Microsoft rileva Dell

 L’azienda Dell, un po’ come farà presto Seat Pagine Gialle in Italia, ha deciso di abbandonare il terreno impervio della borsa, accettando al tempo stesso un’offerta d’acquisto combinata dal direttore dell’azienda stessa, da Silver Lake e dalla Microsoft. Il valore dell’affare si aggira intorno a 24,4 miliardi di dollari e almeno nel settore tecnologico, non si ricordata un’acquisizione del genere dal 2007.

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In quell’anno, infatti ci fu l’acquisizione di Alltell da parte di Tpg e Goldman Sachs per 25 miliardi. Nella liquidazione delle azioni, ogni azionista otterrà circa 13,65 dollari per titolo che è un valore superiore agli 11 dollari della quotazione in borsa, nel momento in cui sono iniziate a circolare le voci sull’acquisizione. In pratica Dell ha perso più della metà del suo valore in cinque anni visto che tempo addietro i suoi titoli valevano anche 40 dollari l’uno.

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L’esperienza di Dell in borsa è durata circa 25 anni. Nel 1988 era stata lanciata una Ipo che aveva catapultato l’azienda nel magico mondo del Nasdaq. L’Ipo valeva 30 milioni di dollari e fu giudicato un record. Adesso, agli azionisti andranno circa 24,4 miliardi di dollari tra i contanti e le azioni.

Microsoft parteciperà all’operazione con un prestito da 2 miliardi di dollari, cui si aggiungeranno gli altri due soci con le loro doti di titoli e contanti.

L’epopea di Seat Pagine Gialle

 Tra le azioni meno costose del mercato internazionale, c’è anche la “nostra” Seat Pagine Gialle, unica azienda a finire in questo elenco che non inorgoglisce nemmeno un po’ i broker del Belpaese. Ai tempi d’oro, le azioni di questa azienda, erano anche scambiate a 20 euro l’una, adesso valgono poco più di 3 millesimi di dollaro.

Cos’è successo e come possono approfittarne gli investitori? L’azienda Seat Pagine Gialle, attualmente, è vicinissima al fallimento e a dirlo è il management che si sta ingegnando per trovare una soluzione che da un lato garantisca la continuità aziendale evitando di creare un buco nella realtà industriale italiana e dall’altro riduca ai minimi termini l’indebitamento così da rendere sostenibile il rimborso dei debiti.

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Il grosso problema incontrato in questa operazione è la presa di coscienza del cambiamento del panorama industriale. Oggi, tra l’altro, Seat si trova a non poter nemmeno rispettare le scadenze del 2013. Per questo una delle poche strade percorribili sembra essere quella del concordato preventivo.

La richiesta è stata presentata al Tribunale di Milano, mentre si disponeva la sospensione del pagamento delle rate semestrali di interessi, in scadenza il 31 gennaio. La debolezza strutturale dimostrata dall’azienda, che fino a questo momento non aveva dato segni di cedimento, ha convinto giudici e creditori sulla validità del concordato.

A sorpresa il rimbalzo di MPS a piazza Affari

 Piazza Affari, dopo un lunedì archiviato in modo del tutto negativo con una perdita complessiva del 4,5 per cento, nella prima parte della giornata di oggi, ha visto svolgersi le contrattazioni in terreno positivo. Un po’ come è successo anche negli mercati europei.

 Le borse di Milano ed Madrid sono dei gamberi

Alla fine della mattinata si parlava di un incremento dell’1 per cento, favorito anche dal rimbalzo del titolo del Monte dei Paschi di Siena e dalle vendite legate al titolo Enel Green Power. Sull’andamento di alcuni titoli ha influito anche la questione della Kpn di Amsterdam che per esempio ha trascinato verso il basso il titolo Telecom Italia.

Crolla del tutto anche il titolo di Seat Pagine Gialle che è tra le azioni meno costose del mercato e dopo un ribasso – soltanto teorico – del 40 per cento, ha chiesto un concordato preventivo per far fronte alla situazione di crisi in cui galleggia.

Altalena poco felice anche per lo spread che ha raggiunto la sua punta massima di 294 punti per poi riportarsi sotto la soglia Monti. Attualmente il differenziale tra Bund e BTp a 10 anni è fermo sui 286 punti con un rendimento cresciuto fino al 4,47%.

 Lo spread italiano torna sopra la soglia Monti

Leggermente meno burrascoso il percorso dello spread tra i bonos e i bund che tutto sommato si è tenuto intorno ai 387 punti con un tasso del 5,48 per cento.

