Ulteriore contrazione dei prestiti nell’Eurozona a luglio 2013

 Anche nel mese di luglio il mercato finanziario non ha regalato novità agli osservatori europei della Banca Centrale – BCE – che per il settimo mese dell’ anno hanno riscontrato una ulteriore contrazione nel numero dei prestiti e dei finanziamenti concessi nell’ Eurozona dagli istituti di credito.

In discesa l’utile netto di Ubi

  I mercati spaventati dalla Siria fanno fatica ad entrare in terreno positivo. La decisione dell’America di entrare in conflitto con la Siria, da un momento all’altro, lascia nello sconcerto gli investitori del mercato globale. Crollano le borse da Tokyo all’Italia. Nel nostro paese a zavorrare piazza Affari ci pensano le banche e nell’asta del Tesoro cala anche la domanda di Ctz.

Le banche attraversano di nuovo un periodo di flessione e il caso emblematico che fa il giro di tutte le testate nazionali è quello di Ubi banca. L’istituto di credito in questione, infatti, annuncia un calo del profitto fino a 52,9 milioni di euro. Nella giornata di ieri il titolo aveva subito delle correzioni molto nette e nella giornata di oggi subisce un piccolo rimbalzo prima di allinearsi alla performance delle altre banche.

L’usura torna di moda soprattutto a Sud

Il problema è che i crediti vantati dalle banche stanno peggiorando in qualità e Ubi non è da meno nonostante poi la situazione siano meno grave che per altre banche vista la partecipazione di Intesa Sanpaolo. Ubi soffre non tanto per i risparmiatori che stavolta sembrano tenere a galla la banca, quanto piuttosto per i 153 milioni di euro di sofferenze legate all’IDI, l’ospedale romano in pieno dissesto finanziario.

 

Il FMI invita ad approfittare della politica accomodante delle Banche Centrali

 Sono piuttosto misurate e incoraggianti le parole di Christine Lagarde, direttrice del Fondo Monetario Internazionale – FMI – nei confronti della situazione economica globale. Il numero uno dell’ FMI ha infatti parlato ad un convegno organizzato dalla FED, invitando il mondo politico internazionale ad approfittare delle condizioni monetarie accomodanti messe in atto dalle Banche Centrali

Carte di credito revolving

Le carte di credito revolving altro non sono che normali carte di credito. Esse permettono di rimborsare a rate il saldo di fine mese. Al pagamento delle rate si riassembla una disponibilità di spesa ugale all’importo versato.

La carta revolving viene considerata come la vera carta di credito, ovvero una carta che, oltre ad offrire le funzionalità di tutte le normali carte a saldo, ha un prestito incorporato. Tale credito può essere usato sia per il pagamento di beni o servizi che per il ritiro di contanti.

La carta revolving è capace di consentire l’attività di fare acquisiti (entro un limite prestabilito, come per tutte le carte di credito) lasciando al possessore la libertà di rimborsare le proprie spese un pò alla volta, nella modalità che egli preferisce. Colui che possiede una carta di credito revolving non è obbligato a riversare ogni mese una rata fissa, come nel caso del prestito personale.

La carta revolving possiede la caratteristica di contenere un affidamento, ovvero un prestito. In altre parole, questa carta offre la possibilità di spendere del denaro indipendentemente dai fondi disponibili sul conto corrente e di ripagare ratealmente il proprio debito.

Nel corso del mese il cliente può scegliere la rata di rimborso che ha scelto di pagare, a patto che sia superiore ad una rata minima. Generalmente la rata minima si aggira intorno al 5% dell’esposizione debitoria.

L’unico vincolo nel rimborso è quello di pagare ogni mese almeno una rata minima (che generalmente non supera il 5% del fido accordato). Passo a dopo passo, non appena inizia il rimborso degli importi spesi si ricostituisce la disponibilità per ulteriori spese.

Alle somme spese e non interamente rimborsate nel mese successivo viene applicato un tasso di interesse mensile.

Se la carta non viene usata, o viene utilizzata ma gli importi vengono rimborsati per intero, non si paga alcun interesse.

Multe salate per le banche inglesi

 In questi giorni si assiste ad un movimento molto strano dell’oro da Londra alla Svizzera. Gli investitori che finora si erano affidati all’oro di carta, hanno iniziato a comprare lingotti veri e a metterli nei forzieri svizzeri. La capitale inglese, quindi, sta soffrendo un’emorragia del metallo prezioso.

Ma la notizia più importante che riguarda il Regno Unito è senz’altro quella relativa al suo sistema creditizio. Le grandi banche inglesi, infatti, sono state scoperte nel mettere in campo una truffa bella e buona. Gli istituti di credito incriminati hanno venduto dei prodotti assicurativi con i quali ambivano a tutelare il furto d’identità sulle carte di credito. La polizza aggiuntiva, però, era legata ad un reato per il quale i clienti erano già coperti.

PIL del Regno Unito e sterlina

Nella City si sono così accumulati circa quindici miliardi di sterline di rimborsi. La City però non è soltanto cresciuta dal punto di vista finanziario ma ha anche alimentato lo scontro tra le autorità finanziarie e quelle che nella City fanno il bello e il cattivo tempo. Così adesso, ci sono ben 13 banche tra le maggiori del Regno Unito che per via di queste “false” assicurazioni, dovranno pagare una multa da 1,3 miliardi di sterline che in euro sono ben 1,5 miliardi.

Parliamo anche di Barclays, Lloyds, Hsbc e Royal Bank of Scotland.

