L’economia dell’Eurozona è al riparo da rischi per la BCE ma la ripresa sarà lenta

 Ancora una volta il Presidente della Banca Centrale Europea – BCE – Mario Draghi torna ad intervenire al cospetto del Parlamento Europeo, confermando la politica che verrà attuata dall’Istituto nel prossimo periodo. Il Presidente dell’Eurotower ha infatti assicurato che la politica monetaria della BCE rimarrà espansiva ed accomodante e che i tassi di interesse rimarranno bassi ancora per lungo tempo. 

Draghi contro le tesi populiste e in difesa dell’euro

 Il Presidente della Banca centrale europea (Bce) Mario Draghi in una intervista rilasciata a “La Repubblica” ha difeso l’euro e criticato le tesi populiste. L’articolo sul quotidiano ha il titolo che indica la critica di Draghi all’euroscetticismo e parlano di fiducia per il futuro: “Le tesi populiste non reggono: l’euro è la moneta del futuro e tocca a noi ridare la speranza”. Il Presidente della Bce ha sottolineato che l’euro riguarda il nostro futuro e che quindi è necessario avere fiducia.
Draghi ha affermato: “La tesi populista di chi pensa che uscendo dall’euro un’economia nazionale si avvantaggerebbe immediatamente con una svalutazione competitiva come ai vecchi tempi non regge alla prova dei fatti. Se tutti cercheranno di svalutare la propria moneta, nessuno se ne avvantaggerà”. Sembra chiara la critica ai vari movimento e partiti politici euroscettici in crescita nei Paesi dell’Ue. Fino a ora l’Europa unita non ha portato a quei vantaggi economici prospettatati, ma il Presidente della Bce mette in guardia rispetto a facili assiomi del tipo uscita dall’Europa-migliore economia.
Draghi ha aggiunto: “la strada verso la prosperità passa sempre attraverso le riforme e la ricerca della produttività e dell’innovazione. La crescita è tornata ma non è di sicuro galoppante. La Germania va bene. Francia, Italia e Spagna vanno meglio”.
La crescita quindi continua a essere un problema in Europa con condizioni diverse tra i Paesi e con una unità ancora da raggiungere. Si sono fatti passi avanti verso l’Unità bancaria europea, la cui mancanza è uno degli aspetti che probabilmente squilibria l’economia comunitaria.

Migliorano le prospettive della BCE per l’economia ma non dell’Italia

 La Banca Centrale Europea – BCE – ha rilasciato nei giorni scorsi il tradizionale bollettino in cui ha riassunto le prospettive e le stime per l’economia europea ed italiana del prossimo periodo. Il quadro, tuttavia, è apparso subito abbastanza differenziato. Si prevede infatti un generale miglioramento per le condizioni dell’Eurozona, ma un peggioramento delle condizioni italiane. 

I tassi di interesse rimarranno bassi ancora a lungo per la BCE

 Il presidente della Banca Centrale Europea – BCE – Mario Draghi, nel corso di un intervento davanti al Parlamento Europeo ha avuto modo di confermare la politica che sarà applicata nel corso dei prossimi mesi dall’Istituto di Francoforte. Il presidente dell’Eurotower ha infatti confermato che i tassi di interesse rimarranno bassi ancora per lungo tempo, al fine di sostenere l’economia dell’Eurozona.

La Bce conferma il sostegno all’economia Ue

 Il Presidente della Banca centrale europea (Bce) Mario Draghi conferma la politica economica basata sui tassi di interesse bassi per il sostegno ai Paesi Ue. I tassi di interesse resteranno bassi ancora a lungo come confermato da Mario Draghi in un intervento al Parlamento europeo. L’Eurozona potrà contare sul sostegno della Bce, visto che l’economia è ancora in affanno, e i tassi d’interesse, che sono al minimo storico, potrebbero scendere ancora.
Per l’Italia c’è ancora la richiesta di contenere il debito pubblico e fare più sforzi per il risanamento. Nel bollettino mensile, quindi, la Bce chiede all’Italia di fare di più in quanto il peggioramento delle condizioni economiche è imputabile primariamente a rapporto deficit/Pil che è sopra le stime e le previsioni. Quello della Bce è quindi un monito visto che l’obiettivo del rapporto deficit/Pil del 2,9% non è stato raggiunto, è al 3%, e per il 2014 la previsione è all1,8%. Il risanamento non è quindi in linea con quello richiesto e si chiedono maggiori sforzi.
Il Presidente Mario Draghi ha affermato: “Abbiamo ridotto i nostri tassi di interesse a livelli storicamente bassi e per chiarire l’orientamento della nostra politica monetaria a venire abbiamo introdotto delle linee guida future. Abbiamo detto che ci aspettiamo che i tassi di interesse chiave rimangano al livello attuale o inferiore per un lungo periodo di tempo. Abbiamo ridotto due dei tassi di interesse chiave con la diminuzione della pressione dei prezzi e abbiamo anticipato la debolezza dell’inflazione. Mantenendo queste anticipazioni confermiamo anche le nostre linee guida nella loro formulazione originale”.
La Bce si concentra anche sull’abbassamento dei tassi di finanziamento alle piccole e medie imprese che sono la base dell’economia. C’è poi l’importanza dell’Unione bancaria che per Mario Draghi si può raggiungere prima della fine della legislatura del Parlamento Ue.

