A partire da giovedì scorso, 7 novembre, il costo del denaro è stato portato ad un suo nuovo minimo storico, pari allo 0,25%, per volontà della Banca Centrale Europea, BCE, che ha ancora una volta tagliato i tassi di interesse per andare incontro all’economia europea nella morsa del credit crunch e della recessione.
BCE
I tedeschi non condividono il taglio dei tassi operato dalla BCE
Se la decisione presa ieri dal direttivo della Banca Centrale Europea di mantenere il costo del denaro al suo minimo storico e anzi di tagliare di un nuovo quarto di punto i tassi di interesse è stata salutata nella maggior parte d’Europa come una operazione positiva e auspicabile, nel Vecchio Continente c’è anche chi a questa notizia non ha proprio fatto i salti di gioia.
Il valore del tasso BCE vicino a quello dell’Euribor
Come abbiamo visto anche in un post pubblicato in precedenza nella giornata di ieri la Banca Centrale Europea – BCE – ha deciso per un ulteriore taglio del costo del denaro, che ha fatto calare il valore dei tassi di interesse. Il costo del denaro, oggi ancora una volta al suo minimo storico, è stato fissato dunque allo 0,25%.
L’Eurotower verso la nuova definizione dei tassi di interesse
Dovrà decidere entro la fine di questa settimana, l’Eurotower, se lasciare immutata la situazione dei tassi di interesse e del costo del denaro oppure rivedere le precedenti stime verso l’alto o verso il basso. Si riunirà, infatti, a partire da domani, 5 Novembre 2013, il consiglio direttivo della Banca Centrale Europea, BCE, cui spetta il compito di decidere entro giovedì 7 Novembre, se continuare nella politica di aiuti agli stati oppure intraprendere nuove misure.
La BCE conferma che i tassi rimarranno bassi ancora per lungo tempo
Solo qualche giorno fa dal Fondo Monetario Internazionale – FMI – era arrivato oltreoceano un allarme sulla situazione economica europea, ancora gravata dai rovesci della crisi e, contemporaneamente, l’invito alla Banca Centrale Europea – BCE – a continuare a mettere in pratica quelle politiche anticonvenzionali e quelle misure di allentamento della gestione monetaria che più sono adatte in periodi di congiuntura economica negativa e di scarsa circolazione della liquidità.
Il FMI chiede alla BCE misure non convenzionali
Un nuovo allarme sulle concrete possibilità di ripresa dell’economia europea arriva questa volta dal Washington, dal Fondo Monetario Internazionale, che vede all’orizzonte ancora numerosi nodi al pettine. Il primo di questi sarà appunto la debolezza della crescita, che stenterà a ripartire anche nei prossimi mesi, mentre altri problemi potrebbero essere causati dall’inasprirsi delle tensioni sociali e dall’aumento del tasso di disoccupazione.
I tassi della Banca Centrale Europea ad ottobre 2013
Nei giorni scorsi si è tenuto l’ultimo consiglio direttivo della Banca Centrale Europea – BCE – che ha confermato in via ufficiale la continuazione di quella politica monetaria accomodante e di sostegno alla ripresa più volte annunciata anche dal suo governatore Mario Draghi nelle settimane passate.
La Banca centrale europea mantiene i tassi ai minimi
Tasso d’interesse di riferimento al mimino storico. La decisione arriva dell’Europa o meglio dall’istituto di credito europeo per eccellenza: la Banca centrale europea (BCE). Durante il consiglio direttivo la Banca centrale europea ha deciso la seguente manovra: il tasso di interesse di riferimento sarà al minimo storico dello 0,5%. Ma non è tutto. Infatti le decisione prese dal consiglio direttivo della Banca centrale europea non si sono fermate solamente a quello che è il tasso di riferimento. Tra le molteplici decisioni c’è stata anche quella legata al tasso marginale. Infatti la Banca centrale europea ha deciso di tenere fermo non soltanto il tasso di interesse ma anche il tasso marginale, tasso marginale all’1,00%. Il tasso sui depositi, invece, rimarrà a zero second il consiglio direttivo della BCE.