Lagarde: priorità all’unione bancaria

 Christine Lagarde ha parlato ieri alla conferenza sull’Eurozona promossa dal ministero delle finanze francesi e, anche in accordo con quanto già espresso da Mario Draghi, presidente della Banca Centrale Europea, dice che la crisi nella zona dell’Euro non è ancora terminata e che tutti i paesi della moneta unica devono ancora lavorare sulle giuste contromisure da mettere in atto, prima tra tutte l’unione bancaria.

Lagarde sostiene anche che ciò che hanno fatto i governi coinvolti fino ad ora ha portato a grandi risultati, ma la strada da percorrere è ancora lunga

La situazione economica nella zona euro resta fragile. La forte recessione nei Paesi periferici della zona euro persiste, e ha causato effetti anche nei Paesi partner, soprattutto in materia di disoccupazione. L’area euro deve dotarsi di politiche economiche “asimmetriche” quando necessario, con i Paesi in surplus che, attraverso l’aumento dei redditi reali, possono sostenere la crescita di quelli in deficit.

L’unione bancaria è quindi una priorità, in quanto si configura come l’unico sistema per evitare che gli shock a livello nazionale diventino sistemici. Il passo successivo è quello della ricapitalizzazione delle banche profittevoli ma sotto capitalizzate, che dovrebbe anche prevedere una stessa supervisione per tutti gli istituti dell’Eurozona.

Non deve avvenire che il processo di unione bancaria sia frammentato: deve esserci chiarezza sul calendario, sulle misure, sulla coerenza del processo. Ciò è necessario per una chiarificazione del paesaggio nell’Eurozona e per spezzare il circolo perverso tra crisi del debito sovrano e crisi bancaria.

La Troika sul debito greco

 Cosa i vertici europei ed internazionali decideranno sulla Grecia è ancora un’incognita. L’incertezza sulla soluzione che interessa Atene, dopo l’accontanemento del buyback, potrebbe avere un contraccolpo anche sul rendimento dei titoli di Stato greci.

Cosa ha pensato la Troika secondo lo Spiegel. La BCE e il FMI sembra abbiano chiesto un taglio della metà del debito greco. Una proposta che dovrebbe bilanciare in parte il ritardo relativo alla scelta sull’erogazione o meno del miliardo di aiuti. A parlare della possibilità è lo “Spiegel” online che pare abbia percepito i discorsi fatti dai rappresentanti dell’Eurozona, dall BCE e dal FMI. La Troika ha chiesto ai paesi creditori nei riguardi di Atene di rinunciare alla loro metà di credito.

L’alternativa tedesca. Se questa operazione fosse accettata il debito pubblico di Atene, entro il 2020, passerebbe dal 144% al 70%. L’accordo tanto caldeggiato, non è stato raggiunto e a pesare è stata soprattutto la considerazione della Germania che ribadisce la sua contrarietà al taglio del debito. In alternativa Berlino chiede di ridurre gli interessi della Grecia rispetto agli aiuti che gli saranno elargiti.

La posizione della BCE. Un esponente delle Banca Centrale Europea, Joerg Asmussen che è componente del board della BCE, ha spiegato che al momento si discute sul budget da erogare alla Grecia e il taglio del debito non è stato ancora preso in considerazione.

Chi investe in opzioni binarie, in questo momento, considera anche le indiscrezioni del giornale tedesco al fine di tenere aperta la strada per tutti i possibili trend.

BCE su disoccupazione: dati stabili ma c’è ancora da fare

 Il bollettino di novembre della Banca Centrale Europea non parla solo della contrazione del Pil nell’Eurozona, ma anche dei dati riguardanti la disoccupazione e le misure che devono ancora essere prese al fine di rimettere in circolo forza lavoro e capitali tra i paesi dell’Unione.

Progressi evidenti sono stati compiuti nella correzione del costo del lavoro per unità di prodotto e degli squilibri delle partite correnti. Tuttavia occorrono ulteriori misure per accrescere la flessibilità e la mobilità nel mercato del lavoro in tutta l’area. Tali misure strutturali servirebbero a integrare e favorire il riequilibrio delle finanze pubbliche e la sostenibilità del debito.

