Bollettino mensile BCE: Europa ancora in recessione

 L’Europa si trova ancora in una difficile fase economica, anche se si iniziano a vedere i primi segnali di stabilizzazione.

 

► La ripresa ci sarà dal 2014

La prima parte dell’anno continuerà ad essere caratterizzata dal rafforzamento degli indicatori di stabilità economica, per arrivare alla seconda parte del 2013 con un’economia che inizierà, realmente, a riprendersi, soprattutto grazie al ruolo centrale che giocherà l’export, sulla scia della crescente domanda mondiale.

Questa la sostanza del bollettino mensile emanato oggi dalla BCE, che però evidenzia come l’attività economica sarà molto influenzata dagli aggiustamenti di bilancio necessari nei settori pubblico e privato dei vari stati membri. E su questo punto la BCE lancia un invito ai paesi membri per i quali il risanamento dei bilanci deve essere

parte integrante di un programma di riforme strutturali organico inteso a migliorare le prospettive per la creazione di posti di lavoro, per la crescita economica e per la sostenibilità del debito.

Le prove dei miglioramenti sul fronte della stabilità economica sono dati anche dai mercati: quello obbligazionario, infatti, ha manifestato un’ottima reazione alle aste regolari dei Tesori italiano e spagnolo.

 

► Germania contro la Banca Centrale Europea

Dato particolarmente importante che ha portato la Banca Centrale a esprimere un giudizio molto favorevole sul nostro paese: gli sforzi fatti dall’Italia per correggere il deficit pubblico potranno a breve essere premiati con la chiusura della procedura per deficit eccessivo aperta nei confronti del paese.

 

 

La Germania all’attacco della Banca Centrale Europea

 Una ricerca della BCE, di cui abbiamo parlato, dimostra che gli italiani sono più ricchi dei tedeschi ma non solo, facendo una panoramica sulla distruzione della ricchezza nell’UE, questo report spiega che l’opinione diffusa non corrisponde alla situazione reale.

Qualcuno dice che siamo più ricchi dei tedeschi

Il report, però, non è stato ancora pubblicato e questo non piace alla Germania che finora, considerata la prima della classe, ha dovuto anche contribuire in modo più incisivo alla formazione e al mantenimento del Fondo Salva Stati.

Per questo o per altri motivi che non sono ancora stati spiegati per bene, la Germania è partita all’attacco della BCE accusandola di ritardare nella pubblicazione del documento da lei stessa prodotto, per evitare che si sappia veramente come stanno le cose nell’Eurozona.

► Forbes ha stilato la classifica degli uomini più ricchi del mondo

Le accuse lanciate alla BCE sono gravi e hanno una risonanza ancora più grande se a “pubblicizzarle” ci ha pensato un quotidiano liberalconservatore molto influente, come lo è Frakfurter Allgemeine.

Dalle colonne di questo giornale si spiega che la BCE ha in mente una precisa strategia che è quella di rendere noto il documento, di cui comunque si conoscono già alcune parti, soltanto dopo che sono state approvate le misure per il salvataggio di Cipro. I dati, infatti, potrebbero influenzare negativamente le scelte degli stati.

dei salari che crescono soltanto dello 0,1 per cento.

 

Draghi allunga i tempi di attesa per la fine della crisi

 Un anno in più, dunque.

Tutti avevamo iniziato a sperare che la crisi che ci tormenta ormai da diversi anni e che in questo 2012 ha affondato i denti in tutta l’Europa sarebbe finita al massimo entro la fine del 2013. Ma, invece, non sarà così, almeno a detta di Mario Draghi, numero uno della Banca Centrale Europea, che, in un intervento di questa mattina, ha annunciato che la ripresa arriverà per il 2014.

► Mario Draghi su occupazione e euro

A conferma di quanto detto da Mario Draghi sono arrivate anche le correzioni per le previsioni di crescita della zona dell’Euro, naturalmente riviste al ribasso: per il 2013 il Pil atteso è negativo (una percentuale compresa tra il -0,9% e il -0,1%), mentre per il 2014, l’anno che dovrebbe essere portatore della ripresa, il Pil atteso è tra 0 e 2%.

Le cause di questa revisione al ribasso sono da rintracciare nella lentezza delle riforme che, di conseguenza, rallenta anche la ripresa di fiducia da parte dei mercati e il persistere ancora del problema della disoccupazione.

