Lottomatica cresce e sta per cambiare nome

 Se la Ducati in crescita nel 2012 lascia ben sperare per il settore motociclistico, allora si può dire che ottimi segnali arrivino anche dal settore dei giochi, visto che Lottomatica è ancora in una fase crescente e sta per cambiare denominazione.

Tutti i soci del gruppo che si occupa da anni del mondo dei giochi, adesso sono chiamati ad approvare un bilancio, quello del 2012, che ancora una volta, nonostante la crisi, è in crescita del 34 per cento.

► Il rendimento super degli azionisti Terna

Secondo le prime indiscrezioni sembra che sia pronta già una cedola di 0,73 euro per ogni titolo, poiché si è deciso di redistribuire tra gli azionisti più della metà degli utili. Un altro cambiamento in vista è il cambio della denominazione sociale.

Entriamo nel vivo dei dati: i ricavi dell’anno scorso sono in crescita, si parla di un +3,4 per cento che equivale a 3 miliardi di euro. L’aumento è più deciso se si parla di redditività, in questo caso, infatti, gli utili sono cresciuti del 34 per cento ed equivalgono a 233 milioni di euro. Tutto questo miglioramento sembra dovuto al fatto che il cambio tra euro e dollaro è stato molto favorevole, in più l’azienda ha lavorato per ridurre i debiti e gli oneri finanziari ad essi legati. Questi due elementi sono stati trasformati e sono diventati una diminuzione della componente fiscale.

Gtech sarà il nuovo marchio per i servizi Lottomatica anche nel nostro paese.

Chiude male Milano dopo la bomba Fitch

 L’agenzia di rating Fitch ha prima minacciato l’Italia di un declassamento e poi è effettivamente andata avanti con il downgrande del paese e questo non ha certamente fatto bene al paese, benché da più parti la situazione che sta vivendo la politica, sia considerata “provvidenziale.

Krugman parla dei problemi dell’Europa

Lo ha detto anche il premio Nobel per l’economia Paul Krugman, il voto dell’Italia dà al paese una grande occasione, quella di riflettere ed agire contro l’austerity elaborando un vero piano di crescita economica. Non la pensa così, è evidente, la prima agenzia di rating che ha bocciato il nostro paese.

L’Italia declassata dall’agenzia Fitch

Il debito italiano è stato portato al livello di BBB+ proprio un gradino sopra il livello “spazzatura”. La borsa di Milano, era prevedibile, ha reagito male, accusando all’apertura delle contrattazioni un calo dello 0,93 per cento. Il downgrade, infatti, era arrivato venerdì alla chiusura dei nostri mercati.

L’impatto di questa decisione, quella di declassare il debito tricolore, è stato molto forte ed è andato anche contro l’ottimismo della maggior parte degli analisti. Tutta la seduta di ieri, dunque, ha avuto un andamento negativo e ci sono state perdite anche per lo 0,69 per cento.

Il problema è che il giudizio espresso da Fitch non è molto lontano da quello delle altre agenzie di rating e questo fa sì che l’Italia si avvicini alla soglia che, varcata, trasforma i titoli italiani da affidabili a speculativi.

Pirelli promette di andare ancora meglio

 Il gruppo Pirelli che, come tutti sanno, è riconducibile a Marco Tronchetti Provera, ha chiuso i bilanci del 2012 annunciando un aumento dei ricavi del 7,4 per cento ed un aumento dei profitti del 27 per cento.

 Assunzioni in Pirelli

Un risultato che alla luce della crisi che interessa il nostro paese, è molto importante. Se il 2012 è stato drammatico per tante aziende, quindi, non lo è stato per Pirelli che adesso ha una cedola più alta per i suoi azionisti ma ha proposto un piano di buy back e prevede che non ci saranno bonus per i manager nell’anno in corso.

 Trattative decisive in Pirelli

Gli obiettivi per il 2013 sono chiari e possono essere fatte delle previsioni proprio considerando che l’anno scorso è stato superlativo e si è andati davvero oltre le attese degli azionisti e del mercato stesso. Un anno difficile chiuso con un crescendo di ricavi, non capita a tutte le aziende.

Tanto per dare qualche altro numero, scopriamo che l’aumento dei ricavi si sostanzia in un più 6,07 miliardi di euro che prendono il via anche da un risultati operativi e molto interessanti: si parla rispettivamente del +34,3 per cento e del +30,7 per cento.

Anche i debiti sono scesi fino ad arrivare a 1,2 miliardi di euro, mentre salivano gli utili fino a 398,2 milioni di euro.

Telecom: rosso da 1,6 miliardi sul bilancio 2012

 Un rosso da 1,6 miliardi di euro pesa sul bilancio 2012 di Telecom. La situazione si è venuta a creare dopo che la società ha deciso di svalutare gli avviamenti per un totale di 4,4 miliardi di euro. E Piazza Affari applaude alla svalutazione del titolo con gli acquisti.

