adesso, la banca vorrebbe circa 500 milioni di Monti-Bond ma il mercato non è disposto a prendersi il rischio.

 

In Europa il 2012 ha segnato la diminuzione degli istituti finanziari

La Banca Centrale Europea (Bce) ha comunicato i dati sul numero degli istituti finanziari e monetari in Europa e si nota una diminuzione di queste. Sono i dati dell’Eurotower che considera il numero degli istituti finanziari dal 1999. La diminuzione è del 28% nonostante il calcolo tenga conto anche dell’allargamento dei Paesi che fanno parte dell’Europa.

L’FMI mette sotto controllo l’economia italiana

I dati diffusi ieri della Bce sono aggiornati all’1 gennaio di quest’anno e mostrano gli effetti della crisi che l’anno scorso ha raggiunto dei livelli molto alti. Il numero delle istituzioni finanziari è sceso di 474 unità nello scorso anno. Il conto considera istituzioni finanziarie come banche centrali, banche commerciali, banche di risparmio, uffici postali con funzioni bancarie e cooperative del credito dell’Europa. Le istituzioni finanziarie monetarie sono passate da 7.533 a 7.059 con una diminuzione del 6%.

I dati di Bankitalia sugli investimenti

Tra i Paesi europei, l’Italia è quella che ha fatto registrare una delle diminuzioni peggiori. Infatti, la diminuzione di istituti finanziari in Italia è di 55 unità nello scorso anno. Alla base di questi dati ci sono gli effetti della crisi economica, la scarsa fiducia degli investitori e le difficoltà ad accedere ai fondi comuni.

Banche in fuga dall’Euribor

In Lussemburgo si registra un -124%, in Francia un -105%. Sono soprattutto gli istituti di credito, che in Europa sono la maggioranza degli istituti finanziari, a registrare una diminuzione importante.

FMI mette l’economia italiana sotto la lente di ingrandimento

 Al vaglio degli ispettori del Fondo Monetario Internazionale i conti di 16 paesi del mondo. Oltre all’Italia, sotto la lente di ingrandimento finiranno anche Svizzera, Canada, Belgio, Austria, Emirati Arabi, Argentina, Singapore, Congo, Guatemala e Vietnam. Il programma è il Financial sector assessment program e non è la prima volta che il nostro paese riceve visitatori da Washington, la precedente è stata in occasione dello stesso programma nel periodo 2004-2006.

Fmi su USA, Europa e politiche monetarie

Gli ispettori del Fondo Monetario sono arrivati allo scopo di fare un controllo sullo stato di salute dei conti italiani e, più genericamente, di tutto il sistema finanziario del paese, e prenderanno in esame la solidità del sistema bancario, le modalità di supervisione e l’efficacia dei regolatori, visitando Consob, Abi, Bankitalia e le principali associazioni di categoria.

Le intenzioni del Financial sector assessment program del Fondo Monetario Internazionale sono quelle di trovare e arginare delle potenziali situazioni di pericolo per il paese. Per l’FMI, infatti, è meglio prendere provvedimenti prima che il problema, o i problemi, si manifestino nella loro realtà. L’analisi del programma si focalizza su efficienza del sistema creditizio (soprattutto riguardo alle norme sulla trasparenza e all’attività dei regolatori), la solidità delle banche, le riserve di liquidità e la capitalizzazione dei grandi istituti.

Bankitalia sulla debolezza economica dell’Italia

Ma questa visita ha fatto scatenare più di una polemica: il Fondo Monetario Internazionale che ha sempre avuto parole molto dure per l’Italia e per il suo sistema di gestione economica. I primi a manifestare rimostranze sono stati Bankitalia e Abi.