Mario Draghi ha anche voluto rassicurare tutti coloro che vedono nell’esito delle elezioni italiane un altro problema di cui tutti potrebbero risentire. Secondo il capo dell’Eurotower, infatti:

► La BCe acquista 103 miliardi di bond

I mercati sanno che viviamo in sistemi democratici e sul risultato delle elezioni politiche italiane sono meno impressionati rispetto ai media ed ai politici. L’Italia in ogni caso prosegue il consolidamento dei conti pubblici e gli aggiustamenti strutturali dell’economia, come se ci fosse una sorta di pilota automatico.

Mario Draghi su occupazione e euro

 Nel suo discorso tenuto all‘Accademia Cattolica di Monaco di Baviera il presidente della BCE Mario Draghi ha voluto lanciare un chiaro segnale ai paesi dell’Unione Europea, in un momento politico particolare come quello del post elezioni in Italia che ha riaperto delle questioni mai risolte in seno alla Banca Centrale e all’Unione.Draghi si è schierato in difesa della moneta unica come solo mezzo di stabilità per l’economia dei paesi dell’Unione Europea. Ma è necessario che i paesi che hanno deciso di aderirvi si prendano le giuste responsabilità per far sì che l’euro possa davvero assolvere al suo compito non lasciando alla Banca Centrale il compito, che non potrà mai essere di sua competenza, di portare avanti le riforme strutturali dei singoli paesi.

Quello che la BCE può fare, ora che i paesi con i maggiori problemi hanno ricevuto gli aiuti, è impegnarsi a mantenere stabili i prezzi, come prevede il suo mandato, ma poi l’iniziativa di risanamento deve partire dall’interno dei singoli paesi, che non possono fermarsi agli obiettivi raggiunti fino ad ora.

Anche se i costi sociali delle riforme di questo periodo sono stati molto alti, non ci si può fermare adesso: la disoccupazione è ancora molto alta in molti paesi dell’Eurozona e il presidente ha invitato i paesi ad

attuare riforme fondamentali che spingano il potenziale delle loro economie. La disoccupazione è una tragedia che spreca la vitalità dei lavoratori, impedisce alle persone di avere un ruolo attivo nella società e crea una sensazione di senza speranze, che è frustrante per i giovani.

Non si può sottovalutare il problema della disoccupazione che in Europa colpisce circa 19 milioni di persone, l’equivalente della popolazione dell’Olanda.

 

 

Bond italiani e stipendi europei

 Mario Draghi, in risposta alla decisione della FED d’interrompere il programma di stimoli all’economia americana, ha deciso di parlare della situazione europea, spiegando che l’Italia è il paese più aiutato d’Europa. Poi sono stati pubblicati anche i dati sugli stipendi dei “funzionari” della Banca Centrale Europea.

 L’Italia ottiene più sostegno degli altri

La trasparenza prima di tutto, si sente ripetere da quanto è stato creato il meccanismo europeo anti-crisi che dovrebbe proteggere i rialzi continui dello spread dei paesi in difficoltà. Ma quanti e quali sono gli stati che hanno accettato di essere aiutati dall’Europa negli ultimi due anni?

 L’accordo europeo sui bilanci degli stati membri

In cima alla classifica c’è l’Italia che si è aggiudicata, nella pratica, circa la metà degli aiuti messi a disposizione dalla BCE tra il 2011 e il 2012 per i paesi periferici. Si tratta di circa 103 miliardi di euro versati dall’Europa all’Italia per l’acquisto dei titoli di stato nel periodo di maggiore crisi europea. A seguire la BCE ha investito 44,3 miliardi in Spagna, 33,9 miliardi in Grecia, 22,8 miliardi in Portogallo e 14,2 miliardi in Irlanda.

Alla fine dell’anno la BCE ha chiuso il bilancio con un utile netto di 998 milioni di euro, in crescita rispetto all’anno precedente.

Per quanto riguarda gli stipendi della BCE, adesso, è noto che Mario Draghi guadagna 374.124 euro all’anno, mentre il vice presidente della BCE se ne mette in tasca 320.668 euro. I membri del Consiglio esecutivo della BCE guadagnano infine 267.228 euro l’anno.

La BCe acquista 103 miliardi di bond

 Per l’esattezza si tratta di una cifra pari a 103 miliardi di euro. Metà, o quasi, di quanto la Banca Centrale Europea ha deciso di elargire a sostegno dei Paesi periferici dell’Eurozona colpiti dalla crisi del debito. Il totale messo a disposizione dall’Smp –Securities Markets Programme– che prevede l’acquisto dei titoli di stato sul mercato secondario da parte della BCE, era di 218 miliardi di euro.

