Gli stress test per le banche

 Da maggio, come afferma l’autorità bancaria EBA, dovrebbe partire la parte severe deglli stress test per le banche europee. Questi test riguarderanno 124 banche di 22 paesi europei. A ottobre dovrebbero essere pubblicati i risultati per poi passare dal mese successivo alla piena operatività dell’autorità unica di vigilanza Ssm sotto il tetto della Bce.

La metodologia con la quale saranno condotti gli stress test sarà comunicata ad aprile. Di base si testerà la resistenza delle banche con i parametri comuni. Il capitale che permette di superare il test dovrebbe essere minimo al 5,5%.

Il coordinamento degli stress test sarà gestito da Eba e Bce-Ssm. I rischi degli istituti di credito che saranno testati riguardano il credito, il mercato, i costi del finanziamento, le cartolarizzazioni e altro. La discussione ruota alla questione dei rischi sovrani.

 

Quality review asset, La Bce punta a migliorare i bilanci bancari

 

I bond sovrani del portafoglio di negoziazione avranno un impatto immediato nella differenza di prezzo. Gli attivi nel portafoglio bancario di bond sovrani detenuti fino alla scadenza, l’impatto sul capitale sarà basato sui modelli interni delle grandi banche; per le banche più piccole il rischio sarà pari a zero. Infine, per i bond in portafoglio e disponibili per la vendita l’impatto sul capitale sarà soggetto a discrezionalità dell’autorità di vigilanza (anche per far emergere eventuali perdite non contabilizzate.

I gruppi bancari coinvolti saranno 124, che copriranno almeno la metà di ogni settore bancario nazionale. I test, condotti al piu’ alto livello di consolidamento, si fonderanno sull’assunzione di un bilancio “statico” che non implica una nuova crescita dell’attivita’ e un mix di business costante lungo i prossimi tre anni.

In Europa meno disoccupati e più inflazione

 La situazione economica in Europa è in chiaroscuro. Da una parte ci sono deboli segnali incoraggianti dal lavoro, dall’altra l’allarme sull’inflazione.

Eurostat ha affermato che ci sono 129 mila disoccupati in meno rispetto al mese precedente anchee se il tasso di disoccupazione è stabile al 12%. Il dato è modesto ma buono visto che è il primo calo di rilievo dopo una fase molto lunga caratterizzata da peggioramento. Questi sono gli anni in cui l’Europa ha vissuto la recessione a seguito della crisi finanziaria e poi la crisi dei debiti pubblici.

 

L’inflazione dell’Eurozona ancora in calo

 

La situazione però non è ancora buona in genere, visto che il tasso di disoccupazione al 12% è sempre vicino al record del 12,1%. Su base annua, poi, il numero di disoccupati è aumentato di 130 mila unità.

L’inflazione preoccupa con Eurostat che ha comunicato come a gennaio cìè stato un nuovo rallentamento allo 0,7%. Le revisioni degli analisti non erano di questo tipo e si allontana la stabilità dei prezzi con il rischio deflazione e l’obiettivo dell’inflazione al 2% più lontano.

Dagli ultimi mesi dello scroso anno sull’area ci sono timori di deflazione anche per l’indebolimento della crescita dei prezzi. Questo ha condotto la Bce a tagliare i tassi di interesse a novembre arrivando al nuovo minimo storico dello 0,25%.

Il presidente della Banca centrale europea (Bce) Mario Draghi ha affermato che si è pronti a entrare in azione se necessario, ribadendo che i tassi rimarranno bassi a lungo. I dati di oggi potrebbero influenzare la prossima riunione della Bce, mentre fino a ora gli analisti non si aspettavano novità di spessore.

Draghi afferma che la ripresa nell’Eurozona è ancora fragile

 Al World Economic Forum di Davos, il Presidente della Banca centrale europea (Bce) Mario Draghi ha affermato che vi sono stati notevoli miglioramenti nell’economia europea, ma ha ammonito che si sta assistendo all’inizio di una ripresa che è ancora debole, fragile e irregolare.

Gran parte del miglioramento dell’economia in Europa dipende dalle esportazioni, ha aggiunto. I problemi concernono i livelli di disoccupazione giovanile in alcuni Paesi e mostrano la necessità di riformare i mercati del lavoro e aumentare la competitività.

 

Ue, aggiornati i sistemi di conteggio dei bilanci statali

 

Draghi ha detto che alcuni Paesi, come la Grecia, hanno fatto progressi significativi sulle riforme strutturali mentre altri Paesi periferici non hanno fatto lo stesso aumentando il rischio di ulteriore instabilità. La Germania ha fatto le riforme necessarie un decennio fa, ha sottolineato, ma altri sono in ritardo.

