Italiani senza contocorrente

Sono circa quindici milioni gli italiani che non posseggono risparmi in banca e non posseggono neanche un conto corrente. I dati escono fuori da un’elaborazione dell’Ufficio studi della Cgia di Mestre, la quale assegna all’Italia il record in Europa dei cittadini “bank free“.

Lo studio ha tenuto in considerazione i cittadini d’Europa con oltre quindici anni di età, la cui peculiarità è quella di non disporre di un contro corrente bancario.

In Italia, questi sono quasi quindici milioni. Seguono Stati quali la Romania, con poco più di 9.860.000 persone (55% del totale) e la Polonia, con poco meno di 9.700.000 cittadini (30%). In Francia e nel Regno Unito i ‘senza conto’ sono poco più di un milione e mezzo (pari al 3% della popolazione con più di 15 anni). In Germania, al contrario, la soglia di coloro che non detengono un conto corrente si abbassa a poco più di un milione e quattrocentomila persone (2%).

Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia, commenta i dati affermando che si tratta di una situazione riconducibile a ragioni storiche e culturali ancora molto diffuse in alcune aree e fasce sociali d’Italia. Bortolussi, inoltre, ha aggiunto che non si può disconoscere, per esempio, che molte persone di una certa età e con un livello di scolarizzazione molto basso preferiscono ancora adesso tenere i soldi in casa, anziché affidarli ad una banca.

Le migliori offerte di mutuo fino a giugno

 Per tutti i mutuatari che scelgono la sicurezza del tasso fisso, fino a giugno, sono disponibili sul mercato delle offerte imperdibili di finanziamento, curate da Webank, dalla BNL e da Intesa Sanpaolo.

Abbiamo fatto una simulazione per un prestito di 140 mila euro a tasso fisso richiesto da un impiegato di Milano con un contratto a tempo indeterminato e uno stipendio netto mensile di 2000 euro. Il valore dell’immobile indicato nella simulazione è di 220 mila euro e il prestito deve essere rimborsato in 25 anni.

In promozione fino ad aprile il Mutuo Spensierato

Per questa tipologia di prestito, il prodotto più conveniente è quello di Webank che offre un mutuo a tasso fisso con TAEG al 5,29 per cento, composto da un tasso del 5,14 per cento sommato allo spread de 2,90%. Non sono previste spese iniziali e spese ricorrenti. Non ci sono spese di sorta, l’assicurazione è gratuita e sono pari a zero anche le spese per il conto corrente da collegare al finanziamento.

Intesa Sanpaolo torna competitiva con il tasso fisso

Sempre fino al 31 maggio è possibile approfittare anche dell’offerta della BNL che offre il Mutuo Spensierato a tasso fisso con TAEG al 5,82 per cento. Il tasso previsto è quello del 5,50 per cento, con il pagamento di 1510 euro di spese iniziali e 798 euro di spese ricorrenti.

Se invece il mutuatario ha bisogno di più tempo, allora fino al 30 giugno è a disposizione il Mutuo Domus Fisso con TAEG al 5,77 per cento. Il tasso è del 5,35 per cento. Sono previste spese iniziali di 2036 euro e spese ricorrenti di 468 euro. La rata calcolata nella simulazione ammonta a 847,23 euro.

Altroconsumo denuncia la mancanza del conto corrente base in Italia

 La legge anti evasione voluta dal governo Monti e che prevede che ogni transazione economica superiore ai 1000 euro non possa essere fatta in contanti, ha costretto molte persone, in primis i pensionati, ad aprire un conto corrente.

► Conti corrente troppo cari e la Commissione Europea interviene con una direttiva

Per ovviare al costo aggiuntivo che avrebbero sostenuto queste persone, la stessa normativa prevede anche che le banche e i vari istituti mettano a disposizione dei cittadini un conto corrente low cost, ossia un conto a prezzo molto basso e con meno operazioni.

Ma questi conto corrente base esistono?

Secondo un inchiesta di Altroconsumo questi conti correnti non ci sono. L’inchiesta è stata effettuata grazie ad una persona che ha chiesto a diversi istituti di poter aprire un conto agevolato con uno stipendio da lavoro precario di circa 1000 euro.

La richiesta che ha fatto il fantomatico richiedente era quella di avere un conto agevolato solo per le seguenti operazioni: accredito dello stipendio, pagamento dell’affitto con bonifico una volta al mese, bancomat e domiciliazione delle bollette.

