L’effetto della crisi sulle banche

 Chi se la passa bene e chi invece arranca. E’ questo l’enigma da sciogliere per investire in modo oculato nel settore delle opzioni binarie. Oggi a fare le spese della crisi ci sono anche le banche che hanno dovuto cambiare le loro modalità d’intervento nella vita del paese.

Basta osservare le azioni della Banca Centrale Europea, della Federal Reserve e della Bank of England per rendersi conto che qualcosa sta cambiando e bisogna provare ad interpretare il trend.

La Federal Reserve, di recente, è intervenuta nel merito delle politica economica americana spiegando che ci sono dei livelli da raggiungere in tema di disoccupazione e crescita e per questo i tassi, almeno per un po’, dovranno restare inalterati.

La BCE ha pensato bene di iniettare ancora nuova liquidità sul mercato per sostenere il sistema bancario e la Bank of England ha iniziato a pensare che insistere sull’inflazione ha poco senso. Insomma un po’ tutta la politica monetaria è in crisi.

In realtà il superamento del sistema dell’inflation targeting è fortemente sostenuto anche dal presidente della Bank of Canada che ha spiegato la necessità di andare oltre questo principio, molto comune in Gran Bretagna, ma anche nella zona Euro, in Canada e negli Stati Uniti. Solo così si può iniziare a “difendersi” dalla aspettative economiche distorte degli investitori.

Bollettino BCE: in Europa manca il lavoro e la situazione è destinata a peggiorare

 La debolezza del mercato del lavoro è la principale fonte di rischio per le famiglie europee. E’ l’allarme che arriva dal Financial Stability Review della Banca Centrale Europea che mette in evidenza un ulteriore calo del numero degli occupati in Europa (anche la situazione dei diversi paesi è molto eterogenea) che ha raggiunto il suo record storico nel corso del 2012.

A peggiorare la situazione le basse prospettive di crescita, che porteranno ad un ulteriore aumento dei senza lavoro fino a che non si creeranno le situazioni per una reale ripresa dell’economia.

Sempre secondo il rapporto della BCE, comunque, nonostante questi evidenti difficoltà, la situazione creditizia delle famiglie è riuscita a rimanere stabile nel corso dell’anno (66% del Pil nel secondo trimestre del 2012) ma le nuove manovre di austerity che verranno attuate prossimamente per risolvere la crisi del debito sovrano potrebbero portare dei rischi reali alla stabilità finanziaria. L’unica soluzione, ammonisce la BCE, è continuare con le riforme e con il rafforzamento delle strutture comunitarie.

Ci sono poi altri due rischi che pendono sull’Europa unita: il primo è un ulteriore peggioramento della redditività delle banche e della qualità del credito e il secondo è la frammentazione dei mercati finanziari che influisce negativamente sulle possibilità di finanziamento per le banche nei paesi in difficoltà.

L’istituto è impegnato in prima linea per la risoluzione di queste problematiche ma avverte anche che è necessario agire sulle cause della crisi, e non solo provvedere ad alleviarne i sintomi.

 

L’UE sblocca i fondi per il salvataggio della Grecia

 I risultati del buy back dei titoli di stato greci ha dato i suoi risultati. Non quelli sperati,ma comunque sufficienti per convincere l’Unione Europea a sbloccare i fondi per gli aiuti.

La prima tranche di aiuti arriverà alla Grecia entro la fine dell’anno e saranno 34 miliardi di euro. Entro il primo trimestre del 29013, pi, ne arriveranno altri 10 e, se sarà necessario, il presidente dell’Eurogruppo Jean Claude Juncker ha garantito che Bruxelles è disposta a mettere in atto ulteriori misure di salvataggio del paese.

Gli aiuti alla Grecia sono arrivati con sei mesi di ritardo (l’operazione sarebbe dovuta partire già a giugno di quest’anno) ma le elezioni e i ritardi nell’approvazione del piano di tagli da parte di Samaras hanno portato la Toika ad attendere che le due operazioni di buy back che hanno portato nelle casse dello stato greco una parte della somma necessaria al salvataggio.

