I debiti già pagati dalla Pubblica Amministrazione

 Continua senza sosta in Italia la maxi – operazione di saldo dei debiti maturati nei mesi precedenti dalla Pubblica Amministrazione italiana, che prima dell’ emissione dei primi provvedimenti risolutivi ammontavano a circa 40 miliardi di euro. 

Cresce la domanda di mutui ad agosto 2013

 I primi sei mesi del 2013 avevano fatto registrare una pesante contrazione della domanda dei mutui, che in questo modo seguiva alla perfezione la contrazione delle vendite di immobili che ha colpito il settore immobiliare nello stesso periodo. 

Come funzionano le assicurazioni sulle carte di credito?

 Un’assicurazione sulla carta di credito si configura come uno strumento finalizzato alla protezione dalle truffe connesse ai pagamenti elettronici o ai furti di prodotti acquistati con essa. Ciò non protegge i possessori dal comportamento scorretto delle banche.

Questo ‘accenno’ è necessario considerando che alcuni giorni fa la Financial Conduct Authority (Fca) ha imposto a 13 banche britanniche il risarcimento di oltre 1,3 miliardi di sterline verso 7 milioni di clienti indotti in maniera fraudolenta a stipulare assicurazioni sulle carte di credito.

Tra le barche indagate ci sono i seguenti istituti: Barclays, Santander, Morgan Stanley e Hsbc colpevoli di non aver informato a sufficienza i clienti prima della sottoscrizione della polizza. Tuttavia, l’assicurazione tutela quantomeno i titolari delle carte dai molti ladri di denaro elettronico.

Rimborsi

L’assicurazione sulla carta di credito è davvero utile? Una polizza sulle carte di pagamento può consentire un rimborso per

– le spese abusive effettuate con carta di credito;

– servizi e beni comprati con la carta;

– furto di prodotti comprati con carta;

– scippo dei soldi prelevati con carta bancomat;

Altre clausole

Altre clausole inerenti a una polizza assicurativa sulle carte di credito possono concernere i sinistri o le condizioni che non consentono un pagamento del debito. Con la sottoscrizione di queste condizioni il titolare tutelato anche nei casi di decesso, invalidità, malattia e altri imprevisti che fanno divenire difficoltosa l’estinzione del debito come anche la perdita del lavoro.

Costo delle assicurazioni per carte di credito

 

Tali assicurazioni non costano molto e possono essere un utile investimento nello specifico per quelle carte zero spese che non implicano altri costi.

A chi potrebbero giovare?

Di certo appaiono raccomandabili per chi utilizza spesso la carta di credito ed è quindi più soggetto a truffe o frodi.

Il costo di un conto corrente supera i 70 euro all’anno

 Una recente indagine compiuta dagli esperti della Banca d’ Italia ha fatto luce sulla situazione dei conti correnti e dei correntisti italiani. L’ analisi ha infatti riguardato il costo medio, cioè le spese, che i clienti – consumatori italiani devono affrontare ogni anno per usufruire del servizio più comune offerto dalle banche e dagli istituti di credito: quello che gli consente di depositare i propri risparmi e il proprio reddito all’ interno di un conto corrente.

Come crescono i depositi bancari degli italiani

Il dato macroscopico che gli analisti di Via Nazionale si sono trovati a rilevare è stato il fatto che in Italia, almeno nel 33% dei casi, i costi effettivi di un conto corrente superano quelli prospettati ai clienti nei fogli informativi prima dell’ adesione, costo che in genere dovrebbero aggirarsi intorno ai 70 euro.

L’home banking non è per tutti

Tutte le banche e gli Istituti di credito sono infatti tenuti ad informare preventivamente i clienti sul costo medio del prodotto finanziario che i clienti stanno per attivare prima dell’ apertura, e quest’ ultimo è in genere riportato sotto la voce di un indicatore, denominato ISCIndicatore Sintetico di Costo.

Secondo l’ analisi compiuta dalla Banca d’Italia, quindi, la maggior parte dei correntisti italiani per tenere aperto il proprio conto corrente sarebbe costretta a pagare fino al oltre 100 euro all’ anno, dal momento che il prodotto finanziario in questione non è perfettamente tarato sull’ esigenza dei consumatori, portati così ad accrescere il numero e il totale delle spese.

Le spese medie rilevate per un conto corrente ammontano infatti oggi a circa 104 euro.

 

Come migliorare il rapporto tra banche e PMI

 Se le banche concedono un prestito è perché hanno la certezza, grazie alle garanzie pretese, che quel credito sarà rimborsato. Il guadagno dell’Istituto è dato dagli interessi che si pagano sulla somma concessa in prestito.

 Novità sul Fondo di garanzia per le PMI nel Decreto del Fare

Un gioco molto facile che faceva stare tutti più o meno bene fino a che le imprese italiane, soprattutto quelle più piccole, non hanno iniziato ad affondare sotto i colpi della crisi, che ne ha tagliato le capacità produttive e la crescita, tanto da renderle un soggetto da evitare per le banche, che non vedono nessun guadagno possibile rispetto al rischio elevato di insoluto di un mutuo alle PMI.

Ma senza credito le PMI sono destinate alla morte, per questo è necessario cercare di risanare gli strappi tra i principali interlocutori economici italiani: una rinnovata collaborazione porterebbe enormi benefici da entrambi i lati. Vediamo quali sono i punti cardine di questo rapporto così come sono stati individuati da Fabio Bolognini (A.D. di Linker), esperto di finanza intervenuto all’ultimo convegno ABI sul rapporto Banche e PMI.

Oltre il bilancio

Le banche devono uscire dal circolo vizioso garanzia-prestito. Un sistema più morbido ed elastico che comprenda il rinnovo dei fidi e programmi di ristrutturazione, potrebbe essere la soluzione migliore per evitare le crisi di liquidità aziendali.

