Borse UE spinte dalla FED e dalla Cina

 Le borse europee si stanno preparando nel migliore dei modi alla volatilità che contraddistingue il periodo estivo. Subiscono infatti l’influenza positiva delle decisioni della FED e delle notizie che arrivano dalla Cina. Da Pechino, infatti, sono arrivati i dati sull’industria manifatturiera che raccontano di una nuova crescita del paese.

Pechino ridona fiducia alle borse europee

Per quanto riguarda il resto del mondo e l’America in particolare, bisogna dire che il FOMC ha confermato un costo del denaro ai minimi storici, mentre cresce l’attesa riguardo le scelte di politica monetaria della BCE e le notizie sul mercato del lavoro che potrebbero arrivare dagli Stati Uniti.

L’industria cinese, nonostante il generale rallentamento dell’economia, in questo momento è data in crescita e per questo riesce a spingere verso l’alto anche gli indici delle maggiori borse europee.  Molti paesi del Vecchio Continente, infatti,alle prese con la stagnazione, sono costretti a scampare al calo della domanda interna con un arricchimento del volume delle esportazioni. In tal senso la Cina resta un partner cruciale per il business europeo.

BCE e BoE sono protagoniste del mercato e potrebbero moltiplicare gli effetti positivi per i listini UE attraverso qualche annuncio riguardo la politica monetaria condivisa. Anche se molti non si aspettano grossi cambiamenti all’orizzonte, potrebbe essere scelto da Draghi di tagliare ancora i tassi d’interesse.

Nasce il top dei gruppi pubblicitari

 Senza pubblicità non si va da nessuna parte ma soprattutto bisogna essere parte di un gruppo ampio e consolidato. Lo sanno bene gli amministratori delegati della francese Omnicom e dell’americana Publicis che hanno deciso di fondersi per mettere al tappeto la concorrenza.

Mediaset cresce e pensa alla paytv

E’ forse la notizia più interessante del fine settimana. Omnicom e Publicis sono convolati a nozze al fine di recuperare il terreno perso sui mercati emergenti rispetto a Wpp. Una battaglia che, combattuta sul terreno della pubblicità, ha come obiettivo quello di dare nuova linfa a tutto il settore dell’advertising.

Quanto valgono i dati personali per il marketing?

Omnicom e Publicis, infatti, sono le principali agenzie mondiali di pubblicità che si sono fuse per la modica cifra di 30 miliardi di dollari. Adesso rappresentano il maggior gruppo pubblicitario del mondo. Le trattative per la fusione non sono finite sui giornali di settore, ma sono state condotte con molta riservatezza.

L’obiettivo dell’accordo è quello di sfruttare i lati positivi del business di entrambi per accumulare competitività rispetto al Wpp che opera sui mercati emergenti. E’ proprio qui, infatti che gira la maggior parte del denaro e quindi è necessario consolidare il proprio potere. A trarne vantaggio, da tutta la storia della fusione, potrebbe essere il business asiatico che rappresenta il maggior terreno d’azione dell’azienda americana.

FB spinta dalla pubblicità mobile

 La pubblicità che viene portata sui dispositivi mobile, in questo momento, sta mandando in orbita il titolo di Facebook che finalmente riprende fiato dopo un bel po’ di ribassi. In realtà, nonostante la popolarità di questo social network, il titolo in borsa non ha mai portato grossi incassi e grosse soddisfazioni a Zuckerberg. Di recente, però qualcosa deve essere cambiato.

Facebook e la pubblicità scabrosa

I ricavi trimestrali di Facebook, quindi, hanno avuto un incremento importante del 53 per cento e sono arrivati a quota 1,18 miliardi dollari. Il 41 per cento di questo ottimo introito è stato dato dalla pubblicità mobile. Adesso, come già accaduto anche ad Apple, Facebook prova a rimettere ordine tra i conti dell’azienda. Un’impresa, questa, che non è riuscita nemmeno a Google.

 Facebook tenta la strada dei video

Facebook non va soltanto bene per i ricavi ma va davvero oltre le attese degli investitori che si aspettavano davvero il peggio. In fondo la pubblicità sui dispositivi mobile si è dimostrata il tallone d’Achille della maggior parte delle aziende digitali. 

Invece il gioiellino creato da Zuckerberg ha portato a casa un incremento del 20 per cento nell’after-hours, ancora prima della diffusione dei dati trimestrali che hanno raggiunto la stampa soltanto dopo la chiusura di Wall Street.

Apple cresce nei ricavi ma non è al top

 Apple è da troppo tempo associata insieme a Google al reato di elusione fiscale. Il problema è che l’azienda di Cupertino ha subito un calo delle vendite dopo la morte di Steve Jobs che ha avuto come effetto la depressione del titolo in borsa.

L’ultima notizia diffusa dalla cronaca finanziaria, però, non è così negativa, visto che si parla di vendite superiori alle previsioni per il prodotto di punta della Mela Morsicata: l’iPhone. Sono stati vendute infatti ben 31,2 milioni di esemplari nell’ultimo periodo.