► Il meccanismo unico di risoluzione della BCE

Alla Spagna sono stati riconosciuti 44,3 miliardi, alla Grecia 33,9, al Portogallo 22,8 e all’Irlanda 14,2. Per quanto riguarda la durata media residua dei debiti dei paesi nei confronti della Banca Centrale Europea, l’Italia rientra nella media con i suoi quattro anni e mezzo, la Grecia è invece il paese  con la durata residua media più breve con tre anni e mezzo.

Tutti i fondi utilizzati per l’acquisto dei titoli di stato provengono dall’Smp, programma iniziato nel 2010 come mezzo di emergenza per il risanamento degli Stati appena dopo l’emergere della gravità dei problemi della Grecia. Il programma sarebbe dovuto terminare nel settembre del 2012, quando sarebbe dovuto essere sostituito dall’Omt, che però non è mai stato avviato.

► Draghi parla della debolezza dell’economia reale

Forse un bene per i paesi in difficoltà, dato che l’Omt prevede che i paesi che ricevono aiuto dalla BCE debbano sottoporsi alle condizioni di aggiustamento strutturale fissate dal fondo europeo salva-Stati.

 

Draghi vede più stabilità ma l’economia reale non migliora

In una audizione al Parlamento europeo, Mario Draghi ha parlato della situazione economica nell’Eurozona. Per Draghi la situazione è più stabile, ma non ci sono ancora miglioramenti per quanto riguarda l’economia reale. Il fatto che l’economia reale non migliora riguarda anche l’Italia, con le banche che stanno soffrendo gli effetti della recessione.

Draghi fa il quadro della situazione monetaria Ue

Draghi ha spiegato che si deve continuare con il consolidamento portandolo ad essere più leggero. In particolare, bisogna diminuire l’imposizione fiscale che in Europa è molto alta. Ecco le parole di Mario Draghi: “’Il 2013 e’ iniziato con un quadro più stabile rispetto agli ultimi anni grazie alle riforme dei governi ma servono sforzi più importanti perché la Ue possa emergere dalla crisi e ricreare fiducia e crescita”.

Inflazione e stabilità dei prezzi nel discorso di Draghi

I riferimenti di Draghi sono anche ai rischi sulle prospettive economiche della zona euro e sulla fiducia che non mostra ancora segni di ripresa. La ripresa è comunque prevista per la metà dell’anno anche se sarà all’interno di una economia ancora debole e sarà graduale.

La Bce si concentra sulla ripresa dell’economia reale, che ancora non migliora, e studia un modo per fare arrivare i prestiti fatti alle banche alle piccole e medie imprese. Draghi ha detto: “Il consolidamento è necessario, sappiamo che ha effetti sulla contrazione economica a breve termine ma non si deve abolire o attenuarlo ma si possono mitigarne gli effetti, ad esempio costruendo un consolidamento basato meno sull’aumento delle tasse, che nella zona euro sono già molto alte’”.

Bruxelles pronta a mettere un tetto ai bonus dei manager

 La decisione sembra ormai presa, anche se sono in molti gli oppositori. Al centro del contenzioso la decisione dell’Unione Europea di mettere una soglia massima ai bonus dei manager, che non potranno più superare l’ammontare del salario fisso.
► Top manager inglesi: stipendi più alti del 27%

Una sorta di tragedia per i tanti banchieri dell’Unione europea che vedono ogni anno lievitare i propri guadagni proprio grazie a questi bonus. Le maggiori rimostranze sono arrivate da Londra. A parlarne diffusamente in questi giorni è proprio il quotidiano di riferimento della City, il Financial Times. 

La decisione dovrebbe essere presa al massimo entro la fine di questa settimana dal Parlamento europeo, al momento presieduto dall’Irlanda. Diverse le posizioni dei paesi dell’Unione. Per la Francia sarebbe opportuno che i bonus non superino il salario annuale (con rapporto di uno a uno); la Gran Bretagna prova a proporre un tetto più alto che possa arrivare ad essere il doppio della retribuzione fissa annuale.

► Il meccanismo unico di risoluzione della BCE

A cercare di mediare le posizioni la Germania che cercherà di equilibrare le richieste dei vari paesi e allo stesso tempo di non far inasprire troppo il clima a Bruxelles, dove, in questi ultimi tempi, si discute abbondantemente della riforma del sistema bancario europeo e di un ruolo più incisivo della BCE.