Premi per i più virtuosi

L’esperto parla di un sistema premiante per le banche che si sono mostrate più attive nel prevedere le crisi di impresa dei suoi clienti e nell’aiutarli.

► Prorogati i finanziamenti dell’ABI per le PMI

Maggiore collaborazione tra banche e imprese

Banche e imprese devono dialogare e condividere business plan, piano dei costi, gestione del magazzino e dei clienti e tutti gli elemneti necessari alla riuscita dell’impresa.

Mutui per possessori di Partita Iva – I migliori a tasso misto del 2013

 Chi possiede una Partita Iva, e quindi si configura come un libero professionista, dalle banche viene assimilato nella grande categoria dei lavoratori atipici, ossia quei lavoratori che non hanno uno stipendio fisso o un contratto a tempo indeterminato che possa essere usato come garanzia di fronte all’istituto bancario.

► Costi di gestione della Partita Iva

I liberi professionisti sono talmente scoraggiati da questa situazione che hanno rinunciato addirittura a chiedere prestiti e mutui, ma non tutte le porte sono chiuse, perché ci sono delle banche che hanno creato degli strumenti di credito appositamente studiati sulle esigenze di chi possiede una Partita Iva.

Un primo consiglio da seguire per ottenere credito per i liberi professionisti, è di orientarsi verso mutui a tasso fisso e variabile, che permettono di aderire meglio all’andamento non lineare del loro reddito. Le ciance di ottenere un mutuo aumentano se si scelgono prodotti con opzione di rinegoziazione.

► Obblighi fiscali e costi: quando conviene aprire la Partita Iva?

I migliori mutui a tasso misto per le Partite Iva

Mutuo Arancio di IngDirect: tasso del 4.395% per i primi 5 anni, con possibilità di passare al variabile o rimanere al fisso. Possibilità di rinegoziazione dopo 10 anni; la durata massima del mutuo è di 30 anni per un importo che copre non più dell’80% del valore dell’investimento.

Credito Emiliano (Credem) e Banca delle Marche: tasso misto del 5,72%, durata massima di 30 anni per l’80% dell’immobile.

UBI Banca: tasso al 4.055%, durata massima di 50 anni e copertura all’80%.

Finanziamenti per le start up – Le migliori offerte delle banche italiane

 Soprattutto durante la fase di avvio, le imprese hanno la necessità di un capitale da investire per far partire le attività. Ma non sempre questi fondi sono a disposizione di chi vuole fare impresa, specialmente quando a farlo sono i più giovani. Per questa categoria il Governo ha predisposto con il Decreto Lavoro delle interessanti agevolazioni, che potranno essere sfruttate d chi decide di aprire una start up.

Ma, anche con le agevolazioni, rimane sempre indispensabile provvedere a raccogliere i fondi per l’avvio delle attività che possono essere forniti anche dalle banche, attraverso i finanziamenti. In Italia ci sono diversi istituti di credito che hanno formulato dei finanziamenti ad hoc per le start up. Vediamo quali sono.

► Start up innovative: definizione, requisiti e agevolazioni previste con il Decreto Lavoro

Finanziamenti start up – Le migliori offerte delle banche italiane

Banca Marche – YOUSTARTUP!

Riservato ai giovani sotto i 35 anni, donne e lavoratori. Due tipi di finanziamento (prestito chirografario per un massimo 35 mila euro e mutuo fondiario, per un massimo 60 mila euro) da restituire in 60 – 180 mesi per donne e giovani e 48 – 120 negli altri casi con tasso variabile in base al prodotto.

BNL BNP Paribas – CrediAzienda BNL StartUp

Tasso fisso per un massimo di 50 mila euro da restituire in 19 – 120 mesi.

Banca Sella – Aziende Start Up

Prodotto specifico per l’acquisto di beni materiali e immateriali, di durata media o lunga con condizioni molto elastiche sui tassi.

Intesa San Paolo – Finanziamento Investimenti Business

Permette anche finanziamenti per investimenti già fatti, da restituire in un massimo 10 anni con tasso fisso o variabile, per un massimo di 750 mila euro.

Più donne manager per la Banca Centrale Europea

 Joerg Asmussen, uno dei membri del Direttorio della Banca Centrale Europea –BCE – ha recentemente annunciato che è intenzione dell’ Eurotower aumentare la percentuale delle donne inserite all’ interno dell’ organico dell’ istituto in posizioni di alto livello. L’ istituto di Francoforte guidato da Mario Draghi vorrebbe infatti portare la percentuale delle quote rose della Banca Centrale Europea almeno al 35%, assegnando posizioni da manager almeno di medio livello. 

Come crescono i depositi bancari degli italiani

 Un recente studio condotto da Unimpresa ha rilevato che negli ultimi mesi è tornata a salire la propensione al risparmio degli italiani, che ha subito un rialzo di un punto percentuale rispetto all’ anno precedente, così come confermato anche dall’ Istat. Nello stesso periodo, infatti, i risparmi italiani hanno subito un incremento del 5,55%, grazie una maggiore quantità di denaro che è rimasta depositata all’ interno dei caveau delle banche

Cresce la propensione al risparmio degli italiani

 Una recente indagine compiuta dal Centro Studi di Unimpresa ha rilevato che negli ultimi tempi è tornata a crescere la propensione al risparmio degli italiani. In effetti, gli ultimi dati relativi al calo dei consumi e alla flessione continua della vendite al dettaglio fanno decisamente pensare alla messa in atto di strategie di risparmio, che portano i risparmiatori a limitare le spese e a lasciare i soldi nelle banche.