► Il conto corrente ordinario per i clienti non consumatori

Nessuna delle offerte fatte dalle banche rispecchiava le regole previste dal decreto di Monti per i conti correnti agevolati, anzi, pur con la limitazione delle operazioni effettuabili il costo del conto corrente era a netto vantaggio delle banche. Lo stesso anche per le banche on line.

Si può ottenere un prestito senza busta paga?

 Anche senza una busta paga o un reddito da pensione si può ottenere un prestito. Infatti, come succede anche per la concessione di mutui, le banche hanno allentato i requisiti di garanzia necessari all’accesso al credito, sia per poter continuare a vendere i loro prodotti finanziari sia per andare incontro, in un periodo così difficili, alle persone che si trovano senza liquidità.

► Si può ottenere un mutuo anche con un contratto atipico?

Quindi, con un po’ di fortuna e con le dovute garanzie – le banche devono comunque tutelarsi – si può ottenere un piccolo prestito da qualsiasi istituto.

Per rendere il tutto più agevole questa tipologia di prestiti è stata suddivisa in più categorie, che differiscono fra loro per tipologia di appartenenza dei destinatari, garanzie richieste e limite erogabile: Prestiti a Disoccupati, Prestito a Casalinghe, Prestiti a persone Senza Reddito e perfino Prestiti a persone senza nessuna garanzia.

In generale a chi sta richiedendo un prestito la banca può richiedere due diversi tipi di garanzia: un garante coobligato – come accade per i mutui – o la presenza di una casa di proprietà, che può essere anche affittata, in questo caso è il canone mensile a costituire il reddito del richiedente e quindi la sua garanzia.

► Le nuove soglie di usura su mutui e prestiti

In caso di concessione del prestito con garante si possono presentare due situazioni:

1. contratto di fidejussione con beneficio di escussione, per cui, in caso di insolvenza del beneficiario, la banca si rivarrà solo sul garante;

2. debitore e fidejussore obbligati in solido, per cui la banca ha diritto a rivalersi su entrambe le parti.

Si può ottenere un mutuo anche con un contratto atipico?

 Quando si ha un contratto atipico, ossia un contratto di lavoro che non presuppone il tempo indeterminato o il possesso di una partita Iva, quindi i contratti a tempo determinato, le collaborazioni occasionali, i contratti a progetto o gli apprendisti, è sicuramente difficile trovare una banca che conceda un mutuo.

► Da oggi è possibile sospendere il mutuo

Ma in un periodo come questo nel quale questa tipologia di lavoratori ingrossa sempre di più le sue fila, anche le banche, che dai mutui, come da tutti i prodotti finanziari che offrono, ottengono dei guadagni, si stanno adeguando a questa realtà e hanno conseguentemente allentato i criteri per l’ottenimento di un mutuo.

Il primo, e fondamentale, passo da fare per ottenere un mutuo anche in presenza di contratto atipico è di trovare un garante. Il garante è la persona, che non per forza deve essere un parente del richiedente, che sia disposto a prendersi carico delle rate del mutuo in questione se il richiedente si dimostra insolvente.

Il requisito fondamentale è che il garante abbia un reddito tale da poter pagare le mensilità.

► Le professioni giuste per ottenere un mutuo

Quindi, seppur difficile, non è impossibile che le banche concedano un mutuo anche a chi non ha un contratto a tempo indeterminato, ma va evidenziato, però, che dal momento che questi lavoratori possono dare meno garanzie, anche in presenza di un garante, gli istituti di credito concedono i mutui a tassi più elevati.

 

 

 

La Germania deve ripensare all’austerità

 Le banche centrali, chi in un modo, chi in un altro, stanno procedendo compatte verso la creazione della moneta e a guidare questo percorso ci sono sempre la Federal Reserve americana e la Banca del Giappone. La politica economica che ora va per la maggiore è quella secondo cui il denaro cartaceo è la base della crescita.

Record di disoccupati in Spagna

In questo movimento e pensiero, l’unica banca che si sta muovendo in direzione opposta è la Banca centrale europea dove prevale il sentimento o meglio il pensiero tedesco. Purtroppo per la Germania, negli ultimi mesi, il malcontento è stato crescente e anche la determinazione tedesca è stata compromessa.

 Tutti i pareri sull’austerità

In tutta questa storia è poi arrivato anche il Federal Open Market Committee che con un comunicato ha spiegato che non ci sarà un nuovo quantitative easing. Il programma di stimolo americano sarà presto interrotto. Questa dichiarazione sta lanciando nel panico anche gli investitori. Di fatto persistono delle situazioni di disagio che non si riescono a sanare.