Il governo francese ha annunciato un piano di riforme economiche di ampio respiro all’inizio di questo mese. E il suo ministro delle Finanze, Pierre Moscovici, ha respinto con fermezza le recenti affermazioni del Regno Unito che la Francia era diventato il “malato d’Europa”.

Moscovici ha affermato che insieme al presidente Francois Hollande si sono impegnati a creare più posti di lavoro, migliorare la competitività e abbassare il debito nazionale. L’economia francese si è ridotta dello 0,1% nel terzo trimestre dell’anno, e indagini del settore manifatturiero hanno dimostrato la diminuzione della produzione.

Draghi ha anche detto ai delegati che la prossima revisione degli Asset Quality, che si centra anche sugli stress test delle banche della zona euro, dovrebbe contribuire a ricostruire la fiducia nel settore. Facciamo luce sui bilanci delle banche per aiutarle a raccogliere capitali sui mercati, ha detto il Presidente della Bce.

La Bce sulla crescita lenta e sull’inflazione

 La Banca centrale europea (Bce) ha comunicato nel suo bollettino di giovedì alcuni dati sull’economia in Europa. La situazione è che mentre la domanda interna è in graduale miglioramento nelle economie europee, tra cui l’Italia, la crescita resterà piuttosto lenta. Nel suo regolare bollettino mensile, la Bce ha affermato che vede una debolezza ampia alla base dell’economia in tutta Europa, il che significa che manterrà i tassi di interesse bassi per cercare di aiutare la graduale ripresa economica nell’Eurozona.

► La Bce prevede un periodo di bassa inflazione nel corso del 2014

Le incertezze dell’economia della zona euro, in particolare nei mercati finanziari, rimangono un rischio, ha aggiunto la Bce, che prevede un anche un periodo di bassa inflazione estesa.

Il  rapporto sull’inflazione all’inizio della settimana ha mostrato pressioni sui prezzi in Italia che sono diminuiti drasticamente nel 2013 rispetto al 2012. Il tasso annuo di inflazione in Italia nel 2013 è in media dell’1,2%, un calo consistente rispetto alla media del 3,0% nel 2012. Come ha riferito l’Istat, l’aumento dello scorso anno dell’indice dei prezzi al consumo è stato anche il più basso dal 2009.

La Bce conferma quindi che i tassi di interesse sono destinati a rimanere bassi per cercare di aiutare le economie europee. Si parla di un rischio di deflazione, che porterebbe a un rischio sui debiti stabiliti sulla base delle previsioni dell’inflazione al 2%. La Bce però non vede ancora questo rischio, anche perché la dinamica dell’abbasamento dei prezzi non è ancora a questo punto, e si aspetta di raggiungere il 2% di inflazione nei prossimi mesi. La necessità è quella di fare riprendere i consumi e portare l’inflazione a crescere. In questo senso, la questione della disoccupazione in Europa è importante e va affrontata al meglio.

L’inflazione dell’Eurozona ancora in calo

 Pochi giorni fa, la Banca centrale europea (Bce) ha avvertito che avrebbe preso in mano le redini della situazione se l’inflazione avrebbe continuato a diminuire. La sensazione della Bce si è realizzata con l’inflazione annuale nella zona euro che è calata nuovamente alla fine del 2013, dallo 0,9% allo 0,8% secondo l’ultimo rapporto Eurostat pubblicato Giovedì. Questo è il terzo mese consecutivo che il valore è inferiore all’1%.

 

Eurozona, inflazione bassa, Draghi pronto a nuove misure

 

Quattro paesi dell’Eurozona hanno registrato un dato negativo. Queste sono Grecia, Cipro, Bulgaria e Lettonia, mentre l’inflazione in Spagna si attesta allo 0,3%, cinque decimi al di sotto della media della zona euro e quasi tre punti in meno dello stesso periodo del 2012.

 

L’inflazione ai livelli del 2009

 

L’inflazione nell’area dell’euro segna il livello più basso da quattro anni e rimane nella “zona di pericolo” alla fine del 2013.

I paesi con la più alta inflazione sono l’Austria e l’Estonia , anche se il loro sviluppo è opposto. L’inflazione media annua dell’Eurozona è pari a 1,3%, e questo è il dato più basso che si registra dal 2009.

Le ragioni per la crescita su base annua dell’inflazione sono l’aumento dei prezzi nei settori dell’elettricità, del tabacco e del restauro, mentre le maggiori flessioni si sono registrati nel settore delle telecomunicazioni, medico e paramedico, dei carburanti e dei servizi.

La Bce si propone di agire se l’inflazione continuerà e si tiene sotto osservazione la situazione. In tutti i casi, non viene considerato attendibile il rischio di deflazione. La deflazione porterebbe ad aspettative nei consumatori di prezzi più bassi per il prossimo anno e a rinviare gli acquisti. Il risultato sarebbe il calo della domanda aggregata che mette ulteriore pressione al ribasso sui prezzi.