Si tratta di un boccata di ossigeno per la Grecia. Il paese ha attraversato uno dei momenti più difficili della sua storia e gli aiuti sono il primo passo per portare il rapporto debito/pil al 120% nel 2020. Ma la situazione del paese resta ancora molto complicata: le previsioni degli ultimi giorni confermano che il pil greco scenderà ancora di altri 6,5 punti percentuali e la disoccupazione continuerà a crescere.

 

Trattative in corso per la ricapitalizzazione delle banche europee

 L’accordo sulla centralizzazione della vigilanze delle banche dei paesi della zona euro è stato raggiunto ieri e la nuova super BCE sarà operativa a partire dal marzo del 2014, ma non è solo il controllo degli istituti bancari a influire sulla sopravvivenza dell’Unione. Stanotte, infatti, i 27 leader si sono nuovamente riuniti per decidere le misure da adottare nel breve termine per l’integrazione bancaria, step necessario perché i paesi bisognosi possano accedere direttamente ai fondi dell’ESM.

I leader hanno anche chiesto al presidente del consiglio europeo Herman Van Rompuy di preparare un altro documento con le nuove misure da varare a partire dal prossimo anno, documento che si andrà ad aggiungere a quello già presentato dal presidente sulle tre tappe da seguire per la ricapitalizzazione delle banche, il quale non ha avuto molta influenza sull’andamento del vertice di questa notte.

I leader si sono concentrati soprattutto sul raggiungimento degli obiettivi a breve termine, ossia la necessità di trovare e adottare regole comuni per la risoluzione delle banche e la garanzia dei depositi, ma il nodo che ancora non si è riusciti a sciogliere è quello che riguardala ricapitalizzazione delle attività bancarie precedenti alla creazione del meccanismo unico di sorveglianza, eventualità a cui si oppongono fermamente Germania, Finlandia e Olanda.

 

 

Bce: “Disoccupazione in aumento”

I dati parlano chiaro. L’Eurozona stenta a riprendersi e se lo farà non accadrà nell’immediato. La disoccupazione aumenta e le proiezione economiche sono nel contempo in calo.

I dati, che come detto parlano chiaro, provengono dal resoconto mensile inserito nel bollettino della Banca Centrale europea:

“Un ulteriore indebolimento dell’attività nell’ultimo trimestre dell’anno dopo il terzo trimestre che ha confermato la recessione nell’Eurozona. Di più. Per il 2013 Francoforte pevede una attività debole, con rischi al ribasso e una ripresa graduale nel corso dell’anno. A gravare sull’economia saranno, in particolare, gli aggiustamenti di bilancio necessari nei settori finanziario e non finanziario, nonchè la persistente incertezza. Per la Bce, inoltre, la dinamica del Pil si tradurrà nel prolungarsi delle difficoltà di accesso al credito per aziende e famiglie”.

Fattori che dipendono dalle condizioni scarse del mercato del lavoro nell’Eurozona:

“Ulteriormente peggiorate negli ultimi trimestri e le previsioni suggeriscono nel breve termine un ulteriore incremento della disoccupazione arrivata a ottobre all’11,7%. La Bce, tuttavia, sottolinea l’attenuarsi delle tensioni sul fronte del debito pubblico dei paesi europeo. Fra la fine di agosto e il 5 dicembre i tassi d’interesse sul debito greco sono scesi di oltre 800 punti base, con pronunciate riduzioni anche per Portogallo, Irlanda nonchè Italia e Spagna (rispettivamente 141 e 148 punti base in meno per queste ultime)”.

Raggiunto accordo sulla centralizzazione del controllo bancario in Europa

Dopo il no della Germania di inizio mese, i ministri delle finanze dei paesi dell’Eurozona, dopo 14 ore di consiglio, hanno raggiunto l’accordo per la vigilanza delle banche dell’Unione Europea.