 Strategie per uscire dalla crisi

Per esempio nella zona euro, il numero dei disoccupati cresce e le disparità tra un paese e l’altro aumentano. Questo vuol dire che in qualche modo il concetto dominante di austerity è stato nella pratica messo in discussione e si dovrà ripensare tutto sull’argomento.

Conti corrente troppo cari e la Commissione Europea interviene con una direttiva

 Bruxelles ha rilevato i costi dei conto corrente nei paesi dell’Unione Europea e ha evidenziato come il costo della gestione del conto sia troppo alto nella maggior parte dei paesi: per questo la Commissione Europea ha deciso di intervenire con delle nuove regole che prevedono l’istituzione, per tutti i paesi, di un conto corrente di base e di una banca che lo dovrà mettere a disposizione dei cittadini.

Ma la Commissione Europea ha anche evidenziato una tendenziale mancanza di trasparenza per gli istituti bancari dell’Unione, ossia una mancanza di possibilità per i clienti di sapere i costi effettivi degli strumenti utilizzati.

► Come risparmiare sul conto corrente

Conto Corrente – La situazione italiana secondo la Commissione Europea

Dall’indagine della Commissione Europea emerge che l’Italia è uno dei paesi dove i conto corrente hanno un costo maggiore.

Dai dati della Commissione, che si riferiscono al 2009, l’Italia è il paese con il costo medio di tenuta di conto corrente più alto – la cifra è poco meno di 250 euro all’anno. Secondo Bankitalia, però, questi dati, oltre ad essere piuttosto vecchi, non corrispondono a verità: in Italia, e le rilevazioni sono del 2011, il costo medio annuo di un conto corrente è di 105,7 euro (più basso di 4,5 euro rispetto al costo del 2010) con una media di 1,51 euro di spesa per ogni operazione effettuata.

La Commissione Europea, inoltre, pone l’Italia tra i paesi con meno trasparenza bancaria, sia per quanto riguarda l’effettivo costo delle operazione e dei prodotti finanziari sia nell’accessibilità delle informazioni.

► Le spese del conto corrente

Conto Corrente – Le nuove regole della Commissione Europea

La Commissione Europa ha giudicato i conti corrente a disposizione dei cittadini italiani troppo cari e troppo poco trasparenti e per questo è al lavoro su una direttiva, che poi dovrà essere recepita da tutti gli stati membri, per ovviare a questi problemi che si basa su tre pilastri fondamentali: l’accesso ai conti, la trasparenza delle spese e la possibilità di trasferire i conti in tempi brevi da una banca all’altra.

L’accesso ai conti

La Commissione Europea chiederà a tutti i paesi membri di predisporre un conto corrente base con il quale si potrà avere accesso a tutte le operazioni ‘di routine’ – prelievo, bonifico, accredito dello stipendio, pagamento delle bollette e un bancomat – ma che non dia accesso a scoperti e linee di credito.

Questo conto, che dovrà essere offerto da almeno una delle banche del paese, sarà accessibile a tutti i cittadini, residenti e non, indipendentemente dalla loro situazione finanziaria.

► Le banche on line sono convenienti?

Trasparenza delle spese

Tutte le banche avranno l’obbligo di mettere a disposizione dei clienti un documento informativo che riporti i servizi  previsti dalle varie tipologie di conto corrente e i relativi costi. Il documento dovrà riportare anche un riepilogo delle spese applicate durante gli ultimi dodici mesi e, su richiesta del cliente, la banca dovrà fornire anche un glossario che aiuti il cliente stesso ad orientarsi tra i vari termini utilizzati.

I testi redatti dalle banche dovranno avere un formato standard che permetta così al correntista un confronto agevole delle offerte dei vari istituti.

La Commissione Europea intende, inoltre, approntare un comparatore pubblico online, ossia un sito internet che permetta al cliente di avere accesso autonomo alle informazioni di tutte le banche.

Trasferimenti interbancari veloci

Ultimo punto sul quale sui è concentrata la Commissione Europa nella preparazione della direttiva per la trasparenza bancaria, è il trasferimento di un conto corrente tra due istituti. Le banche avranno l’obbligo di provvedere a tutti gli oneri burocratici della varie fasi dell’operazione e il conto corrente dovrà essere spostato e essere operativo al massimo entro 15 dalla data di inizio delle operazioni di trasferimento.

Il tempo a disposizione è un mese se si tratta di un trasferimento tra banche di paesi diversi.

Barroso spinge ancora per l’unione bancaria europea

Con ogni probabilità, finché a Bruxelles sarà lui a ‘governare’, la richiesta perverrà più e più volte.