Agcom dà il via libera alla banda larghissima 

Il rosso di Telecom Italia, tuttavia, non preoccupa affatto il presidente esecutivo Franco Bernabè,  che tende a rassicurare gli animi dicendo che in questo caso si tratta solo di un fenomeno di natura contabile, che non metterà in discussione quelle attività di riduzione dell’indebitamento che la società sta portando avanti.

Secondo Bernabè, infatti, senza le svalutazioni imposte dalla situazione negativa a livello macroeconomico e dal persistere delle tensioni recessive, gli utili sarebbero arrivati a raggiungere i 2,4 miliardi di euro. 

Vodafone taglierà 700 dipendenti

Nel corso dell”assemblea degli azionisti, convocata per il prossimo 17 aprile, verranno quindi proposte l’utilizzo delle riserva per la copertura della perdita di esercizio e la distribuzione del dividendo, pari a 2 centesimi per le azioni ordinarie e a 3,1 centesimi per quelle risparmio.

L’azienda ha inoltre confermato il suo impegno nella creazione di reti e di impianti di nuova generazione per il triennio 2013-2015 che assicureranno alla società un vantaggio competitivo nel settore e un migliore posizionamento sul mercato.

EasyJet tra i grandi della Borsa

 EasyJet, da compagnia low cost, si è trasformata in soggetto finanziario di tutto rispetto nei mercati europei. La compagnia, ormai, può vantare 18 anni di onorato servizio, cominciato, c’è da dirlo, con due velivoli presi addirittura in affitto.

Adesso EasyJet ha un volume d’affari che ne giustifica l’entrata nel Ftse 100 che comprende tutte le maggiori aziende quotate nei listi della City. A livello finanziario vale circa 5 miliardi e può contare sul una forza lavoro composta da 8 mila dipendenti.

Programma laureati 2013 di EasyJet

I voli a basso costo sono stati l’emblema di una generazione: quella dei ragazzi decisi a girare il mondo con quattro soldi, quella delle persone che hanno sperato da sempre che il trasporto areo diventasse alla portata di tutti. Adesso la flotta di Easyjet, iniziata con due veicoli in affitto, è diventata molto grande: 220 aerei che trasportano ogni anno 55 milioni di passeggeri, che coprono 600 rotte in 30 paesi del mondo.

Alitalia cederà sette slot su rotta Milano-Roma a Easy Jet

Il valore finanziario di EasyJet è di 4 miliardi di sterline ma nessuno, quando si presentava al mondo il 28 enne Stelios Haji-Ioannou, erede di un impero greco dei trasporti, poteva pensare ad un successo simile.

EasyJet ha avuto il merito di far passare l’idea che viaggiare in aereo è semplice, è divertente e costa molto poco.

 

Wall Street non basta come traino d’Europa

 Le borse, lo sappiamo benissimo, sono legate a doppio filo l’una all’altra e se per esempio Wall Street mette in fila una serie di risultati positivi, questo comporta un traino sicuro anche per i mercati europei. Stavolta però, la borsa americana non è stata sufficiente a risollevare le sorti dell’Europa che ha chiuso le contrattazioni un po’ più contrastata.

Scende lo spred e vanno bene le banche

In Europa, quindi, i mercati che avevano chiuso nei giorni precedenti con rialzi rassicuranti, non sono riusciti a consolidare il risultato a metà settimana. Il sogno di ripartire, iniziando dalla finanza, si è di nuovo infranto contro il muro delle vendite e della sfiducia degli investitori.

Le elezioni italiane e gli investimenti

D’altronde, dal Vecchio Continente, non arrivano notizie rassicuranti: gli ultimi dati Eurostat sul PIL, parlano di una contrazione dello 0,6 per cento messa a segno nell’ultimo trimestre dell’anno scorso. Nel 2012, quindi, la crescita è stata di molto rallentata. Nel nostro paese, per esempio, Bankitalia è stata costretta a prendere coscienza del fatto che due famiglie su tre hanno un reddito insufficiente a coprire le spese di un mese.

A livello finanziario, ad ogni modo, piazza Affari va meglio delle consorelle europee, trainata dall’entusiasmo per la vendita di La7. C’è stato quindi un crollo del titolo TiMedia, la società cedente, e un aumento delle quotazioni della Cairo Communication, la società che ha acquistato la rete televisiva.

Cedono Mediobanca e l’Espresso

 La settimana più burrascosa di piazza Affari si è conclusa con la perdita di terreno di quattro titoli  molto importanti per il mercato italiano. Abbiamo già visto la flessione di Banca Carige e Meridiana Fly. Adesso prendiamo in esame quel che è successo a Mediobanca e al gruppo Espresso.

