Il presidente di bankitalia Visco si aspetta altri trimestri difficili per le sofferenze bancarie

 Il governatore di Bankitalia Visco ha parlato della situazione economica in Italia e dello stato delle banche dimostrandosi cauto sulla ripresa. Nel corso del comitato esecutivo dell’Associazione bancaria italiana (Abi) che si è tenuto a Milano, il governatore Visco ha detto: “Abbiamo considerato la situazione congiunturale e, in particolare, abbiamo messo in luce le difficoltà e la lentezza della ripresa”.

La ripresa è lenta quindi per diversi motivi di tipo congiunturale. Nel nostro Paese le questioni della competitività delle imprese, della domanda e del mercato interno continuano a influenzare l’attività produttiva e dilatano nel tempo la ripresa.

 

L’evasore tipo secondo Bankitalia

 

Visco, all’esecutivo dell’Abi, ha parlato anche del tema delle sofferenze bancarie, dopo che le notizie di ieri hanno diffuso dati di crescita delle stesse. Le sofferenze bancarie sono ancora alte e il governatore di Bankitalia Visco ha affermato che resteranno “ancora per altri trimestri” a livelli elevati. La ripresa molto lenta abbisogna di tempo per fare rientrare le sofferenze e c’è anche da vedere quali effetti avrà la crisi economica sulle imprese. Il problema delle banche in Italia è il rientro dei prestiti ai privati, che spesso è difficile per motivi legati alla crisi delle imprese che in questi anni ha coinvolto l’attività produttiva in Italia.

Le banche in Italia sono ancora in sofferenza nonostante i vari test, i programmi di ristrutturazione e di riorganizzazione dei bilanci che le stanno interessando per farle rientrare nei parametri europei. Le banche italiane sono risultate essere in linea con i progetti dell’Unione bancaria in Europa, ma la questione delle sofferenze deve ancora essere superata.

Turismo, per l’ Italia un surplus di 12,8 miliardi

 Per l’anno 2013 l’Italia può vantare un saldo turistico positivo di 12,8 miliardi di euro: i turisti stranieri hanno infatti speso in Italia 32,989 miliardi di euro, in crescita del 2,9 per cento sull’anno precedente, mentre gli italiani all’estero hanno speso 20,159 miliardi, con una contrazione del 1,7% sul 2012. Questi i dati emersi da una indagine ad hoc effettuata dalla Banca d’Italia.

Più nel dettaglio, la spesa media giornaliera di ogni turista straniero in Italia si attesta a 99 euro (un aumento del 6,4% rispetto al 2012), mentre ogni italiano in viaggio all’estero limita le proprie spese a 74 euro al dì, per una durata media del soggiorno di 9 giorni (contro i sei giorni e mezzo del soggiorno degli stranieri nel nostro paese).

 

Il turismo italiano verso l’uscita dalla crisi economica

 

Le ragioni del viaggio degli italiani sono principalmente “personali” o “di vacanza”, ed implicano una spesa complessiva di circa 14 miliardi, quasi il doppio della spesa relativa ai viaggi di lavoro. I paesi europei attraggono quasi la metà (10 miliardi) dei soldi sborsati dai turisti italiani in viaggio, che prediligono la Francia (1,9 miliardi) seguita da Spagna (1,4 miliardi), Svizzera (1,3 miliardi), Germania e Regno Unito (1,2 miliardi). Gli Stati Uniti “incassano” dai visitatori italiani 1,8 miliardi di euro.

I più attratti dalle bellezze del Belpaese sono i turisti tedeschi che l’anno scorso hanno speso quasi 5 miliardi di euro all’interno dei nostri confini, collocandosi in cima alla classifica generale.
Dietro di loro, gli americani, con 4 miliardi di spese in Italia, ed i francesi che, con poco meno di 3 miliardi di euro, superano i 2,3 miliardi spesi dagli inglesi nel nostro paese.

Governo: Bruxelles chiede chiarimenti su legge rivalutazione Bankitalia

 Arrivano le prime grane per il Governo guidato da Matteo Renzi, in carica da pochissimi giorni. Da Bruxelles, infatti, hanno confermato la spedizione al ministero dell’Economia guidato da Pier Carlo Padoan di una lettera che contiene una richiesta di chiarimenti circa la legge con la quale è stata disposta la rivalutazione delle quote della Banca d’Italia, operazione che durante le scorse settimane aveva acceso il dibattito politico con la strenua opposizione del Movimento 5 stelle.

Diminuisce il debito pubblico

 Rispetto a novembre 2013, a dicembre dello scorso anno il debito pubblico ha fatto registrare una discesa. Ma l’asta del fabbisogno è salita in confronto allo stesso periodo del 2012. Ciò si evince dai dati distribuiti dal bollettino economico trimestrale della Banca d’Italia.

Prestiti 2013: i dati di Bankitalia

 Il dicembre dello scorso anno ha fatto registrare ancora un calo degli impieghi. Il settore bancario continua dunque a soffrire, come sostiene Bankitalia. Nello specifico, il tasso di crescita delle sofferenze nell’ultimo anno ha toccato il 24,6%. Si tratta di un’accelerazione in confronto al 22,7% di novembre.

