La Germania contro l’euro

 Il mercato forex è molto controverso. Dal punto di vista dell’investitore resta un terreno privilegiato, soprattutto se gli strumenti d’investimento sono le opzioni binarie. In più, comprendere l’andamento di una certa moneta è a dir poco facile rispetto alla considerazione delle oscillazioni di un titolo azionario.

A Bruxelles non piace l’analisi del FMI

Di fatto, però, le variabili che influiscono su alcune monete, possono crescere in base alla valenza “politica” piuttosto che “monetaria in senso stretto” della valuta. Per esempio, sull’euro, influisce la particolarità della struttura politica dell’Eurozona dove hanno un discreto peso tutte le decisioni dei singoli stati membri. Se poi a pronunciarsi è uno dei big come la Germania, allora si capisce bene che l’andamento dell’euro è bello che condizionato.

La più grande sfida è l’occupazione

La Germania, per esempio, in queste ore, sta effettuando un vero e proprio processo all’euro. Ha chiamato in causa la Corte costituzionale tedesca che adesso dovrà giudicare il comportamento tenuto dalla BCE che continua nell’acquisto dei bond privilegiando le economie italiana e spagnola.

Il processo all’euro, che probabilmente condizionerà tutta l’estate, sarà lo sfondo della campagna elettorale tedesca. In Germania, infatti, a settembre, i cittadini tornano alle urne. C’è da capire allora se questa querelle condizionerà l’ascesa del partito europeista o finirà per alimentare il sentimento antieuropeo latente anche in Germania.

La BCE risponde al FMI sul salvataggio della Grecia

 Il Governatore della Banca Centrale Europea (BCE) Mario Draghi ha risposto in maniera indiretta all’ ammissione di colpa confessata due giorni fa dai vertici del Fondo Monetario Internazionale, che ha riconosciuto in un rapporto di aver commesso degli errori di valutazione nel corso delle operazioni di salvataggio della Grecia.

Banche ancora avare con le imprese

 La BCE si muovo come può per ridare slancio all’economia e alle imprese che ne sono le colonne portanti, ma, nonostante le immissioni di denaro liquido e l’abbassamento dei tassi – il costo del denaro ha raggiunto il suo minimo storico – le banche continuano ancora a non concedere prestiti alle imprese.
► Gli otto miliardi della fine della procedure di deficit devono andare alle imprese

Anzi, stando agli ultimi dati della Banca Centrale, i prestiti concessi alle imprese sono ulteriormente scesi ad aprile rispetto al periodo precedente. I prestiti concessi alle imprese non finanziarie hanno fatto registrare un – 1,9% rispetto a marzo 2012: segno che l’Eurozona è ancora molto debole, come dimostra l’ulteriore contrazione dello 0,2% del Pil.

Ma le cause di questa poca disponibilità degli istituti di credito nel concedere prestiti risiederebbero anche nei timori generati dal caso Cipro, come dimostrato dal fatto che i prestiti sono concessi di meno nei paesi che ancora sono in difficoltà.

► In calo le riserve depositate presso le banche centrali

Anche in Italia, infatti, anche se il paese è definitivamente e ufficialmente uscito dalla procedura di infrazione aperta dall’UE per deficit eccessivo, i depositi sono diminuiti dello 0,3% in aprile 2013 rispetto al mese precedente, anche se mantengono il trend positivo ( + 8%) sullo stesso periodo dello scorso anno.

La Germania accusa Draghi di favorire Italia e Spagna

 Nel corso di questi ultimi giorni il Presidente della Banca Centrale Europea Mario Draghi è stato oggetto di una duplice accusa da parte di alcuni esponenti di primo piano del mondo della politica e della stampa tedesche.

Lo scenario finanziario europeo va migliorando

Un lungo articolo pubblicato sul quotidiano Die Welt allude oggi infatti alla possibilità che la Banca Centrale Europea utilizzi lo spauracchio dell’ introduzione di tassi negativi sui depositi giacenti presso la BCE, per incoraggiare, o meglio costringere, le banche  tedesche a concedere più credito ai Paesi dell’ Europa meridionale in difficoltà economiche, come l’ Italia o la Spagna.