Se da un lato la creazione di una super BCE rappresenta una perdita di sovranità nazionale, dall’altro è un grande passo avanti nell’integrazione dei paesi europei. A finire sotto il controllo di un unico organismo di vigilanza centrale saranno tra le 150 e le 200 banche, quelle più grandi, cioè quelle che hanno un attivo superiore ai 30 miliardi di euro, mentre per tute le altre il sistema di vigilanza sarà nazionale, ma la BCE avrà comunque pieno diritto di controllo.

Il nuovo sistema di vigilanza sarà operativo a partire dal 1 marzo del 2014, anche se non è escluso che possa esserci un rinvio nei termini. I nodi su cui si sta ancora discutendo e che potrebbero portare ad un ritardo sono la separazione tra politica monetaria e vigilanza bancaria nella Bce, e le modalità di voto nell’Autorità bancaria europea.

Questa nuova organizzazione delle banche europee dovrebbe portare alla ricapitalizzazione delle banche in crisi con l’accesso diretto ai fondi dell’Esm, il che potrebbe avvenire anche prima del marzo 2014.

I pareri degli analisti e degli esperti sul ruolo e sulle funzioni, e sulle conseguenza che questi avranno nell’equilibrio dell’Unione europea, sono discordanti, per capire bene la situazione si dovrà aspettare la pubblicazione dei due regolamenti che saranno oggetto di negoziato con il Parlamento europeo.

 

 

Nessuna modifica ai tassi BCE

 Si aspettava da tempo di conoscere la decisione della Banca Centrale Europea in merito ai tassi da applicare ai prestiti. Alla fine l’ente presieduto da Mario Draghi ha scelto di sostenere la ripresa mantenendo immutati i tassi.

Gli investitori non hanno accolto proprio con il sorriso questa scelta visto che indica una distanza abbastanza vistosa dai traguardi prefissati di crescita e ripresa economica. Sicuramente tirano un sospiro di sollievo gli istituti di credito e i mutuatari stessi.

Fino alla fine del 2012, dunque non ci sarà alcuna variazione sui tassi di riferimento per tutta l’Eurozona, a dirlo è proprio Mario Draghi nella riunione del Consiglio direttivo di Francoforte, l’ultimo meeting dell’anno.

Tutti e tre gli indici di riferimento, quindi il tasso di rifinanziamento pronti contro termine, il tasso marginale sulle operazioni di rifinanziamento e il tasso sui depositi, restano fermi rispettivamente allo o,75%, all’1,50% e allo 0%. 

Il 2013 secondo Draghi non sarà un anno di ripresa, ci sarà sicuramente una piccola crescita economica di tutta l’Eurozona ma siamo ancora lontani dagli scenari ottimistici di qualche anno fa. La ripresa ci sarà ma molto graduale e soltanto nell’area euro.

Secondo Draghi si dovrà attendere addirittura la fine del 2013. Intanto si possono tenere d’occhio le oscillazioni dei tassi sull’Osservatorio tassi di Mutuionline.it

Le tre tappe di Van Rompuy per la ricapitalizzazione delle banche

 In sostanza il presidente del Consiglio Ue Herman Van Rompuy chiede ai paesi dell’Unione Europea di delineare, entro e non oltre il mese di marzo, lo schema di funzionamento della ricapitalizzazione diretta delle banche da parte del meccanismo di stabilità Esm, che dovrà lavorare in accordo con la super BCE (il controllo unico della BCE per le banche europee).

A Van Rompuy si uniscono anche le voci dei presidenti di Commissione Josè Manuel Barroso, della Bce Mario Draghi e dell’Eurogruppo Jean Claude Juncker, che si riuniranno la prossima settimana per ridiscutere i termini degli accordi.