Riconoscere l’elusione dai prezzi dell’outsourcing

Questa ottima performance ha fatto sì che crescessero anche i ricavi della Apple che sono aumentati dello 0,9 per cento fino a 35,3 miliardi di dollari. Gli analisti, di fronte a questo risultato, hanno reagito positivamente, come non erano riusciti a fare con i risultati di Google e di Microsoft.

Il cartello Apple sugli eBook

L’unica nota stonata nella ricognizione documentata riguarda il calo degli utili che adesso sono arrivati a 6,9 miliardi di dollari. La reazione è stata comunque positiva perché di tutti i dati trimestrali delle aziende, quello di Google era quello che destava maggiore preoccupazione.

Il fatto è che aziende grandi ed importanti come Apple, Google e Microsoft riescono ad influire anche sul Nasdaq. Questo è stato il listino più penalizzato, ad esempio, dopo che sono stati diffusi i dati deludenti di Google e Microsoft.

Risale Nintendo grazie ad Animal Crossing

 Il mondo delle telecomunicazioni sta ripartendo grazie alle performance di alcuni titoli in borsa. In questi giorni il faro è puntato sull’azienda Nintendo che sembra aver trovato nuova linfa con il lancio del nuovo capitolo del gioco Animal Crossing.

Un videogioco, che sembra anche molto semplice, è sufficiente per riportare il titolo di un’azienda in corsa. Le quotazioni della Nintendo, che hanno raggiunto il livello massimo mai registrato da due anni a questa parte, riescono ad essere una prova valida della nostra affermazione.

Nel mercato forex il dollaro perde quota

Il gioco che ha ridonato vita all’azienda è Animal Crossing per cui è stato previsto un nuovo capitolo. Adesso al centro della storia c’è il sindaco di una città di animali. Il videogame è distribuito in esclusiva per Nintendo 3DS ed ha registrato un interessante record di vendite già nel primo mese di lancio.

Previsioni e borse legate alla Cina

Il gioco, infatti, è uscito proprio a giugno e in poche settimane è riuscito a piazzare sul mercato ben più di 500 mila copie. I negozi hanno dovuto mandare indietro più di un richiedente. La casa di produzione giapponese è riuscita con altri due titoli molto seguiti, Donkey Kong Country Returns e Luigi’s Mansion a determinare il sorpasso del Nintendo 3DS su Xbox360 e Ps3.

 

Pechino ridona fiducia alle borse europee

 Dalla Cina arriva una dichiarazione del primo ministro che sembra ridare fiducia agli investitori facendo schizzare in alto gli indici del Vecchio Continente. Il primo ministro cinese, infatti, ha spiegato che per il suo paese, nonostante il rallentamento dell’economia, non è accettabile una crescita del prodotto interno lordo inferiore al 7 per cento.

E’ bastata questa dichiarazione per dare fiducia alle borse. La piazza di Tokyo, per esempio, ha recuperato lo 0,8 per cento e anche le borse europee hanno avviato la settimana di contrattazioni in terreno positivo. A far ben sperare per il mese in corso c’è la performance dei titoli Tlc. Un po’ di movimento, infatti, si registra attorno a Telefonica e Vivendi.

Per quanto riguarda l’Italia – e così si completa il giro – lo spread resta intorno ai 275 punti. L’allontanamento dalla pericolosa quota 300 si deve in modo particolare all’alleggerimento della tensione sul Portogallo. La crisi politica, infatti, aveva messo in allarme i mercati ma adesso tutto è tornato entro i ranghi: il governo portoghese resiste alle pressioni.

Qualche novità arriva anche dal mercato valutario dove si nota che il dollaro perde quota nonostante l’andamento positivo di Wall Street. L’euro resta stabile al di sotto dell’1,32. Per quanto riguarda le materie prime, petrolio e oro vanno molto bene e sono ai livelli massimi degli ultimi giorni.

Quanto vale il royal baby

 E’ nato dopo un lungo travaglio reale (in tutti i sensi) e mediatico, il Royal Baby, il figlio di William e Kate. Tutto il mondo è stato con il fiato sospeso e alla fine si è scoperto che l’erede al trono di San Giacomo è un maschietto.

Ma cosa vuol dire per l’Inghilterra, presa da una sana euforia, l’arrivo di questo bambino? Sicuramente s’intravede un ottimo business all’orizzonte tanto che la notizia  è stata riportata con tanto entusiasmo anche dalle riviste di economia.

Sports Direct in Inghilterra cresce ancora

Sembra infatti che il nuovo erede alt trono riesca a donare al paese ben 370 milioni di dollari extra, legati sicuramente ai gadget ma soprattutto alle scommesse. I bookmaker, infatti, sono riusciti a delineare puntate per qualsiasi particolare, primo tra tutti il sesso del nascituro.

Banche inglesi sotto la pressione della BoE

Sembra un discorso senza capo né coda, invece sull’argomento è intervenuto anche il Centre for Retail Research che ha spiegato che ci sono almeno 5 milioni di inglesi pronti a comprare qualcosa legato al Royal Baby.

