Le Banche Centrali rimangono al centro dell’attenzione

 I mercati finanziari hanno chiuso il 2013 e iniziato il 2014 sostenuti da dati economici sempre più positivi provenienti dagli Stati Uniti. Siamo convinti che nel nuovo anno l’economia globale continuerà sulla strada di una moderata ripresa grazie agli aiuti delle Banche Centrali, in fase di accelerazione grazie al miglioramento nel più lungo termine dell’economia statunitense che sta diventando più sostenibile dopo anni di debolezza.

Sorgenia, necessario ristrutturare il debito

  O Cir perfeziona la propria proposta, aumentando il suo impegno nella ricapitalizzazione di Sorgenia, o saranno le banche a prendere il controllo della società energetica.

Il presidente di bankitalia Visco si aspetta altri trimestri difficili per le sofferenze bancarie

 Il governatore di Bankitalia Visco ha parlato della situazione economica in Italia e dello stato delle banche dimostrandosi cauto sulla ripresa. Nel corso del comitato esecutivo dell’Associazione bancaria italiana (Abi) che si è tenuto a Milano, il governatore Visco ha detto: “Abbiamo considerato la situazione congiunturale e, in particolare, abbiamo messo in luce le difficoltà e la lentezza della ripresa”.

La ripresa è lenta quindi per diversi motivi di tipo congiunturale. Nel nostro Paese le questioni della competitività delle imprese, della domanda e del mercato interno continuano a influenzare l’attività produttiva e dilatano nel tempo la ripresa.

 

L’evasore tipo secondo Bankitalia

 

Visco, all’esecutivo dell’Abi, ha parlato anche del tema delle sofferenze bancarie, dopo che le notizie di ieri hanno diffuso dati di crescita delle stesse. Le sofferenze bancarie sono ancora alte e il governatore di Bankitalia Visco ha affermato che resteranno “ancora per altri trimestri” a livelli elevati. La ripresa molto lenta abbisogna di tempo per fare rientrare le sofferenze e c’è anche da vedere quali effetti avrà la crisi economica sulle imprese. Il problema delle banche in Italia è il rientro dei prestiti ai privati, che spesso è difficile per motivi legati alla crisi delle imprese che in questi anni ha coinvolto l’attività produttiva in Italia.

Le banche in Italia sono ancora in sofferenza nonostante i vari test, i programmi di ristrutturazione e di riorganizzazione dei bilanci che le stanno interessando per farle rientrare nei parametri europei. Le banche italiane sono risultate essere in linea con i progetti dell’Unione bancaria in Europa, ma la questione delle sofferenze deve ancora essere superata.

Le sofferenze bancarie a quota 160 miliardi

 Le sofferenze bancarie crescono a causa della crisi economica. È questo il dato che emerge dal bollettino mensile emesso dall’ABI, l’Associazione Bancaria Italiana, secondo il quale le sofferenze nette sono salite nel mese di gennaio al livello record di 80,5 miliardi di euro, mentre quelle lorde hanno toccato i 160,4 miliardi di euro contro i 155,9 miliardi di euro del mese precedente.

In rapporto agli impieghi le sofferenze risultano pari all’ 8,40%, segnando due punti percentuali in più rispetto all’anno precedente. Un’incidenza così elevata dei crediti a rischio non si verificava da quindici anni, ossia dal mese di aprile del 1999 allorquando l’indice tra sofferenze e prestiti aveva raggiunto l’8,42%. Alla fine del 2007, il rapporto era al 2,8%.

 

Sofferenze bancarie ancora troppo elevate

 

A gennaio le sofferenze al netto delle svalutazioni ammontavano esattamente a 80,53 miliardi di euro, ossia 555 milioni in più rispetto al precedente mese di dicembre, e ben 16 miliardi di euro in più rispetto al dato di gennaio 2013. Il rapporto tra sofferenze nette e impieghi totali si è attestato al 4,38%.

Segnali lievemente migliori arrivano invece dal tasso sui prestiti erogati alle famiglie per i mutui: a febbraio l’indice si è assestato al 3,44%, rispetto al 3,5% di gennaio e al 3,76% di un anno prima.

