Dalla BCE un nuovo piano di cartolarizzazioni per le banche?

 La Banca Centrale Europea starebbe elaborando un nuovo piano per risolvere il problema della concessione del credito e dei prestiti alle PMI da parte degli istituti di credito sparsi sul territorio europeo.

E il ventaglio delle soluzioni sembra essersi posato, per il momento, sulla reintroduzione del vecchio sistema delle cartolarizzazioni Abs, cioè le asset-backed securities, già impiegate in passato e tristemente note per le conseguenze negative che sono state in grado di creare nel biennio 2007 – 2008.

> La risoluzione bancaria al centro del dibattito europeo

Basti pensare, infatti, alla situazione italiana. In occasione di quel primo aiutino della BCE alle banche, ben 260 miliardi sono stati dirottati verso gli istituti del nostro Paese, senza però restituire neanche un centesimo fino ad oggi. Ora, tuttavia, si parla di dare in prestito mille miliardi in tre anni ad un tasso agevolato dell” 1%.

> Le banche puntano sui Titoli di Stato

Le cartolarizzazioni Abs sono infatti sistemi che consentono agli istituti di credito di erogare i finanziamenti alle PMI, incassare le commissioni e parte degli interessi, ma scaricare i rischi degli investimenti su altri soggetti, anche pubblici.

I rischi di insolvenza dei debitori, infatti, vengono in genere scaricati sulle spalle di chi compra le obbligazioni emesse da quella società fuori bilancio  creata ad hoc per risultare intestataria dei prestiti emessi dalla banca.

La BCE considerata responsabile unica della crisi

 La crisi economica europea è importante soprattutto nei paesi che stanno a sud del paese. Ma chi ha causato questa situazione? Sembra che tutta la colpa oggi si possa attribuire alla BCE. A sostenere questa tesi è in primo luogo Paul De Grauwe che pensa che a rendere meno nervosi i mercati non sia stata l’austerity ma piuttosto il backstop di liquidità imposto dalla Banca Centrale.

La salvezza dell’Italia dalla BCE

Se si analizza nel dettaglio quello che è successo all’Italia e alla Spagna si può ottenere una spiegazione approfondita delle cause della crisi. In molti paesi, infatti, le politiche economiche applicate, pur con le differenze relative allo spread che è diverso per ogni nazione, hanno ottenuto praticamente lo stesso risultato. Com’è possibile? Si è verificata questa omogeneità dei risultati a causa dei cambiamenti voluti dalla BCE e validi per tutti.

L’Italia combatte contro la crisi

Un grafico proposto da Paul Krugman dimostra che tutte le teorie promosse in questi anni di sviluppo della crisi, a sostegno delle politiche economiche di austerità, che avrebbero dovuto far abbassare i tassi d’interesse e stimolare la crescita, sono fasulle.

La BCE, con i suoi continui ribassi dei tassi, è da considerarsi l’unica responsabile della crisi. Il grafico dimostra che tutte le modifiche dei trend e dei tassi, in Spagna e in Italia, sono legate agli interventi della banca centrale.

Lavoro e stage alla BCE

 La BCE è il cuore del settore bancario dell’Unione Europea, che ha come compito principale quello di gestire la politica monetaria dei 17 paesi che hanno aderito alla moneta unica per garantirne la stabilità.

Istituita il 1º giugno 1998 sulla base del Trattato sull’Unione europea, è un grande organo che è alla costante ricerca di personale qualificato e di giovani e brillanti laureati da avviare, attraverso specifici programmai, alla carriera bancaria. Lavorare per la Banca Centrale Europea è una grande occasione per chiunque voglia iniziare una carriera in questo settore e, per di più, è anche un modo per fare un’esperienza lavorativa all’estero in una istituzione di tale prestigio.

Al momento la Banca Centrale Europea è alla ricerca di candidati per assunzioni a tempo determinato e stage. Vediamole nel dettaglio.

Offerte di lavoro della Banca Centrale Europea

Market Infrastructure Expert – Candidature entro il 24 maggio 2013.

Premises Security Coordinator – Candidature entro il 23 maggio 2013.

Head of Division – Candidature entro il 17 maggio 2013.

Offerte di stage della Banca Centrale Europea

Stage Research Assistance – Candidature entro il 16 maggio 2013.

Per tutte le informazioni sui requisiti richiesti dalla BCE e per candidarsi ad una delle posizioni aperte consultare la pagina Jobs del sito dell’Istituto.

Per la BCE il PIL europeo diminuirà dello 0,4% nel 2013

 Non sono troppo lunsinghiere le previsioni relative al PIL dell’ Eurozona contenute all’ interno dell’ ultimo bollettino mensile emesso dalla Banca Centrale Europea. Secondo le stime dell’ Istituto, infatti, il Pil europeo subirà, entro la fine del 2013, una ulteriore contrazione, arrivando a far registrare un calo dello 0,4%, rispetto alle precedenti stime, che avevano previsto invece uno 0%.