Il credit crunch accresce il rischio di usura

 Uno studio recentemente condotto dalla Cgia di Mestre ha sottolineato come la riduzione della concessione di prestiti e finanziamenti alle famiglie italiane abbia inciso in particolare su alcune regioni italiane, collocate nel Sud Italia. Calabria, Basilicata, Molise, Sicilia e Campania sono state le regioni italiane più fortemente colpite dalla contrazione del credito tra maggio 2012 e lo stesso mese del 2013. A conti fatti, infatti, su un totale di 5 miliardi di euro concessi in meno alle famiglie italiane nel periodo, 3 sono stati sottratti a nuclei familiari residenti al Sud.

La contrazione del credito aumenta nel Sud Italia

 Diventano sempre più tangibili in Italia gli effetti del credit crunch, cioè della contrazione del credito, ai danni delle famiglie italiane. Queste ultime, infatti, a causa dei livelli di occupazione, che ancora stentano a salire a causa della crisi e a causa della ridotta disponibilità finanziaria, sono sempre più spesso costrette a fare i conti con le dita. E quando ciò non è possibile, si instaura il rischio di usura

La Carige e la sua Fondazione

 Dall’inizio della crisi economica, il sistema bancario ha iniziato a scricchiolare e i titoli bancari hanno preso a fare il buono e il cattivo tempo nel mercato nostrano. In questo momento gli occhi sono puntati soprattutto sulla Carige e sui movimenti che sta facendo la Fondazione collegata alla banca.

I conti correnti italiani costano troppo

La data che tutti gli investitori hanno già registrato nel loro taccuino è quella del 30 settembre, giorno in cui l’assemblea dei soci dell’istituto di credito dovrà eleggere il nuovo Consiglio di Amministrazione della Banca Carige. Nelle prossime settimane, quelle che ci conducono fino al 30 settembre, ci potrebbero essere diversi cambiamenti di fronte.

Perdono quota Meridiana Fly e la Carige

Le riflessioni principali riguardano la quota di azioni Carige che detiene l’omonima fondazione. Tutto, adesso, scorre come previsto ma la Fondazione potrebbe farsi da parte e rinunciare ad un po’ di azioni, a patto che ad entrare in quota sia un socio “amico”, come lo definiscono alcuni giornalisti finanziari.

Non tutti sono d’accordo con questo “movimento” tanto che anche Bankitalia ha iniziato ad opporti all’eventualità di un passaggio di azioni di mano in mano. Al momento la Fondazione Carige detiene il 46,9 per cento delle azioni della banca omonima e una riduzione di questa percentuale è malvista.

L’operazione, però, si potrebbe sempre concretizzare.

Carte di credito classiche

 Le carte di credito altro non sono che strumenti di punta, in termini di utilizzo ed affidabilità, posseduti e rilasciati dai maggiori istituti finanziari a livello globale. Permettono di comprare beni e pagare servizi presso diverse tipologie di esercizi commerciali convenzionati, facendo a meno di usare denaro contante.

Si tratta di strumenti che permettono di acquisire beni e pagare servizi senza l’utilizzo del contante, a patto che ci sia il rispetto dei massimali di importo prestabiliti dal contratto, e a patto di raggruppare ogni tipo di spesa effettuata durante il mese tramite un unico addebito sul conto corrente del cliente.

Nell’ultimo caso esaminato ad assicurarne l’affidabilità e la sicurezza è la firma del titolare. Costui deve apporre la sua firma sul retro della carta di credito.

La firma, poi, deve essere verificata dall’alienante beni o servizi per concludere positivamente la transazione.

Le carte di credito, inoltre, permettono di acquisire un anticipo di contante recandosi presso sportelli bancari bancomat.

In tal caso la sicurezza è data a tutti gli effetti dal codice segreto, preventivamente attribuito (c.d. P.I.N., “Personal Identification Number”), che il titolare deve digitare presso gli sportelli bancomat.

Le carte di credito sono adottabili anche in caso di pagamenti mediante apparecchiature POS, per pagamenti per corrispondenza, telefonici, ricariche di schede telefoniche per telefonini, per pagamenti su internet, ecc.

Un vantaggio di rilievo sicuro, garantito dall’utilizzo delle carte di credito è che tutti i servizi permessi dalla propria carta di credito sono utilizzabili anche fuori dal Paese di residenza.

Il rimborso delle somme utilizzate si verifica nel mese successivo e può essere a saldo o a rate.

L’home banking non è per tutti

 Gestire i servizi bancari online, ormai, è una consuetudine. Tantissimi correntisti, infatti, dopo aver avviato un rapporto con l’istituto di credito, chiedono di poter accedere ai servizi messi a disposizione dei clienti, anche da casa. In realtà l’home banking, in questo momento, non è da considerare universale.

Le caratteristiche della carta Prepaid Now

Basta fare il caso del ragazzo non vedente di Torino che ha promosso una petizione contro ING Direct e online ha già racimolato circa 10 mila firme. Sembra infatti che Conto Arancio, nella sua versione online, non tenga conto dei clienti con handicap fisici, ad esempio sembra che non tenga conto dei non vedenti.

Il CC di ING Direct e i vantaggi

Secondo il management della banca, invece, non si tratta di un atteggiamento discriminatorio, quanto piuttosto di una questione di sicurezza. Soltanto abbassando il livello di protezione di conti online si possono ottenere “risultati visibili” a tutti. L’Unione Ciechi che in questa storia è praticamente parte in causa, replica spiegando che i conti online di molte banche sono già aperti a tutti quindi non può essere soltanto una questione di sicurezza.

Il non vedente che ha cominciato a raccogliere firme contro ING Direct ha spiegato di aver usato tutti gli strumenti a sua disposizione, anche Firefox con il plugin webvisum ma l’usabilità non è migliorata.