Nel corso del 2013 sono andati progressivamente aumentando, nel mercato italiano del credito, le richieste di prestito a fine ristrutturazione e arredamento, che oggi rappresentano, da sole, poco meno del 50 per cento del totale. A confermare questi dati sono gli esperti dell’Osservatorio Prestiti di PrestitiOnline, che hanno osservato come:
Bonus
Obbligo di voucher per il lavoro accessorio, pena la trasformazione in contratto a tempo indeterminato
Se il datore di lavoro non ha intenzione di rischiare una maxi sanzione per aver assunti dipendenti senza contratto, in caso di lavoro accessorio può ricorrere al pagamento della prestazione lavorativa tramite voucher.
► INAIL – Comunicazione variazioni dati prestazioni occasionali di lavoro accessorio
Lo spiega la nota 12695 del Ministero del Lavoro che specifica che il datore di lavoro può essere soggetto alla maxi sanzione prevista per il lavoro in nero se non ha proceduto alla regolarizzazione delle comunicazioni dell’avvenuta attivazione del rapporto di lavoro all‘Inps/Inail.
Se, però, ci sono dei giorni di lavoro non coperti dalla corresponsione dei relativi voucher per il pagamento della prestazione, l’Inps può indagare su quanto accaduto e, nel caso in cui il datore di lavoro abbia avuto lavoratori in nero, il servizio ispettivo può ricorrere alla trasformazione del rapporto di lavoro di lavoro accessorio e occasionale in un contratto di lavoro a tempo indeterminato.
► INAIL – Comunicazione preventiva di prestazioni occasionali di lavoro accessorio
Si parla di lavoro occasionale e accessorio quando la prestazione lavorativa non supera i 2000 euro di compenso annuo ricevuti dallo stesso datore di lavoro, per un massimo di 5000 euro sommando i compensi ottenuti dai vari rapporti di lavoro. Per questo motivo, per l’utilizzatore di questo tipo di rapporto lavorativo è importante specificare con il prestatore d’opera il valore limite della prestazione lavorativa.
Quali aziende possono accedere al bonus macchinari?
Se siete degli imprenditori e avete la necessità di acquistare dei nuovi macchinari, dall’entrata in vigore del Decreto del Fare, voluto dal Governo per aiutare la ripresa economica in Italia tramite condizioni agevolate per l’accesso al credito e varie altre facilitazioni, è possibile richiedere un prestito o un finanziamento, anche mediante leasing finanziario.
► Arriva l’ ecobonus anche per gli elettrodomestici
I requisiti per accedere al bonus macchinari
Per poter accedere al bonus macchinari, le imprese, che potranno utilizzare il finanziamento solo per l’acquisto di nuovi impianti, macchinari e attrezzature ad uso produttivo, devono soddisfare questi due requisiti:
1 avere un fatturato annuo – riferito all’ultimo esercizio contabile chiuso ed approvato precedentemente alla richiesta – inferiore ai 50 milioni di euro oppure un attivo patrimoniale inferiore ai 43 milioni di euro;
2 il numero dei dipendenti, esclusi quelli in cassa integrazione straordinaria, non deve superare le 250 unità.
► Bonus ristrutturazioni: mobili che rientrano nelle detrazioni
Come funziona il bonus macchinari
Ogni azienda che è in possesso dei requisiti per ottenere il bonus macchinari, potrà accedere ad un finanziamento di 2 milioni di euro per la durata massima di 5 anni. Il tetto dei due milioni di euro può anche essere suddiviso in più richieste in base alle esigenze di acquisto dell’impresa stessa.
Sono ancora in via di definizione le modalità di erogazione del bonus macchinari.
Come ottenere il Bonus mobili
Il testo del Decreto sulle ristruturazioni e l’ efficienza energetica degli edifici, passato recentemente alla Camera per la definitiva approvazione, prevede, a fianco di incentivi per le suddette operazioni, anche la possibilità per i contribuenti di ottenere una detrazione fiscale per l’ acquisto di elettrodomestici e di mobili che dovranno però trovare luogo sempre all’ interno dell’ immobile interessato dal progetto di ristrutturazione.
Guida agli incentivi per la ristrutturazione: i beneficiari e la documentazione necessaria
Chi beneficia degli incentivi per la ristrutturazione?