Lo spread italiano torna sopra la soglia Monti

 La prima giornata della settimana, a livello finanziario, per la borsa di Milano non è stata affatto positiva, visto che ieri si sono concluse le contrattazioni in terreno negativo. A trascinare verso il basso gli indici sintetici, ci hanno pensato i titoli industriali e quelli bancari.

Piazza Affari, quindi, ha chiuso con una perdita di 2,75 punti percentuali del Ftse Mib che si è ritrovato a quota 16.842 punti. Un tonfo che è stato ancora più amaro considerando i titoli che hanno determinato la decrescita degli scambi. In prima fila i titoli della FIAT e di Finmeccanica che hanno perso entrambi il 5 per cento.

Una perdita che ha accomunato queste aziende al destino di Unicredit, in flessione del 5%. Con queste performance, indicative del trend degli asset bancari, Milano si è allontanata dai ritmi di crescita che avevano scandito gli ultimi 20 giorni.

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Alcuni analisti, astraendosi dai dati del mercato, attribuiscono questa flessione anche al rinnovato clima d’incertezza pre-elettorale: su Piazza Affari pesa la politica! Non sono poi trascurabili le faccende del Monte dei Paschi di Siena, cui è seguito il tonfo dell’azienda SAIPEM legata al gruppo ENI.

► A Milano affonda SAIPEM

Lo spread, in tutto questo marasma, è risalito al di sopra della soglia Monti assestandosi intorno ai 280 punti base con un rendimento del titolo decennale che è cresciuto fino al 4,46%.

Le azioni meno costose del mercato

 Immaginate di essere al bar e di pagare un caffé. Con la stessa quantità di denaro, nel mercato, si possono comprare anche più di 300 azioni. Ci sono infatti dei titoli che, presi singolarmente, valgono davvero pochissimo. Li ha esaminati il Sole 24 Ore individuandone ben 385.

► A Milano affonda SAIPEM

Tanto per restare in Italia si parte con i titoli di Seat Pagine Gialle che costavano, alla fine della settimana scorsa, qualcosa come 0,0027 euro, cioè  3 millesimi di euro. E questo dopo un rimbalzo del titolo del 3 per cento. La presa di coscienza di questo valore ci porta indietro nel tempo fino a marzo del 2000 quando le stesse azioni erano scambiate per 7 euro l’una. Nonostante un ripensamento integrale dell’azienda, il crollo definitivo c’è stato proprio l’anno scorso con un calo dell’81 per cento.

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Nella classifica delle 10 azioni con i valori più bassi della storia, Seat Pagine Gialle è al quarto posto, preceduta soltanto da Inter Rao UES, le cui azioni costano 0,007 dollari l’una, da VTB Bank, le cui azioni si scambiano a 0,002 dollari e da ATM Holding per cui si spendono 0,0027 dollari ad azione. In dollari, i titoli di Seat Pagine Gialle valgono 0,0038 $.

Le prime due società che abbiamo citato in questa speciale e sfortunata classifica, sono indicizzate alla borsa di Mosca, mentre la terza opera in territorio olandese.

 

Atteso il tonfo in borsa dell’AS Roma

 L’AS Roma, in campionato, ha dovuto incassare una sonora batosta. L’ultima partita in casa, giocata con il Cagliari, è stata persa per 4 a 2. Il goal del capitano ha infiammato l’Olimpico, poi è calato il sipario e a niente è riuscito a risollevare le sorti di una squadra che è “casualmente” anche quotata in borsa.

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La sconfitta ha convinto il management giallo rosso ad esonerare il tecnico boemo. Zeman lascia così la panchina della Roma e al suo posto, a Trigoria, ci sarà Aurelio Andreazzoli, promosso a capo dello staff tecnico. Una scelta che secondo tanti fan della squadra capitolina è molto discutibile e questo potrebbe determinare il tracollo della Roma anche in borsa.

► Anche in crisi il mercato del calcio frutta alle squadre

La sconfitta contro il Cagliari è avvenuta a borse ormai chiuse, quindi sarà necessario attendere l’apertura di oggi per avere la conferma del fatto che Zeman ha sempre portato fortuna al titolo dell’AS Roma. Andando a ritroso nel percorso altalenante della Roma in borsa, si è visto che le azioni della squadra hanno raggiunto e tenuto il valore di circa 20 euro da novembre in poi.