Accordo sull’Unione bancaria europea ma i dettagli devono essere ridiscussi

 Il processo che porta all’Unione bancaria europea continua e si arricchisce di nuove conferme. Dopo che la vigilanza unica è passata alla Banca centrale europea (Bce), un altro importante passo è quello che riguarda il meccanismo unico per la gestione delle crisi bancarie. Su questo c’è l’accordo anche se ancora non è stato definito. L’intesa è un inizio importante che si è ottenuta all’Ecofin di ieri in un incontro che è durato fino a dopo la mezzanotte. Ad affermare che l’intesa è stata raggiunta è stato Michel Barnier, il commissario Ue al Mercato interno.
La settimana prossima è prevista una nuova riunione dei ministri delle Finanze dei Paesi dell’Unione europea. Mercoledì 18 dicembre, data dell’incontro, si dovrebbero concordare i meccanismi dettagliati per la risoluzione delle banche in fallimento. Prima della riunione dell’Ecofin ci sarà, martedì 17 dicembre, quella dell’Eurogruppo.
L’Intesa raggiunta ieri è importante perché la questione è complessa. La necessità di un nuovo vertice si spiega proprio con la complessità dell’argomento e con il fatto che bisogna essere certi prima di prendere le decisioni.
Il ministro dell’economia Fabrizio Saccomanni ha dichiarato: “raggiunto un accordo sugli elementi essenziali, ma c’è tanto lavoro sui dettagli da fare. Era interesse di tutti che il progetto dell’Unione bancaria andasse avanti”. Il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble ha detto: “Siamo sulla strada per raggiungere un accordo, iente è deciso fino a quando non sono fissati tutti i dettagli”.
La questione dell’Unione bancaria è molto importante e l’accordo dovrà essere raggiunto entro la fine di quest’anno. Il vertice europeo del 19 e 20 dicembre dovrebbe proporre l’accordo che il Parlamento europeo dovrebbe approvare entro la primavera e cioè prima che sia sciolto perché sarà arrivato alla naturale conclusione del suo mandato.

Mercati azionari cosa attendersi il prossimo anno

 Nel consueto report di Allianz Global Investor, Scott Migliori CIO Equity US  spiega l’outlook su mercati  “Mentre ci avviciniamo alla fine dell’anno, il sentiment sul mercato azionario statunitense si può descrivere con questa espressione: “nulla da temere tranne l’assenza di paura”.

La BCE valuta nuove misure per intervenire sul sistema bancario

 Il presidente della Banca Centrale Europea – BCEMario Draghi ha recentemente tenuto una conferenza a Francoforte in cui ha parlato della politica che sarà attuata nel breve periodo dall’Istituto, anche in vista delle nuove previsioni economiche per i primi mesi del 2014. Dopo l’ultimo intervento sui tassi di interesse, avvenuto nel mese di novembre, in seguito al quale il costo del denaro è stato portato ancora una volta al suo minimo storico al livello dello 0,25 per cento, la BCE ha deciso di mantenere inalterato il livello dei tassi di interesse. 

Il costo del denaro resta invariato per la BCE a dicembre 2013

 I tassi di interesse rimarranno, anche per il mese di dicembre 2013, sugli stessi livelli del mese precedente. Lo ha confermato oggi la Banca Centrale Europea che ha quindi dato continuità a quella politica monetaria aggiornata lo scorso 13 novembre che vuole il costo del denaro fermo al suo minimo storico dall’introduzione della moneta unica europea.