Nella seconda metà dell’anno i dati riguardanti il tasso di disoccupazione hanno continuato a salire, per fermarsi a settembre sull’11,6%, il che vuol dire che c’è stato un incremento di 1,3 punti percentuali rispetto all’anno precedente. Le perdite maggiori di posti di lavoro si sono registrate nell’industria e nei servizi.

Tra il primo e il secondo trimestre dell’anno, il numero di occupati è rimasto stabile, dopo tre trimestri di crescita negativa. Le ore lavorate sono invece diminuite ulteriormente dello 0,3% rispetto al trimestre precedente. A livello settoriale, si è registrato un calo congiunturale degli occupati nell’industria, specie nel settore delle costruzioni, mentre nei servizi l’occupazione è stata più stabile.

 

 

 


L’Italia non è ancora fuori pericolo recessione

 I numeri non lasciano spazio a nessuna interpretazione e quelli emersi dai dati Istat sull’andamento del Pil italiano parlano chiaro: il nostro prodotto interno è sceso ancora (seppur la percentuale è minima, solo lo 0,2%) nel terzo trimestre del 2012 e questo vuol dire che l’Italia è ancora a rischio recessione.

Si tratta del quinto calo consecutivo. La percentuale è bassa, ma è rapportata solo al trimestre precedente; se le stime attuali si rapportano a quelle dello stesso periodo dell’anno precedente la percentuale di contrazione del Pil nazionale arriva al 2,4%. Cifre importanti che dimostrano come ancora il cammino per il risanamento dell’economia sia lungo e difficile.

Anche se è da notare un trend positivo: la caduta del Pil è più lenta rispetto ai periodi precedenti, l’ultimo trimestre dello scorso anno la flessione trimestrale è stata dello 0,7%, dello 0,8% nel primo trimestre 2012 e dello 0,7% tra aprile e giugno. Questo vuol dire che, per l’anno in corso, si può attendere un calo tendenziale del Pil del 2% annuo.

Situazione un po’ diversa per Stati Uniti (+0,5%) e per Regno Unito (+1,0%), ma le prospettive non sono rosee: la BCE annuncia che la situazione rimarrà invariata anche per il 2013, anche se, grazie alle misure prese, ilo calo tendenziale potrebbe essere meno forte.

Europa in crisi, e il Pil precipita nel terzo trimestre

La crisi e la paura di finire nel baratro della recessione attanagliano sempre di più l’Italia. Una situazione non facile, come conferma l’Istat illustrando i dati del terzo trimestre 2012.

Il noto Istituto di Statistica ha dimostrato con i numeri che il calo nel terzo trimestre per quanto concerne il Prodotto Interno Lordo è dello 0,2% rispetto ai tre mesi precedenti. Ma rispetto allo stesso periodo dello scorso anno il calo è del 2,4%. Resta dunque da dire che la ricchezza del Paese nel 2012 ha subito un ulteriore calo.

L’Eurozona non fa di meglio. Lo testimonia la Bce. La Banca Centrale Europea parla di una situazione di crescita molto debole. Il bollettino mensile della Banca parla chiaro in merito a ciò e in merito alla recessione:

“Per l’anno prossimo ci si attende una crescita debole”.

La Bce rileva una crescita debole malgrado la migliorata fiducia sui mercati e le misure standard e non standard messe in atto dalla stessa Bce.

I dati della ricerca periodica condotta dalla Bce sono tuttora in linea con previsioni peggiorative su recessione e crescita. Quest’anno ci si aspetta una contrazione dello 0,5% del Pil dell’Unione valutaria. Nei prossimi anni la crescita sarà invece lenta, con uno 0,3% nel 2013 e un 1,3% nel 2014. Dati meno rassicuranti di quelli mostrati dall’indagine tre mesi fa. Tutt’altro che positivi sono anche i dati di previsione sul tasso di disoccupazione, che è dell’11,3% nel 2012, dell’11,6% nel 2013 e dell’11,2% nel 2014.

Positivo il rapporto di Bankitalia sulle famiglie italiane

Il Rapporto sulla stabilita finanziaria rilasciato da Bankitalia è positivo e sottolinea quanto segue:

“La crisi non sembra aver modificato in misura significativa le condizioni debitorie delle famiglie”.

La Banca d’Italia ha condotto un’analisi relativa ai bilanci delle famiglie italiane.