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In generale, però, è stato l’arrivo di Zeman a Roma a riportare a galla un titolo che, l’anno scorso, era finito sull’ottovolante, influenzato dalle performance poco costanti della squadra. Staremo a vedere.

Gli orari del ForEX per investire meglio

 Il mercato valutario si accavalla all’attività delle principali borse mondiali, per questo, il buon investitore è quello che conosce accuratamente non solo l’andamento delle valute, ma anche gli orari giusti in cui mettere a segno il proprio investimento.

► Australia, Regno Unito, Canada e il mondo ForEX

In generale, il mercato ForEX è aperto dalle ore 23 della domenica fino alle ore 23 del venerdì successivo (ora italiana). In realtà si può operare a qualsiasi ora, aiutati da un buon broker che definisce insieme all’investitore i cosiddetti ordini pendenti, quelli che diventano attivi ad una determinata ora, oppure quando sono raggiunti degli obiettivi prefissati.

Per esempio si può scegliere di comprare una determinata opzione soltanto quando la valuta ha raggiunto un certo prezzo, in modo da massimizzare il profitto. In tal senso tutto avviene in modo automatico. Ecco perché si può investire comodamente senza dover abbandonare necessariamente il proprio lavoro.

► Tutto il ForEX concentrato sulla zona Euro

 

Ed arriviamo quindi agli orari che maggiormente interessano gli investitori. Il mercato ForEX si apre con le sessioni del Pacifico e con la sessione Asiatica che lavorano dalle ore 23 alle ore 9 del giorno successivo. Le borse di riferimento erano quelle di Sidney e Tokyo. Poi è la volta delle sessione Europea, attiva dalle ore 9 alle ore 18 con Londra come riferimento. Infine la borsa di New York e il Forex ad essa collegata che si sviluppa dalle ore 14 alle ore 23.

Tra le materie prime scegliete il rame

l’indice Big Mac evidenzia la forza dell’euro, andiamo ad occuparci delle materie prime, escludendo dalla nostra ricognizione il mercato dell’oro.

La Germania riparte dall’oro

Investire nelle materie prime e soprattutto nel settore dei metalli preziosi, vuol dire dedicarsi anche ai trend che interessano l’argento, il platino e un metallo dal nome curioso come il palladio. Il primo consiglio che gli analisti danno è quello di tenere d’occhio il comportamento dei paesi emergenti rispetto alle commodities su cui si vuole investire.

Una volta capiti i paesi che più incidono sull’andamento di un certo metallo, allora è bene approfondirne il calendario. Ci sono momenti, occasioni, eventi che possono far ripartire le quotazioni e possono essere “previsti” con largo anticipo.

Un metallo molto interessante dal punto di vista speculativo è senz’altro il rame.

► Chiesto un passo indietro sull’Etf sul rame

I prezzi del rame – dicono gli analisti – sono destinati a scendere dai 7970 dollari per tonnellata del 2012 fino ai 7775 dollari per tonnellata del 2014. Un calo del 2,5 per cento da collegare all’aumento della produzione cui non corrisponde un aumento della domanda.

A Milano affonda SAIPEM

 La settimana scorsa a far crollare la borsa di Milano non ci ha pensato tanto il Monte dei Paschi di Siena, ancora nell’occhio del ciclone, quanto piuttosto una controllata dal gruppo ENI che è arrivata a perdere il 34% del suo valore in un solo giorno di contrattazioni: la SAIPEM.

► La crisi di MPS spiegata in quattro punti

Tutto è iniziato mercoledì scorso quando Piazza Affari ha archiviato una giornata negativa con una flessione del 3,36 per cento che l’ha etichettata come maglia nera d’Europa.

Il Monte dei Paschi di Siena, ha perso qualcosa come il 9,46% ma non è stato il titolo peggiore, basta guardare infatti alla SAIPEM che alla fine della giornata era riuscita a collezionare perdite prossime al 35 per cento. Ogni azione SAIPEM valeva appena 20 euro, una performance che non si vedeva dal lontano 2009.

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In generale il calo SAIPEM ha scucito dalle tasche dei soci qualcosa come 4,5 miliardi di euro che hanno messo in bilico la stabilità proverbiale del titolo ENI che della SAIPEM controlla il 43 per cento.

Tanto per dare qualche indicazione sull’azienda, basta dire che si tratta di una società con sede a San Donato Milanese impegnata nel business degli oleodotti, dei gasdotti e delle perforazioni petrolifere. In tutto impiega 40 mila dipendenti in tutto il mondo.