Perdono quota Meridiana Fly e la Carige

Mediobanca, dicono gli analisti, ha patito molto l’esposizione sul debito sovrano del nostro paese. Ha acquistato altri titoli del debito portando il capitale complessivo a 1 miliardi di euro circa nella prima metà dell’esercizio 2012-2013. Se l’operazione fosse stata limpida, non ci sarebbero difetti nei conti presentati dall’azienda, invece il secondo semestre, con l’utile in crescita, sembra sia destinato a mettere i bastoni tra le ruote a piazzetta Cuccia. La via d’uscita è rappresentata dal nuovo piano industriale, ma non ci saranno novità fino a giugno 2013. A questa previsione leggermente pessimistica si aggiunge un’economia italiana molto debole. Il titolo perde il 14 per cento.

 Possibili interventi anti-volatilità della Consob

Perde terreno ma meno degli altri titoli citati, anche il gruppo Espresso che subisce una flessione dell’8,4% del titolo. La Borsa del nostro paese ha valutato negativamente i bilanci del gruppo editoriale che ha dovuto ammettere un calo del 64% dell’utile netto rispetto al 2011. In più, è di pochi giorni la notizia della cancellazione del dividendo del 2012 per gli azionisti. La salute del gruppo Espresso è compromessa e all’orizzonte non si scorgono segnali di miglioramento.

Perdono quota Meridiana Fly e la Carige

 Probabilmente, quella appena trascorsa, deve essere considerata la settimana più difficile per la borsa italiana, visto che dopo le elezioni sembra ancora che domini l’incertezza nel nostro paese. A fare le spese dell’instabilità ci sono le azioni quotate in borsa. Le quattro peggiori della settimana sono state Meridiana Fly, Banca Carige, Mediobanca e il gruppo Espresso. Prendiamo in esame le prime due.

Cedono Mediobanca e l’Espresso

La compagnia area Meridiana Fly perde quota, è proprio il caso di dirlo, ma a determinare il crollo non c’è niente che possa far pensare alla tornata elettorale italiana. A far crollare il titolo (-24,2%), infatti, hanno contribuito le voci sulla ristrutturazione delle azioni della società, che preannuncia l’addio a Piazza Affari. E’ stata lanciata un’OPA a 0,6 euro per azione sul 10% della società che non è nelle mani dell’Aga Khan. A questa offerta pubblica d’acquisto si aggiunge un bilancio 2012 davvero penoso: perdite per 190  milioni di euro.

Dopo le proiezioni del voto sale lo Spread

Elevata la volatilità sul titolo della Banca Carige che nella settimana post elettorale perde il 14,6%. Tutte le banche, in effetti, hanno subito una flessione ma la Consob è intervenuta soltanto per salvaguardare Carige e Banca Intesa, esposte ad una vendita forsennata. A pesare sull’istituto di credito ligure c’è stata la contestazione del piano di rafforzamento patrimoniale che dovrà essere definito a partire dal 19 marzo prossimo.

Si riparte dal mondo valutario

 La prima settimana di marzo si apre con una serie di appuntamenti importanti per il mercato valutario. Ci saranno delle pubblicazioni importanti per l’Australia e il Regno Unito, anche se la maggior parte dell’attenzione si concentrerà sul vertice europeo. Quali sono le monete interessate da questi eventi e come si muoveranno?

Cosa smuove il dollaro?

Il primo appuntamento in ordine cronologico, nella giornata di oggi, è la pubblicazione dei permessi di costruzione in Australia. Nella notte si cercherà di capire la direzione che questo market mover di massimo impatto, potrà dare al dollaro del paese. I permessi di costruzione, infatti, sono considerati il primo segnale della ripresa economica. Dal permesso di costruzione dipende lo sviluppo del settore immobiliare perciò se il risultato supera le attese si può avere un effetto rialzista sul dollaro australiano.

► Dollari, euro e sterlina nel mercato valutario di oggi

Il secondo market mover di giornata, è il meeting europeo dove si discuterà della situazione economica di tutta l’Europa. Intanto, in mattinata, la prima pubblicazione sarà relativa al cambiamento dell’occupazione in Spagna. Un market mover di medio impatto che potrebbe però influire in modo intenso sull’andamento dell’euro. La moneta unica del Vecchio Continente, in più, oscillerà dopo la presentazione dell’indice dei prezzi di produzione che, rispetto allo 0,2% della precedente rilevazione, dovrebbe portarsi sul valore dello 0,5%.

L’ultimo dei market mover di giornata sarà l’indice PMI delle costruzioni che andrà a misurare l’andamento del settore edilizio britannico. Dal precedente 48,7% si dovrebbe passare al 49,2% ma un risultato migliore delle attese dovrebbe avere un buon effetto rialzista sulla sterlina.