Jose Manuel Barroso è tornato a sollecitare, spingendo il pedale sull’acceleratore, il processo di unificazione europeo. Processo che al momento passa per l’unione bancaria, prerequisito per il superamento della crisi del debito sovrano.

“La priorità è costruire l’Unione bancaria”, ha dichiarato Barroso nel corso di una conferenza sull’Unione economica e monetaria a Bruxelles, rammentando che “il legame fra debito sovrano e crisi bancaria deve essere spezzato una volta per tutte”.

Da par suo, il Presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, ha dichiarato che è tutto pronto per l’unione bancaria e che occorre rispettare la tabella di marcia senza troppo stare a ragionare sui meccanismi di vigilanza e sul funzionamento delle ricapitalizzazioni dirette dell’ESM. Dijsselbloem ha dichiarato: “Abbiamo bisogno che tutti gli strumenti siano pronti prima che la Banca centrale europea inizi ad operare”.

Barroso, rimembrando l’inefficienza delle frammentazioni della vigilanza nazionale e l’aumento del rischio di contagio che ne è scaturito, ha anche detto nuovamente che l’Europa deve aver presente dove vuole andare e che il processo di unificazione non deve fermarsi, superando step-by-step il nodo dell’unione bancaria, fiscale, economica e politica.

L’altro punto cruciale per andare oltre la crisi sono le riforme, necessarie per correggere gli errori del passato e per delineare nuove regole comuni.

Come si blocca un pagamento con carta di credito

 Quando si effettuano acquisti con la carta di credito può succedere di incappare in alcuni sbagli con l’operazione e dunque di essere costretti poi a correre ai ripari cercando di impedire l’invio del denaro, annullando il pagamento medesimo.

Appare dunque opportuno comprendere e memorizzare bene i passaggi necessari al blocco (annullamento) di un pagamento con carta di credito. Si tratta di un’operazione fondamentale, dal momento in cui ci si trova ad aver commesso alcuni errori. Prima di impanicarsi, pensare che non vi siano soluzioni e perdere un’ingente somma di denaro ingiustamente, si pensi che bloccare il pagamento effettuato con una carta di credito è un’operazione tutt’altro che complicata. Si tratta di una prassi che necessita di un minimo di pazienza. Ai meno esperti basterà solo leggere con attenzione le seguenti righe, al fine di saperne di più.

Come si fa?

Si tratta di un’operazione molto semplice. Una procedura che viene indicata e agevolata proprio dalle stesse società o dalle banche, che hanno tutto l’interesse per rendere facile questo procedimento.

Blocco del pagamento via web o per via telefonica

I canali da utilizzare al fine di bloccare l’invio dei soldi sono solitamente due: si può formulare una richiesta su internet, oppure si può utilizzare il numero messo a disposizione dalla società che ha emesso la carta.

Al fine di bloccare un pagamento effettuato con una carta di credito occorrerà per prima cosa individuare l’azienda interessata. L’azienda in questione sarà raggiungibile mediante un proprio sito internet o, in alternativa, presso un numero telefonico. In entrambi i casi, per annullare il pagamento, sarò necessario fornire tutte le informazioni inerenti alla carta di credito e al titolare della stessa. Nel caso in cui si proceda all’operazione sul web, sarà necessario compilare l’apposito form inserendo il numero della carta di credito, il proprio nome e cognome, e ovviamente il numero di fatturazione relativo al pagamento che si intende fermare.

Inseriti tutti i dati richiesti non resta che fare click su “annulla un pagamento”. Nel contempo verrà richiesto al titolare della carta anche il motivo dell’annullamento. L’alternativa al sito internet è quella di telefonare al numero fornito dall’azienda che ha emesso la carta di credito. Molte volte si parlerà con un assistente di un call center o con un servizio assistenza per cui potrebbe capitare di attendere moltissimo tempo prima che la chiamata venga inoltrata a chi di dovere (presa in carico). Per bloccare il pagamento è necessario parlare con un operatore a cui bisognerà fornire tutti i dati che verranno richiesti.

Consigli: controllare in maniera frequente il saldo

Naturalmente, come in ogni cosa, “prevenire è sempre meglio che curare”. Mai come in questo caso sono fondamentali alcuni consigli. Al fine di evitare spiacevoli sorprese e riuscire in caso di inconvenienti a bloccare a tempo un qualsiasi pagamento effettuato con la carta di credito, è importante infatti controllare con una certa frequenza il saldo della carta e soprattutto le operazioni effettuate. Una verifica necessaria che farà stare più sereni i possessori di una carta di credito.