Per quanto concerne i prestiti al settore privato, la contrazione annuale è stata del 3,8%. Si tratta di un rallentamento in confronto al -4,3% del mese precedente.

L’economia della criminalità al 10% del Pil

 Il giro d’affari dell’economia controllata dalle mafie nazionali vale decine di miliardi di euro all’anno, con una redditività altissima incentrata per lo più sul narcotraffico.
Il denaro sporco che circola nel sistema finanziario ed economico del nostro Paese ha raggiunto nel 2013 una quota del 10% del PIL, ed è stimato in complessivi 170 miliardi all’anno, 75 dei quali sottratti al Fisco.

I margini di profitto vanno dai 17,7 ai 33,7 miliardi di euro, con una divisione del mercato che, sempre su base annuale, pone in testa alla classifica della redditività il commercio e lo spaccio di stupefacenti (7,7 miliardi di euro), seguito dalle estorsioni (4,7 miliardi), dallo sfruttamento della prostituzione (4,6 miliardi) e dalle contraffazioni (4,5 miliardi).

 

In rescita il business delle ecomafie

 

Le attività di contrasto della Guardia di Finanza sono riuscite negli ultimi dodici mesi a sottrarre a questo immenso capitale illecito una fetta di 3 miliardi di euro, corrispondenti al valore dei beni sequestrati alla criminalità organizzata.

Un dato positivo che tuttavia si rivela irrilevante dal punto di vista percentuale (meno del 2 per cento) al confronto con il valore assoluto dei 170 miliardi che costituiscono il budget annuale dell’industria di mafia.

Le imprese della criminalità organizzata movimentano inoltre un fiorente indotto basato su illegalità e riciclaggio attuato nelle forme più diverse – dall’usuraio di quartiere, alle società finanziarie, ai broker assicurativi – ed operano in un mercato dei capitali occulto che è assai più agile e veloce degli strumenti legislativi o amministrativi costruiti per contrastarlo. Basti pensare che solo nel 2013 l’UIF di Bankitalia (Unità di Informazione Finanziaria) ha inoltrato alla Polizia valutaria ben 86 mila segnalazioni di operazioni finanziarie sospette, il 40% in più rispetto al 2012.

Con la crisi crescono le diseguaglianze

 In base al rapporto 2010-2012 di Bankitalia sui bilanci delle famiglie, nel 2012 la percentuale di famiglie sulla soglia di povertà si è portata al 16% contro il 14% del 2010. La soglia di povertà è definita dal limite di un reddito individuale netto di 7.678 euro o di 15.300 euro per una famiglia di 3 persone. La crisi ha quindi eroso il reddito familiare medio in termini nominali nella misura del 7,3%, e ha inciso negativamente sulla ricchezza media per il 6,9%.

La distribuzione dei redditi risulta molto sbilanciata in Italia: il 50% delle famiglie non supera il reddito di 2.000 euro al mese e, più nel dettaglio, solo la metà delle famiglie ha un reddito annuo superiore ai 24.590 euro (circa 2.000 euro al mese), mentre un 20% può disporre solo di un reddito inferiore ai 14.457 euro (1.200 euro al mese). Di contro, il 10% delle famiglie della fascia economica superiore guadagna oltre 55.211 euro all’anno.

 

Il turismo italiano verso l’uscita dalla crisi economica

 

Il 35,8% delle famiglie ritiene insufficienti le proprie entrate, un trend in salita rispetto alle percentuali del 2010 (29,9%) e del 2004 (24,3%). Parallelamente sono scese al 32,3% le famiglie che giudicano sufficiente il proprio reddito: erano il 37,1% nel 2004, il 39% nel 2010.

L’aliquota di famiglie indebitate rimane invece sostanzialmente stabile nel periodo: sono il 26,1% contro il 27,7% del 2010. L’importo medio del debito familiare è di circa 51.000 euro.

L’indebitamento, in linea con gli anni precedenti, è più diffuso tra le famiglie a reddito medio-superiore, che hanno maggior facilità di accesso al credito,con capofamiglia di età inferiore ai 55 anni, libero professionista, con alto titolo di studio. Le passività sono rappresentate in massima parte dai mutui per l’acquisto e la ristrutturazione di abitazioni, per un importo medio di 75.000 euro.

 

Bankitalia, nel 2014 migliora l’economia ma non la disoccupazione

 L’economia italiana è al turning point e le prospettive di una ripresa diventano realistiche e concrete: resta grave però lo stato di salute del mercato del lavoro.

È questa la stima del Bollettino Economico emesso dalla Banca d’Italia per il futuro prossimo della nostra economia: in base a questi dati il PIL nazionale dopo essere calato di un altro 1,8% nel 2013, aumenterà   dello   0,7% nel corso di quest’anno e dell’1% nel 2015.

Per Bankitalia ripresa debole e non priva di problemi 

In realtà una prima percentuale positiva è già stata raggiunta negli ultimi tre mesi del 2013, dopo l’interruzione della flessione registrata nel terzo trimestre.