> Per la BCE i tassi rimarranno bassi fin quando necessario

Nell’ ultimo bollettino della Bce, inoltre, sono state modificate anche le stime relative al Pil europeo previsto per il 2014, che è stato ridotto di alcuni punti, passando dal precedente +1,1% all’ attuale +1%. Sono rimasti invece invariate le previsioni passate relative al Pil europeo per l’ anno 2015 (+1,6%) e per l’ anno 2017 (+1,8%).

Far ripartire la crescita in Europa

All’ interno del bollettino la Banca Centrale Europea ha poi spiegato che le revisioni a ribasso del prodotto interno lordo per l’ anno 2013 sono state dovute alla forte debolezza economica che si è potuta avvertire tra la fine del 2012 e l’ inizio del 2013.

La congiuntura attuale infatti è stata caratterizzata da una ulteriore perdita di posti di lavoro e dall’ aumento della disoccupazione, fenomeni che insieme ad una intrinseca debolezza dell’ industria non fanno ben sperare per una ripresa della situazione in tempi rapidi.

Per la BCE i tassi rimarranno bassi fin quando necessario

 Arrivano oggi dalla Banca Centrale Europea ulteriori conferme sul proseguimento della politica di tagli al costo del denaro e di riduzione dei tassi di interesse attuata nell’ ultimo periodo.

> La Bce taglia il costo del denaro allo 0,5%

Nell’ ultimo bollettino mensile emesso dall’ Istituto, infatti, i vertici della Bce hanno confermato che il costo del denaro rimarrà basso fino a quando sarà necessario, in modo da contribuire le prospettive di ripresa che potranno verificarsi nel resto dell’ anno.

Draghi pronto a nuovi tagli

Tutto il primo periodo del 2013, invece, è stato caratterizzato da un generale clima di sfiducia nei confronti dei mercati, sfiducia che tuttavia è stata momentaneamente “interrotta” dal recente successo dei Titoli di Stato italiani e spagnoli, che ha avuto conseguenze anche sull’ andamento dei mercati periferici dell’ Eurozona.

Una possibile ripresa sarà forse possibile solo verso fine anno, ma secondo la Banca Centrale si rendono particolarmente necessarie quelle riforme strutturali che mirino ad un definitivo risanamento dei conti e, se necessario, alla ricapitalizzazione delle banche.

E’ inoltre necessario proseguire sulla strada di una sempre maggiore unione economica, monetaria e, si spera presto, anche bancaria.

Anche se bisogna dire, per dovere di cronaca, che l’ ottimismo della Bce si scontra ancora al momento con le stime al ribasso di molti economisti del settore privato.

La BCE e i tassi d’interesse sui mutui

 La BCE ha subito numerose pressioni da parte delle altre banche centrali e alla fine ha deciso di tagliare i tassi d’interesse di un ulteriore 0,25 per cento. Il tasso di riferimento è quindi passato dallo 0,75 per cento allo 0,50 per cento. Questa notizia è stata immediatamente recepita dagli investitori ed è stata interpretata come uno strumento di stimolo per il rilancio dell’economia e per dare sostegno alla crescita dei singoli paesi e del continente.

Banche in crisi si torna a parlare di esuberi

Ma quanto e cosa cambia con questa scelta per i cittadini, ovvero cosa cambia per chi ha acceso un mutuo o avviato un prestito di qualsiasi tipo? Per quanto riguarda i mutui, il taglio dei tassi dello 0,25 per cento, influirà sicuramente sui mutui a tasso variabile indicizzati con questo tasso. Quindi, i cittadini che hanno scelto un mutuo a tasso variabile indicizzato BCE, inizieranno dalla prossima rata a risparmiare qualcosa. E il risparmio sarà tanto più alto quanto minore è lo spread applicato dalla banca.

La BCE chiede attenzione per le PMI

I mutui a tasso variabile indicizzati all’Euribor, invece, i vantaggi non sono evidenti, visto che l’indice ha comunque continuato a scendere in autonomia e questo vuol dire che il risparmio sarà minore.

Anche per i prestiti è calato il tasso e questo e i risparmi saranno evidenti.

Le conseguenze del taglio del costo del denaro

 Sono passati solo pochi giorni da quando la Bce e il suo Governatore Mario Draghi hanno approvato un ulteriore taglio del costo del denaro, che ha così raggiunto nell’ Eurozona il suo minimo storico attestandosi su un tasso dello 0,5%.

>  La Bce taglia il costo del denaro allo 0,5

Ma, per il mondo reale dell’ economia e finanza, e, in particolare, per investitori e  risparmiatori, che conseguenze ha comportato questa operazione, soprattutto in relazione a mutui, prestiti e depositi?

Draghi invita a ridurre la disoccupazione e la concentrazione dei redditi

A quanto sembra, dunque, i mercati finanziari, che da tempo si aspettavano un provvedimento simile, non hanno reagito con grande entusiasmo al provvedimento dell’ Eurotower, non ritenendolo forse lo strumento più adatto a promuovere la circolazione della liquidità.

Sul fronte dei mutui, invece, ne beneficeranno le famiglie che hanno scelto un prestito a tasso variabile, che avranno un risparmio sulla rata mensile di circa 1o o 15 euro al mese a patto che le banche non alzino contemporaneamente lo spread.