Ma come si controlla il saldo? Ciò lo si può fare tranquillamente su internet (inserendo l’apposito token in dotazione) o presso qualsiasi sportello bancario inserendo la carta di credito.

Bloccare la carta di credito per via telefonica

Il telefono si configura anche come lo strumento principale necessario in caso di furto o di smarrimento della carta di credito. In questi casi, tuttavia, non è sufficiente bloccare un pagamento. Occorre, infatti, bloccare proprio la carta impedendo a chi ne entri in possesso di compiere qualsiasi tipo di operazione con i nostri soldi.

In questo caso sarà necessario chiamare prontamente il numero verde indicato sul contratto.

 

Richiesta ammortamento assegni bancari o circolari

Cosa succede e cosa si può fare quando si smarrisce il possesso di un assegno bancario o un assegno circolare? Può succedere al possessore oppure all’ultimo giratario, al cessionario, all’erede, al beneficiario o all’istituto emittente. I motivi possono essere diversi: furto, perdita, distruzione involontaria.

In tutti questi casi ci si può rivolgere al Presidente del Tribunale per ottenere il pagamento del titolo di credito.

Se si possedeva, a diverso titolo, un assegno bancario o circolare e per diversi motivi si è smarrito il documento, (perdita, furto, autodistruzione involontaria) rivolgendosi al Presidente del Tribunale, dove l’assegno è pagabile, oppure presso il Tribunale dove dove si ha residenza, è un ottimo modo per recuperarlo. Ciò va fatto presentando una istanza per avere un provvedimento che dichiari l’inefficacia dell’assegno, ottenendo così l’autorizzazione a procedere al suo incasso.

Prassi di ammortamento

Occorre ricordare che tale provvedimento giudiziale viene definito ammortamento di assegno bancario o circolare. Una volta che si otterrà questo provvedimento, il proprio assegno, bancario o circolare, perderà ogni effetto a meno che non venga presentata una richiesta di opposizione. Bisogna inoltre ricordare che se la perdita riguarda un proprio assegno bancario, circolare o vaglia bancario con la clausola non trasferibile o sbarrato, non si potrà richiedere la procedura di ammortamento, bensì prendere come riferimento l’iter di denuncia di perdita o furto agli organi competenti ed avvisare la banca emittente dei titoli di credito.

Documenti da presentare

Tale procedimento lo si potrà presentare in modo autonomo, ma bisogna ricordare che se si preferisce si può richiedere un legale. Per presentare la richiesta di ammortamento del proprio assegno bancario o circolare bisognerà presentare una serie di documenti, ovvero il modulo ammortamento assegni a titolo di ricorso al Presidente del Tribunale, il versamento di un contributo unificato pari a 85 euro, una marca da bollo e la denuncia presentata dall’istituto che ha emesso l’assegno alla Autorità di Polizia o ai Carabinieri.

Compilazione dei documenti

Bisognerà dunque compilare tutti i documenti,ovvero la nota di trascrizione a ruolo, indicando i propri dati anagrafici, l’eventuale nome del proprio avvocato difensore e rammentare di allegare la ricevuta del versamento del contributo unificato, il modulo di richiesta di ammortamento di assegni bancari e circolari, scrivendo i propri dati anagrafici completi, specificando la causa della richiesta. In altri termini occorre specificare se si tratta di furto o di smarrimento, il numero dell’assegno, il nome dell’emittente,la banca sulla quale è stato emesso, il nome del beneficiario e l’importo dell’assegno. Dopo aver scritto queste informazioni occorre firmare e mettere la data a fondo modulo, senza dimenticarsi di siglare la casella che conferma che si alla propria istanza una copia della denuncia fatta presso gli organi competenti.

Non bisogna inoltre dimenticare di compilare anche modulo di versamento del contributo unificato con i propri dati anagrafici o eventualmente con quelli di chi ha fatto il versamento. Fatto ciò occorre porre la propria firma e la data sul modulo, e per ultimo compilare il modulo di dichiarazione di valore, inserendo oltre ai propri dati anagrafici ed il proprio codice fiscale anche di aver versato il contributo unificato, oppure specificare di avere diritto all’esonero di tale pagamento.

Presentazione

Dopo aver completato la compilazione di tutti i documenti necessari, bisognerà presentarli alla Cancelleria del Tribunale dove risiedi oppure presso quella dove l’assegno è pagabile. Rammenta di allegare anche la marca da bollo ed eventuali documenti che possano chiarire meglio la motivazione della tua richiesta. Prima di presentare l’istanza bisogna ricordarsi di conservare una copia di tutti i documenti e delle ricevute di versamento.