Possono beneficiare delle agevolazioni fiscali per la ristrutturazione e la riqualificazione degli immobili, se gli interventi vengono fatti entro i termini stabiliti e in presenza della necessaria documentazione, i titolari dell’immobile a titolo di proprietà, di possesso e di uso, che abbiano sostenuto le relative spese.
In questa categoria rientrano: il proprietario, il detentore della nuda proprietà o chi ne usufruisce, chi è in affitto o in comodato.
La documentazione necessaria per ottenere gli sgravi fiscali e gli ecobonus
Chi decide di dare avvio a dei lavori di ristrutturazione per la propria abitazione, può ottenere gli sgravi fiscali e gli ecobonus se gli interventi sono effettuati entro il 31 dicembre 20123 e solo se in possesso della seguente documentazione:
Documento inizio attività – Dia
Documento che certifica la conformità dei lavori
Bonifici
Necessari a tracciare le spese effettuate: devono indicare il codice fiscale del contribuente, la partita Iva della ditta che esegue i lavori e la casuale dei versamenti con i riferimenti alla legge che introduce le agevolazioni.
Fatture
Da intestare necessariamente a chi esegue i vari pagamenti, servono per dimostrare l’aderenza delle spese effettuate ai requisiti richiesti per l’ottenimento delle agevolazioni.
Consenso
Dichiarazione scritta del proprietario dell’immobile che attesta il suo consenso all’inizio dei lavori.
Attestazione ecologica
Solo per lavori di efficientamento energetico – per i quali è prevista l’agevolazione al 65% – è necessario l’invio all’Enea (Ente per l’energia e l’ambiente), da parte del proprietario dell’immobile, la documentazione che certifica gli interventi effettuati.
La mail di risposta che si riceverà deve essere conservata per la dichiarazione dei redditi.
Comunicazione all’Agenzia delle entrate
Necessaria solo nel caso i lavori inizino in un periodo di imposta e finiscano nel successivo.
Guida agli incentivi per la ristrutturazione
Guida agli incentivi per la ristrutturazione: le nuove scadenze e gli interventi previsti
Con il decreto legge approvato dal Governo alla fine di maggio, sono stati prolungati i termini per poter ottenere agevolazioni e sgravi fiscali per la ristrutturazione edilizia e gli ecobonus: le agevolazioni sono del 50% per una spesa massima di 96.000 euro per ogni singola abitazione.
Le nuove scadenze per ottenere i bonus
La possibilità di ottenere le detrazioni è stata allungata di sei mesi, c’è tempo fino al 31 dicembre 2013 per le abitazioni e fino al 31 dicembre 2014 per i condomini se gli interventi saranno “importanti”, ossia nel caso si tratti di interventi che coinvolgono nella riqualificazione almeno il 25% della superficie dell’involucro. Le detrazioni previste saranno spalmate su dieci anni in un numero uguale di rate erogate a valore costante.
Quali interventi rientrano nel bonus edilizia
Chi decide di ristrutturare la propria abitazione potrà usufruire delle detrazioni e dei bonus previsti per i seguenti interventi:
– lavori di manutenzione ordinaria, straordinaria, restauro e risanamento, ristrutturazione edilizia e urbanistica;
– lavori necessari a seguito di un evento sismico;
– lavori su parti accessorie (costruzione di garage o installazione di impianti di domotica o interventi per la rimozione di barriere architettoniche;
– costruzione di impianti di sicurezza e di impianti idonei ad abbattere l’inquinamento acustico;
– bonifiche di edifici da sostanze dannose come l’amianto;
– adozione di sistemi antisismici.
Guida agli incentivi per la ristrutturazione
Ecobonus e ricostruzione in Abruzzo finanziati dall’aumento delle tasse
Il Governo sta predisponendo una redistribuzione del carico fiscale per trovare le risorse per il finanziamento degli sgravi fiscali per la ristrutturazione edilizia e la riqualificazione ambientale degli immobili e anche per gli interventi privati di ricostruzione in Abruzzo.
► Prolungati i bonus ristrutturazioni
Una redistribuzione delle tasse e del loro ammontare che colpirà i cittadini con l’aumento del prezzo di alcuni prodotti di largo consumo e dell’imposta di bollo per atti e ricevute. Aumenti pesanti e applicati su prodotti e imposte così comuni diventano una ottima fonte per le casse dello Stato.