Secondo un’altra analisi, curata da Zero Hedge, ci sono anche 6 milioni di dollari al giorno di guadagno per i commercianti, 94,6 milioni di dollari spesi per l’alcool dei festeggiamenti, 38 milioni di dollari per la festa che il paese dedicherà al nascituro e tanto altro ancora.

Abe vince anche alla Camera Alta

 Le elezioni per la Camera Alta in Giappone sono state molto attese visto che il premier in corsa, Shinzo Abe, ha legato il suo nome ad una politica economica molto importante per l’economia nazionale e globale. Adesso gli elettori giapponesi hanno tenuto con il fiato sospeso il Giappone e la borsa.

I risultati sono arrivati nel week-end ed hanno premiato proprio l’Abenomics, attribuendo ancora maggiori poteri al premier. Si tratta ancora di exit polls ma non è detto che le urne diano un risultato molto diverso. La coalizione di governo, che ha fatto una campagna elettorale molto decisa, è riuscita ad ottenere la maggioranza dei seggi.

A Tokyo il Nikkei riprende fiato

In precedenza Abe aveva già conquistato i due terzi della Camera Bassa. A livello economico, quindi si continuerà con la linea economica e finanziaria già attivata e tanto discussa, almeno per altre tre anni. Il bello è che questa linea non sarà più nemmeno tanto discussa: non ci sono, infatti, delle differenze di maggioranza tra i due rami della Dieta, il Parlamento giapponese.

Le banche centrali continuano a sostenere i mercati

Nel 2006, soltanto per ricordare la linea economica del paese, è finita la linea Koizumi che era durata cinque anni, con i ministri in carica soltanto per un anno. Abe si presenta al mondo intero come un premier più forte e più sostenuto dalla politica e dalla popolazione.

Previsioni e borse legate alla Cina

 Il rallentamento dell’economia cinese era già stato vaticinato dagli speculatori e dagli investitori finanziari, ma non si conosceva ancora l’entità di questo rallentamento. La Cina, adesso si sa, nel secondo trimestre dell’anno è cresciuta soltanto del 7,5 per cento, una crescita molto lenta e anche inferiore alle attese, soprattutto dal punto di vista percentuale.

PIL cinese in ribasso dopo il secondo trimestre

Fortunatamente la borsa di Tokyo era chiusa per ferie e quindi non ci sono stati contraccolpi traumatici nella gestione dei report legati alla Cina. Tutto si è svolto nel Vecchio Continente dove gli acquisti nelle principali piazze sono stati modesti. Nello specifico, per quello che riguarda l’Italia, sembra sia ancora troppo alta la tensione e le aspettative riguardo la soluzione del debito pubblico.

La Cina, tutto sommato, è riuscita a sostenere gli scambi nei listini asiatici, nonostante la crescita al di sotto delle aspettative. I listini europei, invece, hanno subito di più il contraccolpo e infatti la partenza positiva della settimana è stata immediatamente contraddetta da un indebolimento degli scambi.

Dichiarata la bancarotta di Detroit

A Wall Street, intanto, il Dow Jones è avanzato soltanto dello 0,1 per cento, un incremento lieve che sembra aver fatto dimenticare all’improvviso i record segnati alla fine della settimana scorsa. Il Nasdaq, invece, è rimasto lo stesso, nonostante i report legati alle vendite al dettaglio negli States, diano queste in salita dello 0,4 per cento nonostante l’aumento previsto dello 0,8 per cento.

Telecom cede terreno in borsa

 La compagnia Telecom inizia a perdere i pezzi e le azioni colano a picco raggiungendo livelli minimi e anche imbarazzanti per gli investitori. Si parla di 0,50 euro ad azione. La situazione è stata determinata dalle ultime notizie riguardo il CdA dell’azienda.

Telecom si lascia sfuggire l’accordo con H3G

Il Consiglio d’Amministrazione di Telecom, infatti, ha deciso di archiviare, o meglio, di sospendere lo scorporo della rete, dopo che l’Agcom ha scelto di rivedere le tariffe. Tutti gli altri operatori non hanno apprezzato le mosse di Telecom perché hanno accettato la decisione dell’Autority, operata secondo le regole.

A Piazza Affari, questo comportamento di Telecom non piace affatto e infatti il titolo perde quota. Lo scorporo della rete era atteso con grande entusiasmo dagli investitori che adesso si ritrovano con un pugno di titoli Telecom tra le mani, che hanno perso il 3 per cento del loro valore.

Consumi TLC in calo nel nostro paese

Le azioni Telecom, per l’esattezza, hanno subito una flessione del 3,6 per cento, mentre il listino di riferimento di Piazza Affari perdeva lo 0,4 per cento. Il problema è tutto nello scorporo della rete che è considerato fondamentale per lo sviluppo del sistema di telecomunicazioni tricolore.

Se la fattibilità di questo progetto è a rischio, per via dei dubbi dell’Agcom, le ripercussioni sull’azienda Telecom sono inevitabili.