Come risparmiare cambiando conto corrente

 Cambiare conto corrente conviene. Serve a risparmiare. Come? Passando da una banca all’altra e sfruttando le varie promozioni e offerte per i nuovi clienti: Bankitalia negli ultimi tempi non ha fatto altro che registrare dei cali per i costi medi dei conti correnti negli ultimi due anni. Le indagini svolte di recente presso Via Nazionale, dunque, non fanno che perorare la causa. L’autorevolezza dell’istituto porta i consumatori a porsi alcune domande cruciali. Tuttavia sempre nella stessa relazione si evidenzia come la fedeltà alla propria banca non è conveniente: le spese del conto corrente sono in aumento col passare degli anni, fino a raggiungere i 102 euro per quei conti aperto da dieci anni presso la stessa banca (13 euro in più sulla media generale).

Di contro un conto corrente aperto da un anno invece costa mediamente 64 euro, uno aperto da due anni 70 euro.

La principale ragione di queste differenze di costi medi annui per il conto corrente è principalmente connessa all’importo del canone annuo o mensile, una spesa fissa che in genere è fortemente scontata o addirittura annullata per i nuovi clienti.

Ovviamente tale discorso crolla se invece di domandare un conto corrente tradizionale si scelgie di attivare un conto on line. Quest’ultimo è un prodotto notoriamente a canone zero e, sempre sempre stando a quanto la Banca d’Italia (la quale prende in considerazione quanto effettivamente versato dai correntisti, e non le cifre dei fogli informativi delle banche), ha osservato i suoi costi diminuire: ma la scelta può comunque dipendere dalle esigenze del cliente.

 

Il debito pubblico italiano sale a 2.075 miliardi

 Per la Banca d’ Italia il debito pubblico del nostro Paese ha raggiunto nel mese di giugno 2013 un nuovo livello record. Il rosso dello Stato italiano ha infatti superato i 2.075 miliardi, con una aggiunta di 600 milioni di euro. 

Condizioni più restrittive per i prestiti nel secondo trimestre 2013

 Anche nel secondo trimestre del 2013 non si è allentata la stretta che ormai da alcuni mesi a questa parte caratterizza il mercato finanziario italiano e che impone condizioni molto rigide per la concessione di prestiti e di finanziamenti da parte del sistema bancario alle imprese.

Per Visco l’instabilità politica frena la ripresa

 Il governatore della Banca d’ Italia Ignazio Visco è intervenuto in una conferenza stampa, insieme al Ministro dell’ Economia e delle Finanze Fabrizio Saccomanni, in occasione degli incontri che si stanno tenendo in questi giorni a Mosca per il G20, il cui obiettivo è quello di contrastare l’ evasione fiscale su vasta scala e di migliorare l’ attuale situazione del mercato del lavoro

Le altre previsioni della Banca d’ Italia per il 2013 – 2014

 Gli analisti della Banca d’ Italia, nell’ ultimo Bollettino economico pubblicato dall’ Istituto, hanno ridotto le stime di crescita del PIL italiano. Questo tuttavia non sarà l’ unico dato negativo che i tecnici di Via Nazionale si aspettano sul fronte economico e finanziario per i prossimi mesi.

Per Bankitalia le sofferenze sono stabili

 Mentre non sembra affatto voler mollare la presa la morsa del credito che negli ultimi tempi ha sempre più stretto il mondo dell’ impresa e delle famiglie italiane, da Bankitalia arriva almeno un segnale positivo in merito allo stato delle “sofferenze” bancarie del Paese.

Risparmiare sul conto corrente aprendone uno nuovo

 A dirlo è la Banca d’Italia che ha presentato i dati sulle spese medie che affrontano gli italiani per la gestione del loro conto corrente: nel 2012 la spesa media è stata di circa 110 euro per ogni conto (che diventano 86,9 euro di spesa al netto delle tasse).

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Ma in questa cifra rientrano sia i vecchi che i nuovi conto corrente bancari e, analizzando il dettaglio delle spese, si nota come questa cifra sia data dalla media dei 99,6 euro che spendono i correntisti possessori di un conto corrente di vecchia data e dei 60,5 euro che invece spendono i correntisti che hanno adottato un conto corrente di nuova generazione.