L’Indagine sui bilanci delle famiglie italiane condotta dalla Banca d’Italia è chiara a riguardo:

“Con riferimento al 2010, la quota di nuclei familiari indebitati è contenuta (pari a circa un quarto del totale); essa risulta in leggero calo, specie tra le famiglie a basso reddito, soprattutto come conseguenza dell’irrigidimento delle politiche di offerta di credito da parte delle banche”.

Prosegue il Rapporto:

“Le condizioni finanziarie delle famiglie rimangono nel complesso equilibrate, grazie al ridotto indebitamento e all’elevata quota di attività finanziarie a basso rischio. In questa fase il servizio del debito è contenuto soprattutto dal basso livello dei tassi di interesse. Il principale rischio è rappresentato dalla debole dinamica del reddito”.

In definitiva si prosegue verso una ripresa lenta e ancora ricca di dubbi e incertezze:

“L’economia dell’area dell’euro mostra nuovi segni di debolezza, con andamenti difformi tra paesi”.

Il rapporto si concentra anche sulla domanda interna, alquanto debole:

“Risente della perdurante incertezza sull’evoluzione della crisi del debito sovrano, oltre che delle manovre restrittive di finanza pubblica attuate in più paesi. Ha inoltre inciso il rallentamento delle altre principali economie. Solo di recente sono emersi segnali di rafforzamento negli Stati Uniti e in alcune economie emergenti”

Come si spiega tale debolezza della domanda interna?

“La debolezza della domanda interna sta favorendo un significativo miglioramento dei conti con l’estero. Malgrado il peggioramento del quadro economico la politica di bilancio resta orientata al risanamento finanziario. I timori circa i progressi nell’azione di riforma, legati all’incertezza sull’evoluzione del quadro politico, rappresentano un rischio per il costo del debito”.

 

Eurozona salva grazie agli interventi della BCE

 Tutti i paesi della zona dell’euro hanno subito i contraccolpi della crisi, anche la Germania, paese in cui l’economia e sempre rimasta molto solida, inizia ad avere dei problemi.

Ma, secondo gli esperti, il peggio dovrebbe essere passato e, se si è riusciti a evitare le conseguenze peggiori, è stato solo grazie agli interventi mirati della Banca Centrale Europea la quale, anche se a volte ha dovuto prendere delle decisioni impopolari e spesso osteggiata nelle sue scelte, ha fatto in modo che la crisi mondiale distruggesse i mercati dell’Euro.

I mercati stanno registrando dei lievi miglioramenti, che possono essere attribuiti anche alla ripresa dell’economia americana, anche questa lenta e difficile, ma comunque importante, e, soprattutto, la ripresa della domanda da parte dei paesi e delle economie emergenti.

Ma i rischi ancora ci sono. Si tratta soprattutto di rischi legati alla bassa crescita economica, alla crisi del debito sovrano e alla debolezza attuale del sistema bancario, messa ancor più in difficoltà dalla sua frammentazione e dai nuovi titoli di reversibilità. Tra gli strumenti approntati dalla BCE l’Outright Monetary Transactions, ossia interventi mirati al ripristino dei meccanismi di trasmissione della politica monetaria per quanto riguarda i titoli di Stato.

Una medicina a volte amara, quella della BCE, a cui si aggiungono gli interventi per la riforma strutturale necessari nei paesi che hanno subito maggiormente gli effetti della crisi, ma che, lentamente, sta dando i suoi risultati.

 

 

Draghi su Spagna e Grecia e gli aiuti comunitari

 Nella conferenza di ieri a Francoforte sul Meno il presidente della BCE Mario Draghi ha lungamente parlato della situazione economica attuale dei paesi dell’Eurozona e delle difficoltà che si dovranno ancora affrontare in vista di un risanamento dell’economia.

Siam o di fronte ad un periodo difficile che potrebbe protrarsi anche per tutto il 2013 in cui sarà necessario agire con decisione soprattutto sui paesi che si trovano in maggiore difficoltà, come la Spagna e la Grecia.

Per questi due paesi l’argomento principale è quello degli aiuti comunitari. Se, da un lato, Draghi si è detto soddisfatto delle decisioni prese dall’attuale esecutivo della Grecia – in particolare si riferisce all‘approvazione del pacchetto di austerity che prevede tagli per 13,5 miliardi da effettuarsi nel biennio 2013-2014 – dall’altro, esprime minore soddisfazione per la questione spagnola.