 

Per la Bce ripresa graduale e lenta, ma disoccupazione ancora alta

 La Banca centrale europea (Bce) ha pubblicato il suo bollettino mensile dove parla della situazione economica in Europa. La Bce prevede una lenta e graduale ripresa nel 2014 e nel 2015, ma sottolinea i problemi relativi al tasso di disoccupazione e all’inflazione.

 

► L’economia dell’Eurozona è al riparo da rischi per la BCE ma la ripresa sarà lenta

 

Nel bollettino, la Bce parla del Pil e si afferma: “Dovrebbe registrare un lento recupero, in particolare per effetto di un certo miglioramento della domanda interna sostenuto dall’orientamento accomodante della politica monetaria”.

L’attività economica dovrebbe essere favorita dall’aumento delle esportazioni e l’economia reale dovrebbe fruire della crescita registrata in estate nei mercati finanziari. Anche il risanamento dei conti pubblici che è stato fatto in molti Paesi dell’Ue dovrebbe apportare benefici.

 

► La BCE prevede un periodo di bassa inflazione nel corso del 2014

 

Una situazione quindi di debole ripresa economica che sembra allontanare la recessione e i momenti più difficile della crisi. Il miglioramento è lieve, ma è generalizzato. L’aspetto più problematico, come si legge nel bollettino della Bce, è sempre la disoccupazione. Questo quanto si dice: “La disoccupazione nell’area dell’euro rimane elevata. I mercati del lavoro stanno mostrando segnali di stabilizzazione, rispondendo come di consueto in ritardo ai miglioramenti dell’attività economica”.

In effetti, il tasso di disoccupazione in Europa, e non solo in Italia, è ancora a un livello eccessivamente alto. Nell’eurozona è al 12,1% a novembre. Un dato stabile da otto mesi consecutivi che non mostra miglioramenti.

Un’altra situazione di difficoltà di questo periodo concerne l’inflazione. Nel bollettino della Bce si legge: “L’analisi economica indica la possibilità di un prolungato periodo di bassa inflazione nell’economia dell’area dell’euro, seguito poi da un graduale andamento al rialzo verso livelli inferiori ma prossimi al 2%”.

Banche globali più trasparenti

 In base alle normative recentemente annunciate nella conferenza di Basilea dalla Banca dei Regolamenti Internazionali (BRI), le banche europee saranno chiamate a rispettare nuovi e più rigidi indicatori su indebitamento e liquidità.

 

► La Bce potrebbe fornire liquidità solo alle banche che finanziano le imprese

 

Il presidente della Bce Mario Draghi a tal proposito ha espresso viva soddisfazione affermando che in conseguenza delle nuove regole “gli istituti europei saranno più resistenti che in passato agli shock finanziari”

Quindi, per le banche, più severità, più trasparenza, più responsabilità?

Non la pensa così, anzi al contrario, il Financial Times (FT) che in un articolo ha denunciato come “a seguito di una feroce attività di lobby, le autorità globali di regolamentazione hanno annacquato quelle regole controverse, volte a ridurre la dipendenza delle banche verso i debiti”.

In effetti le nuove regole “ammorbidite” rappresentano un concreto sollievo per le banche d’affari “che hanno temuto che sarebbero state costrette a raccogliere capitali extra per miliardi di euro. Le modifiche allentano i requisiti richiesti per prodotti come derivati e accordi di Repo, che compongono gran parte dei loro bilanci”.

In parole chiare e semplici Daniel Davier, analista di Exane BNP Paribas, ha sintetizzato, sempre su FT, che il risultato di Basilea è una vittoria inimmaginabile per il settore bancario.

 

► La BCE interverrà sui bilanci di 140 banche

 

Il solo effetto pratico delle nuove normative fissate dalla BRI potrebbe risiedere nel fatto che le banche internazionali saranno chiamate ad incrementare di modesta percentuale il valore medio del proprio leverage ratio (indice di solidità finanziaria) dall’attuale 3,8% al 4% circa.

E, comunque, solo partire dal 2018.

L’annuncio ha galvanizzato il mercato e premiato di fatto i titoli bancari segnando un vivace rialzo (circa 3%) di Barclays , Deutsche Bank, Ubs, e Commerzbank.

La BCE prevede un periodo di bassa inflazione nel corso del 2014

 Il presidente della Banca Centrale Europea, BCE, Mario Draghi, ha tracciato in questi giorni un nuovo quadro economico della situazione dell’Eurozona, che ancora non si può dire del  tutto fuori da quella crisi che ha segnato per così lungo tempo la sua economica.