Il consiglio dato dal capo della Vigilanza Carmelo Barbagallo al Consiglio nazionale dei consumatori e degli utenti è, quindi, di cambiare conto corrente (non necessariamente banca) in modo da poter risparmiare fino al 40% delle spese annue di gestione. 

Barbagallo ha invitato i clienti delle banche a tenersi sempre informati sulle offerte che gli istituti fanno regolarmente per attirare nuovi clienti alle quali, però, nella maggior parte dei casi, possono aderire anche i correntisti di vecchia data (i costi maggiori sono stati registrati dai correntisti che non cambiano il profilo del loro conto corrente da più di dieci anni).

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In tutto questo, poi, si deve aggiungere che la legislazione in materia garantisce ai clienti che vogliono cambiare conto un trasferimento veloce e senza particolari oneri per i clienti stessi.

Cresce il debito pubblico italiano

 Il debito pubblico italiano a gennaio ammontava a 2.022 miliardi di euro. A febbraio sembrava fosse successo il miracolo e il debito era sceso di ben 5 miliardi, arrivando così a 2.017, per poi, però, risalire immediatamente dopo, con i 2.034 miliardi di marzo e il nuovo record che ha toccato ad aprile del 2013, con il raggiungimento dei 2.041,3 miliardi.

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A dirlo è il bollettino statistico stilato da Bankitalia che spiega questa nuova impennata con l’aumentato fabbisogno delle pubbliche amministrazioni, che negli ultimi quattro mesi hanno avuto necessità di 46,6 miliardi di euro, una cifra che supera di 0,5 miliardi il fabbisogno registrato nello stesso periodo dello scorso anno.

Ad incidere di più sull’aumentato fabbisogno delle pubbliche amministrazioni hanno contribuito quelle locali, con una richiesta maggiore da parte delle Regioni, il cui debito è salito a 46,7 miliardi, in aumento di 1,37 miliardi rispetto al mese precedente.

Meglio le Provincie, che hanno visto calare il debito a 8,26 miliardi dagli 8,5 di marzo, mentre particolarmente virtuosi si sono dimostrati i Comuni che hanno diminuito il loro debito di 1 miliardo di euro.

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Bankitalia, inoltre, evidenzia che nei primi quattro mesi del 2013 sono aumentate le entrate tributarie: +1,58% rispetto allo stesso periodo del 2012.

Come andrebbe riformato il Catasto?

 Questa mattina al Senato Alessandro Buoncompagni (Servizio Rapporti Fiscali) e Sandro Momigliano (Servizio Studi di Struttura economica e finanziaria) di Bankitalia hanno presentato il testo della relazione sull’Imu nel quale si parla della necessità di una riforma del Catasto italiano per evitare che dalla riforma dell’Imu si possano generare ulteriori fenomeni di iniquità sia orizzontale sia verticale, come sta accadendo in questo momento.

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Il rischio che si corre è quello di favorire i ricchi, perché il Catasto italiano non è aggiornato da più di venti anni e in questo periodo si è venuta a creare una forte discrepanza tra i valori catastali e di mercato degli immobili italiani, discrepanza che tende a crescere con l’età degli immobili: più bassa per quelli di più recente registrazione, prevalentemente edificati in aree periferiche, e gradualmente più alta con il crescere dell’età delle costruzioni che generalmente sono localizzate in aree più centrali.

Per questo motivo Bankitalia suggerisce che si provveda al più presto possibile ad una revisione delle tariffe d’estimo e dei principi di classamento. Nello specifico si dovrebbe provvedere a ridefinire gli ambiti territoriali del mercato immobiliare e, in base a questi, rilevare i prezzi di mercato e i canoni di locazione che dovranno essere poi utilizzati come punto di riferimento per stimare i valori patrimoniali e le rendite da iscrivere nel catasto.

► Drastico calo delle compravendite immobiliari

Si dovrebbe poi procedere a rideterminare la destinazione d’uso dei fabbricati e, soprattutto, utilizzare i metri quadri (o cubi nel caso di edifici ad uso pubblico) e non più i vani come unità di misura.