Nel rapporto presentato da Van Rompuy si propone un percorso per una maggiore integrazione dei conti pubblici nei 17 paesi dell’Eurozona, che dovrà essere seguito in tre tappe, il cui obiettivo è di frenare l’attuale crisi e di mettersi al riparo da quelle future.

Il primo passo da fare è la definizione del meccanismo di vigilanza unico per il settore bancario da parte della BCE, l’armonizzazione dei sistemi nazionali di risoluzione e dei meccanismi di garanzie sui depositi, e il sistema di ricapitalizzazione diretta delle banche da parte dell’Esm.

A seguire, sarà necessario creare un’autorità comune per la risoluzione e un meccanismo di coordinamento delle politiche di riforme. Dopo il 2014, la terza tappa: la creazione di una “risorsa indipendente e centrale” che sia in grado di “assorbire gli shock economici”

 

La Bundesbank taglia le stime di crescita della Germania

 La Bundesbank ha rivisto al ribasso le stime di crescita della Germania nel 2012 e nel 2013 a causa degli effetti della crisi del debito: per il 2013 la crescita del Pil tedesco è stata abbassata da un + 1,6% al +0,4%. Ribassata anche la stima di crescita per l’anno in corso: il 2012 si chiuderà con un + 0,7%, più basso di 0,3 punti percentuali rispetto alle stime presentate nel corso dell’anno.

Sarà la disoccupazione a crescere: il tasso dei senza lavoro tedeschi salirà al 7,2% nel 2013 (a giugno era stata stimato che il tasso dei disoccupati si sarebbe arrestato sul 6,5%) per stabilizzarsi al 7% nel 2014.

Nonostante il ribasso delle stime di crescita da Berlino arrivano rassicurazioni. Jens Weidmann, presidente della Buba, ha evidenziato che l’economia tedesca rimane comunque solida e che questo rallentamento è solamente temporaneo. Già dal 2014 ci saranno i primi segnali di crescita.

Si tratta, infatti, di una stima al ribasso in linea con le previsioni fatte dalla Banca Centrale Europea: per il 2012 nella zona Euro si attende un decremento del pil tra lo 0,6% e lo 0,4%, mentre per il 2013 stima tra un -0,9% e un +0,3%. Anche la BCE ha previsto un miglioramento per il 2014, anno per cui è stata indicata una dinamica tra +0,2% e +2,2%.

Il discorso di Draghi: le conclusioni

 Il discorso di Mario Draghi sull’Europa è stata l’occasione per riflettere sui prossimi investimenti da fare nel mercato finanziario europeo. Non è stata soltanto fatta una fotografia del settore ma sono state elaborate anche delle conclusioni.

L’analisi della situazione europea e le prospettive per il 2013 e il 2014 lasciano intendere che la situazione dell’Eurozona potrà cambiare e migliorare soltanto nel momento in cui si raggiungerà una stabilità dei prezzi. Risultato da ottenere con il coinvolgimento attivo del settore bancario unito nelle intenzioni, del settore monetario e di quello politico.

Nel brevissimo periodo sono da tenere d’occhio gli incontri del 13 e del 14 dicembre, in cui il Consiglio Direttivo della BCE proverà a stabilire un piano per la creazione dell’Unione economica e monetaria dell’Unione Europea. Questo appuntamento dovrebbe incidere anche sulla fiducia e sul sentiment dei consumatori.

Oltre alla creazione dell’Unione economica e monetaria sarà importante anche avviare e discutere delle iniziative dei singoli paesi, delle riforme strutturali che dovranno mettere in campo i membri dell’UE al fine di sostenere la crescita di tutta l’area della moneta unica.

Il discorso di Draghi ha affrontato altri aspetti molto interessanti ed utili soprattutto per chi investe in opzioni binarie: per esempio le prospettive per il 2013, la crescita e la ripresa economica, l’inflazione, l’accesso al credito e il settore bancario con relativo messaggio ai mercati.