Per quanto riguarda, invece, i prestiti e i finanziamenti per l’acquisto di beni di consumo, che hanno in genere tassi fissi decisi in anticipo, non cambierà purtroppo molto.

Infine, i conti deposito. Anche in questo settore, purtroppo, pochi entusiasmi: questi ultimi sono stati interessati, infatti, negli ultimi mesi da una progressiva erosione dei tassi di rendimento, che il taglio del costo del denaro non servirà probabilmente a compensare.

Draghi invita a ridurre la disoccupazione e la concentrazione dei redditi

 E’ stato un discorso dai toni marcatamente “sociali” quello tenuto oggi dal Governatore della Banca Centrale Europea, Mario Draghi, nello svolgimento della sua lectio magistralis presso l’ Università LUISS Guido Carli in occasione della cerimonia di conferimento della laurea in Scienze Politiche.

Il governatore ha infatti affermato che la condizione essenziale per ridurre il tasso di disoccupazione è l’ esistenza di una crescita duratura, crescita che agisce soprattutto a livello dell’ occupazione giovanile. In molti Paesi europei, invece, ha sottolineato Draghi, la disoccupazione ha raggiunto ormai livelli tali da incrinare la fiducia nelle aspettative di vita e da innescare fenomeni di protesta, anche distruttivi.

> La Bce taglia il costo del denaro allo 0,5%

Secondo il governatore della Bce, inoltre, nel corso degli ultimi venti anni l’ Europa è stata caratterizzata da un fenomeno di concentrazione dei redditi delle famiglie – cioè di concentrazione dei patrimoni e della ricchezza – che è andata a penalizzare le fasce più deboli. Sarebbe quindi d’ ora in avanti necessaria una più equa fruizione della ricchezza nazionale da parte di tutti gli individui, in modo da favorire il profilarsi di opportunità, successo economico e coesione sociale.

Le banche concedono ancora pochi mutui

Nel suo discorso Draghi ha infine confermato la disponibilità della Bce ad intervenire ulteriormente sul costo del denaro, se sarà necessario.

Draghi pronto a nuovi tagli

 Qualora l’economia dell’Eurozona dovesse mostrare altri di forte cedimento la Banca Centrale Europea sarebbe pronta a effettuare nuovi tagli dei tassi di interesse. A dichiararlo è il membro del Comitato esecutivo della BCE, Benoit Coeure.

Nel corso di un’intervista a France Inter Radio, Coeure ha detto che i tassi si trovano già “al minimo storico, ma provvederemo a nuovi tagli se gli indicatori economici confermeranno che la situazione in Eurozona sta ulteriormente peggiorando”.

Nel contempo, la settimana scorsa l’Eurotower ha tagliato il costo del denaro allo 0,5% dallo 0,75% e il governatore Mario Draghi ha confermato la politica monetaria accomodante dell’istituto di Francoforte per tutto il tempo necessario” sottolineando che la decisione del taglio dei tassi di interesse è stata presa al fine di supportare la domanda interna e la ripresa verso la fine dell’anno.

Draghi: “Pronti ad agire se necessario”

Dal canto suo, il governatore della Banca Centrale Draghi, ha voluto fare una precisazione. Draghi ha sottolineato che l’istituto sta monitorando in maniera costante i dati macroeconomici ed “è pronta ad agire se necessario”.

Tutto, dunque, è in relazione agli esiti della situazione. Esiti che saranno misurati (a mò di polso) nelle prossime settimane.

Al momento, quella della Bce suona come una ‘minaccia a fin di bene’, in maniera tale da poter risollevare la situazione europea.

 

La Bce taglia il costo del denaro allo 0,5%

 E’ finalmente arrivata quella decisione che nell’ Eurozona era attesa oramai da molti giorni. O almeno da quella parte dell’ Eurozona in cui ci si aspettava una ulteriore riduzione del costo del denaro, con buona pace, dunque, di Germania e Regno Unito.

L’UE divisa sulla questione spagnola e non solo

Mario Draghi e l’ Eurotower hanno, infatti, deciso ieri di abbassare di una altro quarto di punto il costo del denaro, che così raggiunge il suo minimo storico con un tasso che si attesta sullo 0,5%. L’ ultima operazione sui tassi, invece, risaliva al luglio scorso, quando ci si era accordati per un tasso dello o,75%. Ma la presenza, oggi, di una inflazione sotto controllo e il perdurare dell’ economia di crisi hanno indotto questo nuovo ritocco.

Angela Merkel sul problema dei tassi della Bce

L’ intenzione di Draghi e della Banca Centrale Europea, è, dunque, quella di rilanciare l’ approvvigionamento di credito nell’ economia reale, soprattutto per il settore privato, pesantemente a corto di liquidità. La Bce si è infatti dichiarata pronta ad intervenire di nuovo sul costo del denaro, qualora le condizioni economiche lo richiedessero, scendendo anche su tassi negativi,  ma a questo punto anche le banche dovranno fare la loro parte, allentando la stretta sul credito.