Il mercato si fida delle banche centrali

Una settimana fa, invece, il presidente Draghi era stato accusato di aver danneggiato, con la sua politica di estrema riduzione dei tassi di interesse, gli interessi dei risparmiatori tedeschi, che nel giro di poco tempo hanno visto drasticamente ridursi il valore dei loro risparmi.

E altre fonti, sempre in Germania, già danno quasi per certa la discesa dei tassi di deposito della BCE sotto lo zero, che saranno rivisti senza neanche aspettare una richiesta di intervento da parte delle nazioni in difficoltà. Nel frattempo, però, dai vertici della BCE, i governi dell’ Eurozona vengono ammoniti a non allentare le politiche del rigore. Chi avrà ragione?

Draghi parla della disoccupazione giovanile

 Nel nostro paese le condizioni economiche non sono più rassicuranti e positive come qualche mese fa. E lo dimostra bene il calo della fiducia dei consumatori che per i prossimi mesi si aspettano soltanto un peggioramento delle condizioni.

Giorgio Squinzi, nel suo discorso durante l’assemblea degli investitori, ha lanciato l’allarme per le industrie nostrane che sono soffocate dalle tasse e dal costo eccessivo della manodopera. In più in questo momento a cercare lavoro sono sia i giovani, sia gli adulti. Il riferimento è ai manager disoccupati che hanno superato la cinquantina ed ora non riescono a trovare un impiego adatto alla loro qualifica professionale.

Squinzi pessimista sull’Italia

Per risolvere quest’ultimo problema è stato disposto un fondo di 10 milioni di euro e per chiedere l’accesso le aziende hanno tempo fino a giugno. Ma per i giovani? In queste ore è tornato a parlare del problema dell’occupazione, o meglio della disoccupazione giovanile, il presidente della BCE Mario Draghi.

La fine dell’effetto Draghi per i mercati

Il presidente italiano dell’Eurotower ha spiegato che in molti paesi del Vecchio Continente, un livello elevato del tasso di disoccupazione giovanile rappresenta una minaccia per la stabilità sociale dei paesi e per questo è necessario che ci sia più giustizia tra le generazioni sul mercato del lavoro.

La struttura di quest’ultimo, infatti, ha bisogno di essere modificata in modo che la flessibilità non sia un handicap per le nuove generazioni di lavoratori.

Lo scenario finanziario europeo va migliorando

 In un intervento dal titolo “Il futuro dell’Europa nell’economia globale”, tenuto ieri  sera a  Londra, il Presidente della Banca Centrale Europea Mario Draghi ha per la prima volta dopo molti mesi parlato di segnali di miglioramento per lo scenario finanziario dell’ Europa.

Il mercato si fida delle banche centrali

Alla presenza di numerosi esponenti del mondo finanziario della City e di quello politico britannico, il numero uno dell’ Eurotower ha dunque confermato che oggi è possibile vedere dei segnali positivi per le condizioni finanziarie e degli spread nei mercati del debito e dei segnali di ripresa anche sul fronte dei finanziamenti bancari e dei prestiti concessi alle famiglie e alle imprese, che pur rimanendo molto ridotti sono in lieve ripresa.

Per Draghi la disoccupazione è una minaccia per la stabilità

Sebbene lo scenario europeo vada avviandosi verso condizioni di maggiore stabilità, non bisogna pensare che nella zona euro tutti i problemi siano stati risolti. Nei primi tre mesi dell’ anno si è avuta, infatti, una contrazione del PIL e il mercato del lavoro resta comunque molto precario a causa del grave problema della disoccupazione giovanile.

Per Draghi è necessario, tuttavia, continuare a percorrere la strada della prosperità puntando a garantire la stabilità economica e sociale dell’ Europa, ridando in primo luogo prospettive ai giovani.

Per Draghi la disoccupazione è una minaccia per la stabilità

 Il Presidente della Banca Centrale Europea Mario Draghi ha sollevato da Londra, davanti a numerosi operatori finanziari della City e ad esponenti del mondo politico britannico, il cruciale problema della disoccupazione in Europa.