Per Bankitalia la disoccupazione crescerà nei prossimi due anni

Le valutazioni espresse nel Bollettino di Bankitalia divergono comunque rispetto a quelle fissate nel DEF del governo, che punta  su un più consistente incremento del Pil sia per il 2014 (1%) che per il 2015 (1,7%). Nei prossimi due anni tuttavia la ripresa sarà sostanzialmente lenta e a rischio in tutta la zona euro.

Sul fronte del lavoro, “nonostante i primi segnali di stabilizzazione dell’occupazione e di aumento delle ore lavorate”, la situazione resta invece difficile: sempre secondo il rapporto della Banca Centrale infatti la disoccupazione toccherà il picco del 12,8% nel 2014 e del 12,9% nel 2015, per poi iniziare a deflettere.

Nello scenario complessivo del prossimo biennio, il prodotto dovrebbe segnare un lento recupero, grazie anche ad un miglioramento della domanda interna e ad un politica monetaria agevolante, con tassi livellati al minimo storico dello 0,25%.

Il mese di novembre 2013, a confronto con il mese di novembre 2012, ha registrato nel contempo (dati Istat) una sensibile riduzione del volume totale di export   italiano (-3,4%), con un saldo commerciale  comunque superiore di 3,1 miliardi.

Per Bankitalia la disoccupazione crescerà nei prossimi due anni

 Bankitalia ha presentato il suo bollettino in cui si parla della situazione economica in Italia. Le previsioni economiche sono di una ripresa debole grazie soprattutto alle esportazioni. Per le piccole imprese e per la domanda interna invece la situazione è negativa. I problemi sono soprattutto per le imprese del sud. In questo senso, la crescita debole non è per così dire lineare e ci sono incertezze che bisogna considerare.

 

► Disoccupazione in crescita e quella giovanile è da record

 

La Banca d’Italia parla anche di uno dei principali problemi dell’Italia in questo periodo, la disoccupazione. Il tasso di disoccupazione è alto ed è in crescita, con il livello raggiunto dalla disoccupazione giovanile che desta una certa preoccupazione.

La ripresa del Pil è prevista per quest’anno e per il prossimo anno. Una ripresa debole che non avrà influenze significative sul tasso di disoccupazione. Bankitalia prevede quindi la disoccupazione in crescita al 12,8% per quest’anno e al 12,9% per il 2015. La Banca d’Italia afferma che il miglioramento dell’attività economica “si trasmetterebbe gradualmente e con ritardo al mercato del lavoro”.

Per ciò che concerne l’inflazione, le previsioni sono al ribasso rispetto a luglio. Si prevede un calo per quest’anno all1,1% mentre nel 2015 dovrebbe risalire all1,5%. Questa crescita dovrebbe dipendere dalla “flessione della componente energetica e dalla contenuta dinamica dei prezzi interni che sconta l’ampia capacità produttiva inutilizzata delle imprese”.

Il possibile rischio deflazione viene visto modesto e c’è il rischio che l’inflazioni cali più di quanto atteso.

Sulla questione del credito, per Bankitalia è un peso che influenza in maniera negativa la crescita. Gli acquisti di titoli italiani all’estero sono invece ripresi a settembre e a ottobre.

 

Per bankitalia ripresa debole e non priva di problemi

 Bankitalia conferma che la ripresa c’è ma è debole. Dopo le comunicazioni della Banca centrale europea (Bce) sulla situazione in Europa nel suo bollettino mensile, anche Bankitalia conferma un andamento simile per l’economia italiana.

La Banca d’Italia prevede per una crescita del Pil che quest’anno in Italia dovrebbe essere dello 0,7% e nel prossimo anno dell’1%. Il bollettino economico di Bankitalia considera gli scambi internazionali e la leggere ripresa degli investimenti come gli elementi fondamentali del miglioramento dell’economia.

► Bankitalia mostra un’Italia quarta per pressione fiscale e seconda per debito pubblico

La Banca d’Italia evidenzia che nell’ultimo trimestre del 2013 l’attività è tornata a crescere anche se l’anno è stato negativo con il Pil in calo dell’1,8%. Le previsioni per l’ultimo trimestre del 2013 sono di un aumento della produzione industriale dell’1%. Un dato incoraggiante visto che la produzione industriale era calata nei due anni precedenti. Per i prossimi mesi bankitalia prevede ancora miglioramenti.

Produzione industriale in crescita dopo più di due anni

La condizione economica dell’Italia non è contraddistinta da crescita debole senza rischi o problemi. La Banca d’Italia dice che c’è ancora una “elevata incertezza, con rischi orientati prevalentemente al ribasso per la crescita”.

I dati specificano come la ripresa seppure debole non interessa le piccole aziende e quelle che sono site maggiormente al sud. Anche quelle orientate al mercato interno hanno più problemi. La ripresa, quindi, arriva soprattutto dalle esportazioni con domanda interna debole e aziende grandi che esportano che sono in un migliore stato di tipo economico. Nel bollettino della Banca d’Italia si legge “Alla perdurante debolezza della domanda interna, che risente della fragilità del mercato del lavoro e dell’andamento fiacco del reddito disponibile, si contrappone un quadro dell’attività industriale più positivo”.