Ad essere colpiti dall’aumento delle tasse per questi finanziamenti saranno bevande e merendine acquistate ai distributori automatici, sui quali sarà aumentata l’Iva dal 4% attuale al 10%, per garantire allo Stato una entrata extra stimata in circa 100 milioni di euro all’anno (l’aumento Iva è previsto per 10 anni).
Aliquota Iva alle stelle anche per i gadget che si acquistano in edicola con giornali e riviste. Questi oggetti non saranno più categorizzati come prodotti editoriali e, quindi, l’aliquota Iva applicata sarà quella standard del 21%, e non quella agevolata dell’editoria (4%). Lo Stato conti di ricavare 125 milioni di euro all’anno.
► L’aumento dell’IVA peserà sulle famiglie più numerose
Ultimo aumento, questo finalizzato alla detassazione degli interventi di ricostruzione privata in Abruzzo, è quello dell’imposta di bollo che si paga per ricevute e atti (da 1,81 a 2 euro per l’una e da 14,62 a 16 euro per gli altri). Questo aumento dovrebbe portare allo Stato 197,2 milioni di euro per ogni anno dal 2014 al 2019 e quasi 100 milioni per i restanti mesi del 2013.
Prolungati i bonus ristrutturazioni
I bonus per le ristrutturazioni e per l’energia saranno prolungati fino al 31 dicembre del 2013. E’ questa la gran bella notizia per tutti i cittadini consumatori che avevano deciso di approfittare, magari un po’ troppo tardi, del bonus fiscale offerto a chi avesse ristrutturato casa pensando all’ambiente.
Il governo, dall’anno scorso, ha messo tra le sue priorità l’intervento nel settore delle ristrutturazioni e del risparmio energetico ed ha fornito ai cittadini che ne avessero fatto richiesta, nel rispetto dei requisiti definiti dall’esecutivo, di avere uno sconto sui lavori di casa.
►Pronta la proroga per i bonus energia
I cosiddetti bonus energia dovevano terminare entro giugno, invece, come ha spiegato anche il Ministro per le infrastrutture in un’audizione alla Camera, si sta studiando la proroga dei bonus dal 30 giugno al 31 dicembre. Continua dunque la profusione di strumenti per defiscalizzare le ristrutturazioni. Lo sconto, fino a dicembre, dovrebbe essere mantenuto intorno al 50-55 per cento.
►Si va verso la sospensione dell’IMU
Il problema, secondo molti analisti, è che non è ancora chiaro il percorso studiato dal governo per reperire i fondi. Se è stato previsto di abolire o ridurre l’IMU e bloccare l’aumento dell’IVA, è abbastanza difficile che ci siano i soldi anche per rifinanziare il bonus energia, oppure per estenderlo anche agli elementi d’arredo e alle cucine, con un occhio di riguardo per famiglie e giovani coppie.
Verso una doppia proroga delle detrazioni
Il Governo Letta sembra sempre più intenzionato a prorogare, fino alla fine di dicembre 2013, sia le detrazioni del 55% per la riqualificazione energetica, il cosiddetto bonus energia, sia quelle del 50% per le ristrutturazioni edilizie. La notizia è stata infatti confermata, ieri, anche dallo stesso Ministro per le Infrastrutture e i Trasporti, Maurizio Lupi.
> Possibile proroga per bonus energia e ristrutturazioni
Per attivare queste misure, tuttavia, è necessario individuare preventivamente le dovute coperture. L’ intero provvedimento, infatti, verrebbe a costare qualcosa come 1,9 miliardi di euro, che andrebbero spalmati in 10 anni. Così, una volta avuto l’avallo di Palazzo Chigi, però, l’ ultima parola spetta ai tecnici dell’ ufficio Ragioneria.
> Pronta la proroga per i bonus energia
A favore dell’ approvazione – almeno – della detrazione per le riqualificazioni energetiche c’è, tuttavia, anche una direttiva europea, la 2010/31/Ue, le cui richieste l’ Italia dovrà rispettare, a meno di non cadere in una nuova procedura di infrazione.
C’è la possibilità, tuttavia, che l’ accesso al beneficio, una volta prorogato, diventi più selettivo, almeno nella seconda parte del 2013 e prima della sua possibile trasformazione in una agevolazione a scadenza triennale, come anticipato da Zanonato.
Più difficile, invece, il caso delle detrazioni sulle riqualificazioni edilizie, che andranno inserite nella più ampia riforma dei tributi sugli immobili e che necessitano quindi ancora di discussione.