Un patto europeo contro la disoccupazione

Secondo Draghi, infatti, il numero di giovani senza lavoro in alcuni Paesi dell’ Eurozona è diventato ormai così alto da costituire una minaccia per la stabilità sociale. Per questo motivo i governi sono stati invitati a varare riforme che assicurino una maggiore giustizia e equità tra le diverse generazioni, in modo tale che i giovani non siano costretti a pagare il peso di una eccessiva flessibilità del mercato del lavoro.

> La Germania lotta contro la disoccupazione giovanile

Il presidente della BCE ha inoltre ricordato le misure attuate dall’ Eurotower per favorire la ripresa economica nell’ Eurozona – come la decisione, presa  ormai diverse settimane fa in merito alla riduzione del costo del denaro, misure attuate in primis per evitare il rischio di default ai danni dell’ intero sistema, causato da un eccessiva innalzamento dei tassi d’ interesse da parte dei mercati.

Grazie a questi interventi l’ Europa ha così potuto ottenere una migliore capitalizzazione da parte delle banche e può contare oggi su situazioni di bilancio più solide.

Cartolarizzazione dei crediti, la soluzione della BCE al credit crunc

 Le banche dei paesi del Sud Europa non concedono più crediti alle piccole e medie imprese. Un grave danno che si aggiunge ad una situazione già di profonda sofferenza e che rischia di portare al collasso l’economia reale, ossia l’economia fatta dalle persone e dai loro consumi.

► Le imprese italiane non chiedono prestiti e il credito peggiora

La BCE ha concesso una bella iniezione di liquidità alle banche ma, dati alla mano, sembra che questi soldi non abbiano avuto, da parte delle banche, la destinazione voluta. Per risolvere questa problematica Mario Draghi, il numero uno dell’Euro Tower, propone la sua soluzione: la cartolarizzazione dei crediti.

In cosa consiste la cartolarizzazione del credito?

In gergo tecnico chiamata anche asset-back securities, la cartolarizzazione del credito prevede in caso di prestito di denaro da parte di un istituto di credito ad una impresa, che questo non verrebbe iscritto nel bilancio della banca perché sarebbe trasferito ad una società esterna –  a gestione pubblica o controllata dalla BCE – che emette delle obbligazioni pari al prestito concesso dalla banca.

► Calo vertiginoso dei prestiti alle imprese nel 2012

Le obbligazioni sarebbero pagate con le rate di restituzione dei debitori. In questo modo le banche potrebbero concedere prestiti a rischio zero, anche se tale rischio sarebbe trasferito sull’obbligazionista. Rischio che però si assottiglierebbe notevolmente se l’obbligazionista fosse un ente pubblico, come l’ESM, il Fondo salva-stati permanente, se non la BCE stessa.

La fine dell’effetto Draghi per i mercati

I mercati stanno vivendo una fase abbastanza tranquilla, quasi entusiasmante rispetto alla crisi dei mesi scorsi ma il miglioramento della situazione non esclude una ricaduta.

► La BCE considerata responsabile unica della crisi

I fondamentali economici, come si dice in gergo, sono stati parecchio infiacchiti dalla crisi, l’instabilità politica è un problema ancora irrisolto e questo potrebbe determinare una nuova ondata di risk-off.

Una previsione molto interessante della situazione dei mercati, l’ha offerta Mike Gallagher di IDEAglobal, un’agenzia che si occupa di analisi e consulenza finanziaria.

► La salvezza dell’Italia dalla BCE

Sotto il profilo obbligazionario, Gallagher spiega che i tassi dei titoli decennali di paesi come l’Italia e la Spagna, potranno iniziare la fase rialzista già nel mese in corso e potrebbero continuare con il trend fino ad ottobre. La direzione individuata, dunque, è quella del rialzo, anche se si assisterà a qualche correzione e a qualche picco.

Il rialzo previsto da qui ad ottobre per le obbligazioni italiane e spagnole è stimato in 100 punti base e di riflesso di potrà assistere ad un declino dei bund tedeschi che entro la fine del secondo trimestre, dovranno iniziare a viaggiare verso i livelli minimi. Poi, ad ottobre, i bund, dovrebbero restare intorno ai 5 punti base.

L’effetto Draghi, quindi, sembra essere scomparso, sarà davvero così?