Il governo spagnolo è molto in difficoltà, con un’economia in recessione e alti tassi di disoccupazione, ma ancora non è giunta richiesta di aiuto alla Comunità Europea. Draghi, pur partendo dal presupposto che sono i singoli paesi a dover valutare la reale esigenza o meno di ricorrere agli aiuti comunitari, si è detto pronto ad intervenire con tutti gli strumenti necessari già predisposti.

Tra questi l’OMT (Outright monetary transactions) rivelatisi una garanzia molto efficace per rimuovere i rischi principali dell’Eurozona.

Produzione e distribuzione dei nuovi euro

Appare opportuno fornire alcune informazioni circa il modo in cui i nuovi euro, rilasciati nel 2013, saranno prodotti e distribuiti. Attenendoci al Comunicato Stampa ufficiale inerente alla Serie “Europa”, possiamo suddividere in tre micro-argomenti le notizie da sapere.

RIPARTIZIONE DELLA PRODUZIONE PER UNA MAGGIOR EFFICIENZA

“L’eurosistema stabilisce il fabbisogno di produzione annuo di banconote e assegna i rispettivi volumi alle BCn. Queste provvedono quindi a una determinata quota di produzione per uno o più tagli, sia direttamente, sia affidando questo compito a fornitori accreditati”.

PRODUZIONE DELLE BANCONOTE IN EURO

“La serie ispirata a europa, proprio come quella corrente, sarà stampata su carta di cotone, che dona una particolare sonorità e consistenza. Alcune caratteristiche di sicurezza, quali la filigrana o il filo di sicurezza, sono integrate nella carta stessa durante il processo di fabbricazione. La carta è poi distribuita alle officine carte valori ubicate in europa che producono le banconote. Le officine sono protette da sofisticati sistemi di sicurezza. nel processo di fabbricazione sono impiegati diversi tipi di lastre e inchiostri speciali, nonché varie tecniche: stampa offset e calcografica, applicazione dell’ologramma e stampa serigrafica per il numero di colore cangiante.”

SICUREZZA

“Un sistema comune di controllo della qualità assicura standard identici per tutte le banconote. Centinaia di test, manuali o automatizzati, sono eseguiti in ogni fase del processo produttivo. una volta effettuati i controlli di qualità e accertata l’aderenza alle specifiche tecniche, i biglietti sono confezionati in base al taglio e custoditi in camere blindate prima della distribuzione”.

DALLE OFFICINE CARTE VALORI ALLE TASCHE DEI CITTADINI

“Le banconote sono trasportate presso le BCn e custodite nei caveau. nel maggio 2013 le banche e gli istituti analoghi inizieranno a immettere in circolazione i nuovi biglietti da €5 attraverso i canali consueti (sportelli o casse prelievo contanti). Si prevede che entro l’autunno 2013 le nuove banconote da €5 saranno più diffuse di quelle della prima serie”.

Attivato il portale per conoscere il nuovo Euro

Le nuove banconote Euro saranno introdotte nel 2013. Tutto è pronto per il grande lancio e ovviamente BCE e BCN stanno pensando alla migliore forma di promozione e comunicazione dei biglietti.

La sicurezza, nonché le caratteristiche e le regole che ruotano intorno alle banconote della nuova serie dell’Euro sono fattori fondamentali, da divulgare correttamente alla popolazione europea.

Per queste ragioni, il comunicato stampa ufficiale rilasciato dalla Banca Centrale Europea e riguardante la serie “Europa” recita:

“Le nuove caratteristiche di sicurezza saranno efficaci soltanto se facilmente riconoscibili dagli utilizzatori. Per conseguire questo obiettivo, nel 2013 la BCe e le BCn dell’eurosistema condurranno in tutta l’area dell’euro una campagna di informazione sulla serie ispirata a europa.Il compito di assistere la BCe è stato assegnato, a seguito di una gara d’appalto pubblica, all’agenzia creativa Havas Worldwide e a Media Planning Group (MPG) del gruppo Havas Media. È attualmente in preparazione una campagna per il lancio della serie “europa” e della nuova banconota da €5 che sarà condotta attraverso vari canali”.

Gli utilizzatori, dunque, devono conoscere e riconoscere le caratteristiche di sicurezza delle banconote della nuova serie. Nel prossimo anno, pertanto, BCE e BCN daranno il via a una campagna di informazione atta alla diffusione dei materiali.