Rallenta, a febbraio, la caduta dei prestiti bancari. Secondo il rapporto dell’Abi, l’importo globale dei finanziamenti ha segnato un’altra attenuazione della variazione negativa su base annua del -3% rispetto al -3,29% di gennaio e al -4,5% del novembre 2013. I finanziamenti alle famiglie e alle imprese si sono collocati a quota -2,9% contro il -2,3% a gennaio 2014 e il -4% a dicembre dell’anno precedente.

La banca d’affari Morgan Stanley coordina il collocamento di Mps

 Mps vende il 12% di Mps con un collocamento privato di azioni, per estinguere i debiti. A interessarsi dell’operazione – tecnicamente chiamata «accelerated bookbuilding» – è stata la banca d’affari Morgan Stanley. Ad incentivare a vendere è stato il prezzo in forte rialzo del titolo della banca.

Le proposte del governo Renzi per il settore dei prestiti e dei mutui

 Nel corso dell’ultima settimana il governo Renzi ha proposto una serie di interessanti misure che saranno presto attivate nel settore del credito, inerenti in particolare mutui e prestiti. Le proposte in questione sono state infatti presentate al Consiglio dei Ministri che si è tenuto mercoledì scorso, 12 marzo 2014, durante il quale sono state discusse sia le numerose misure elaborate dai gruppi di lavoro voluti da Matteo Renzi per il taglio del cuneo fiscale e del Jobs Act, sia le iniziative confluite nel Piano Casa presentato dal Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Maurizio Lupi. 

Prestiti personali, condizioni offerte e tassi di interesse a marzo 2014

 Per quel che riguarda i prestiti personali, la miglior proposta è la nuova offerta di Poste Italiane, che offre Prontissimo, un prodotto che può essere richiesto da tutti, che dà somme da 1.750 euro a 20mila euro; ha una durata che va da 24 a 84 mesi; e il rimborso avviene tramite addebito sul conto o tramite bollettini postali. In caso di estinzione anticipata non ci sarà alcuna spesa in più da effettuare.

Per S&P l piano di recupero crediti delle banche italiane è ancora lontano

 Per l’agenzia di rating Standard & Poor le banche italiane dovranno mettere da parte fino a 42 miliardi di euro in nuovi accantonamenti per le perdite sui redditi entro la fine del 2014.

Per l’agenzia, un pieno recupero per il settore, che è stato duramente colpito dalla crisi del debito nell’Eurozona e sta facendo fronte all’aumento dei crediti inesigibili, è rimasto lontano a causa delle deboli prospettive economiche dell’Italia e ha continuato con il deterioramento della qualità del credito.

Standard & Poor’s si aspetta che i crediti inesigibili in Italia per le banche possano salire a 310.000-320.000 milioni di euro entro la fine di questo anno, o circa il 18% dei crediti alla clientela.

 

In Italia si vede la ripresa economica ma la disoccupazione è alta

 

Questo costringerà gli istituti di credito ad accantonare un ulteriore 32-42 miliardi di euro a copertura delle perdite sui crediti tra giugno dello scorso anno e dicembre 2014, secondo le stime dell’agenzia.

Questi aspetti sono destinati a rimanere un onere per le banche italiane come la prolungata ripresa economica e l’aumento della disoccupazione che potrebbero portare a un ulteriore deterioramento della qualità dell’attivo.

Standard & Poor’s ha precisato che mentre la maggior parte delle banche dovrebbe essere in grado di generare profitti sufficienti a coprire l’aumento delle rettifiche su crediti, alcuni istituti di credito potrebbero avere necessità di ulteriori capitali.

L’agenzia non ha specificato quali banche potrebbero dovere raccogliere capitali, ma ha detto che i due più grandi istituti di credito, Intesa Sanpaolo e UniCredit, così come la maggior parte delle banche di credito cooperativo sono ben posizionati per soddisfare i nuovi requisiti normativi noti come Basilea III.