Possibile proroga per bonus energia e ristrutturazioni

 L’ intenzione del Governo Letta sembra proprio quella di prorogare, almeno fino al prossimo 31 dicembre 2013, i provvedimenti di defiscalizzazione per le ristrutturazioni edilizie e i bonus energia del 50 – 55% che sono in scadenza a fine giugno. Lo ha anticipato ieri, in un discorso alla Camera, il Ministro per le Infrastrutture e i Trasporti Maurizio Lupi, affermando che l’ esecutivo ha allo studio anche un piano per estendere tali sconti fiscali.

Per Baretta è difficile evitare l’aumento IVA

A ben guardare, però, anche questi provvedimenti sono essenzialmente soggetti al recupero delle risorse necessarie alle coperture. E il problema delle risorse, in Italia, in questo momento, appare di fondamentale importanza. Proprio oggi, infatti, è entrato ufficialmente in vigore il decreto IMU che ha sospeso il pagamento dell’ Imposta Municipale per un totale di 2,4 miliardi di gettito.

Da oggi in vigore il decreto sull’IMU ma i nodi da sciogliere restano

A luglio, poi, è previsto l’ aumento dell’ aliquota IVA dal 21 al 22%, che ha già suscitato numerose voci di dissenso nella maggioranza: tra queste quella di Brunetta, capogruppo del Pdl alla Camera, che ha chiesto l’ emissione di un altro decreto entro il mese di giugno per evitare che il provvedimento si traduca in realtà, con numerose conseguenze negative per l’ economia.

Ma la sterilizzazione dell’ IVA ha un valore di almeno 2 miliardi. Che andrebbero comunque recuperati: e di questi tempi non è cosa semplice.

Ci sarà un limite per i superbonus, ma non prima del 2015

 Unione Europea, Svizzera, Germania, Italia, Gran Bretagna: tutti discutono da tempo sulla possibilità di mettere un tetto ai bonus multi miliardari che vengono concessi ai manager bancari o di altre società quotate, ma l’accordo sembrava impossibile da trovare, soprattutto per l’opposizione che ha fatto Londra.
► Londra contro legge superbonus

Ora, però, da Bruxelles fanno sapere che l’accordo è stato raggiunto, almeno tra Europarlamento e presidenza irlandese della Ue, ed è stato già predisposto l’impianto normativo che prevede che il valore dei bonus dovrà essere limitato allo stesso importo della retribuzione fissa e potrà essere raddoppiato solo su indicazione della maggioranza qualificata degli azionisti.

La norma entrerà in vigore dal prossimo anno, ma i suoi effetti saranno visibili solo a partire dal 2015.

Infatti, dal momento che i bonus che vengono dati ai manager riguardano i risultati raggiunti nell’anno precedente al pagamento, anche se la norma sarà in vigore a partire dal 1° gennaio 2014, i suoi effetti saranno rimandati all’inizio del 2015, quando, chiusi i bilanci, si distribuiranno i dividendi dell’anno di esercizio appena concluso.

► Bruxelles pronta a mettere un tetto ai bonus dei manager

Per quanto riguarda i limiti imposti ai bonus, quelli che supereranno il rapporto 1 a 1 con la retribuzione fissa potranno essere elargiti solo con il voto favorevole di almeno il 66% degli azionisti che detengono metà delle azioni rappresentate o il 75% dei voti se mancasse il quorum.

 

Ignazio Visco chiede alle banche di non distribuire dividendi

 Ignazio Visco, dopo che a febbraio, nel suo intervento al Forex di Bergamo, aveva chiesto che alla Banca D’Italia venissero concessi maggiori poteri per rimuovere i vertici delle banche e impedire agli istituti in perdita di distribuire i bonus, interviene nuovamente per chiedere un ulteriore giro di vite per le banche.
► L’Ue approva il tetto per gli stipendi dei dirigenti di banca

Il governatore, infatti, si scaglia nuovamente contro i superbonus dei manager bancari chiedendo che le banche che per il 2012 hanno i conti in rosso o che hanno l’indice patrimoniale inferiore al livello comunicato dalla Vigilanza di non distribuire i dividendi.

Consapevole che le banche e i loro amministratori potrebbero trovare l’escamotage per aggirare la norma, Visco precisa anche che gli stipendi dei manager, fissi o meno che siano, non dovranno subire alcun aumento per il prossimo anno.

Per ora, quello di Via Nazionale è solo un invito a mantenere un adeguato livello di moralità alle banche, nel senso che gli istituti hanno il dovere di adeguarsi alle difficili condizioni del paese  e prendersi, in questo modo, carico della loro responsabilità per il presente e il futuro del paese.

► Ignazio Visco interviene sul ruolo delle banche centrali

Un invito, comunque, che potrebbe trasformarsi in una ondata di controlli e nuove norme se le banche continueranno a non seguirlo.

 

 

Lo sconto massimo sui veicoli ecologici

 Lo Stato prevede per le famiglie un buon numero di agevolazioni e sconti, per esempio quelli legati all’acquisto dei veicoli ecologici sono molto interessanti e sono anche tornati di moda, adesso che i cittadini sembrano più sensibili ai pericoli che l’ambiente corre.

► Il bonus IRPEF sulle ristrutturazioni “solari”

Fatta questa piccola premessa ecofriendly, passiamo a considerare degli aspetti fiscali molto interessanti che – alla fine dei conti – ci dicono che lo sconto per l’acquisto di una macchina ecologica può arrivare fino a 5000 euro. Il governo, infatti, ha definito una serie di incentivi che servono a favorire la diffusione dei veicoli elettrici, di quelli ibridi, a gas o a idrogeno, comunque a bassa emissione di anidride carbonica.

Le agevolazioni valgono per tutto il periodo dal 2013 al 2015 e complessivamente, il fondo, contiene 120 milioni di euro. Il contributo è composto da due parti uguali, equivalenti al 20% del prezzo d’acquisto con un tesso massimo variabile dai 1800 ai 5000 euro: una parte è riconosciuta dallo Stato e una è riconosciuta direttamente dal venditore.

► Installazione dei pannelli solari

I veicoli ammessi al contributo non devono avere scarichi superiori ai 120 g/km. Il bonus, in generale, è rivolto a chi compra veicoli per usarli in famiglia o per adibirli a beni strumentali. Il contributo, scontato al momento dell’acquisto, è poi rimborsato dai costruttori o dagli importatori.