A dicembre le materie prime sono stabili

 Chi fa trading online, anche con le opzioni binarie sa quanto è importante conoscere i trend del mercato delle materie prime. Gli ultimi dati a disposizione, sono stati tirati fuori dall’indice Prometeia e raccontano di una certa stabilità del settore.

In genere i prezzi delle materie prime dipendono molto dagli accordi internazionali (come nel caso del petrolio), dalle scelte delle banche centrali (parliamo ad esempio dell’oro), oppure dalle condizioni meteo (siamo nel comparto alimentare.

Ad ogni modo, a dicembre, i prezzi delle materie prime risultano pressoché stabili ma molto di questo stabilità, si deve all’apprezzamento del cambio con il dollaro che è cresciuto del 2,3 per cento.

Possibili oscillazioni del dollaro alla fine del QE

Ci sono stati dei rincari ma questi riguardano il settore della meccanica e il comparto alimentare dove si parla di un incremento dell’1 per cento. Altri settori, come quello delle imprese chimiche ha un costo in calo mentre è caratterizzato da prezzi invariati il settore della moda e quello della filiera del legno e della carta.

 Produzione agroalimentare in calo

Se si entra più nel dettaglio si scopre che i rincari del settore meccanico sono dovuti all’aumento del prezzo dell’alluminio che ha fatto registrare il +4,4% e ai rincari degli acciai piani (+1,9%). Per il comparto alimentare, invece, all’origine dei rincari troviamo un aumento del prezzo del grano, in crescita dell’1,2 per cento.

Banche in crescita dopo Basilea III

 A novembre era stato chiesto il rinvio del Basilea 3, adesso, invece, con grande fatica, è giunta notizia dell’approvazione della revisione dello standard di liquidità per le banche. Gli istituti di credito quotati in borsa hanno visto di conseguenza schizzare alle stelle i valori delle azioni.

Nel settore finanziario, ormai da due settimane, si sono scatenati gli acquisti. In un primo momento, a lanciare il trend, ci ha pensato il calo dello spread, adesso tutto è merito di un provvedimento che con il differenziale tra BTp e Bund non c’entra proprio  niente: l’accordo Basilea III che introduce requisiti patrimoniali e di liquidità.

I titoli che maggiormente sono stati oggetto della furia delle vendite sono stati quelli di Monte dei Paschi di Siena e di Unicredit che hanno guadagnato tantissimo in pochi giorni di contrattazioni. Partiamo dall’istituto senese che in due giorni ha guadagnato il 20% e poi, ieri ha portato a casa un altro +6,89%.

Sul titolo del Monte dei Paschi gli scambi hanno raggiunto il 10 per cento del capitale della banca e le azioni si sono riportate a quota 28 centesimi.

Tra gli altri bancari è stato sicuramente interessante il movimento del titolo Unicredit che ha chiuso l’ultima giornata di contrattazioni con il +2 per cento che ha consentito alla banca di tornare sui livelli di 4 euro per azione.

Twitter, forse, cinguetterà in Borsa

 La Borsa ha sfruttato molto il rendimento dei titoli tecnologici ed ora si trova davanti ad un’altra proposta, quella del colosso dei mini messaggi che potrebbe decidere di fare il passaggio decisivo verso il mercato azionario. Stiamo parlando di Twitter.

Dopo il debutto disastroso del 2012 di Facebook a Wall Street, il mercato americano si prepara ad un nuovo colpo grosso. Secondo gli analisti Twitter ha molti elementi favorevoli al suo passaggio in Borsa, basta pensare al fatto che tra i 500 milioni di utenti raccoglie anche moltissimi capi di Stato e di Governo, nonché il papa.

Per questo gli analisti azzardano anche il valore del maestro dei cinguettii. L’autorevole voce di Max Wolff di Greencrest, usato anche da Forbes, spiega che Twitter vale qualcosa come 11 miliardi di dollari. Peccato che questa stessa azienda abbia esagerato in passato con le valutazioni di Facebook e Zynga.

Sicuramente, in questa valutazione, hanno un peso molto importante anche le quotazioni non ufficiali di Twitter sul mercato secondario, dove la domanda di titoli del social network in questione è decisamente alta. In più bisogna considerare tutte le iniziative che Twitter è pronta a mettere in campo per incrementare e rendere più remunerativa la sua popolarità.

Il 2013 potrebbe essere l’anno decisivo per Twitter ma, in alternativa, si potrebbe anche pensare ad una quotazione nel 2014.

Bond spazzatura, rendimenti al 6%

 Si chiamano junk bond e, come dice il titolo stesso, sono dei titoli spazzatura, delle obbligazioni a basso rating ed lato rischio. Attualmente rappresentano una bolla speculativa molto interessante, da studiare che non sembra volersi sgonfiare nell’immediato.

Tutto è stato portato a termine nella settimana in cui i mercati hanno espresso la loro euforia dopo l’accordo raggiunto sul fiscal cliff. Sicuramente si può parlare di performance record, ma record è anche il rendimento dei cosiddetti titoli high yield calcolato dagli indici Barclays, visto che per la prima volta sono scesi sotto la soglia del sei per cento.

Perché si parla tanto di bond spazzatura in questo periodo? Perché siamo di fronte ad uno degli effetti collaterali delle cosiddette politiche anticrisi non convenzionali messe in campo soprattutto dalla FED che ha anticipato di pochissimo le scelte delle altre banche centrali.

Il fatto è che azzerando i tassi d’interesse, mettendo tanta liquidità sul mercato, gli investitori si sono sentiti costretti a cercare nuovi strumenti d’investimento dal rendimento elevato. I bond corporate e i titoli di stato hanno subito la pressione del Quantitative Easing, sono stati oggetto di una “repressione finanziaria”.

Di conseguenza si è moltiplicata l’emissione di titoli spazzatura, particolarmente ricercati dai cacciatori d’investimenti. Nel 2012 ci sono state emissioni pari a 397 miliardi di dollari che sono il 38% in più rispetto al 2011.

Twitter prepara il terreno per l’ipo

 Sono in tanti a pensare che anche Twitter sta preparando il suo approdo in borsa. Soprattutto GreenCrest Capital, una società specializzata nello studio delle offerte pubbliche di acquisto, che, dati i cambiamenti che si stanno facendo sul social network, ha parlato di una possibile quotazione sul Nasdaq nel 2014.

Infatti, in questo ultimo periodo, Twitter sta subendo un riassetto del management e delle sue funzionalità, oltre che una maggiore concentrazione sull’advertising, tutte mosse che porterebbero a delle buone quotazioni. Secondo gli analisti, la capitalizzazione del sito di microblogging dovrebbe valere intorno agli 11 miliardi di dollari, molti di più di quanto Forbes ha stimato nel 2011 (circa 8 miliardi).

I social network quotati in borsa, ad oggi, sono due: Facebook e Linkedin, che hanno avuto dei destini opposti. Facebook, dopo la quotazione, ha perso circa un quarto del suo valore iniziale, mentre Linkedin ne ha guadagnato circa un quinto.

Quale sarà la sorte di Twitter? I dati che si hanno a disposizione fanno ben sperare, soprattutto il fatto che da qualche giorno si mormora di una possibile acquisizione del social da parte di Apple, che ha fatto subito alzare il valore dei titoli sul mercato secondario.

MPS vola dopo il calo dei rendimenti BTp

 Monte dei Paschi di Siena, come tutti i titoli bancari, è un po’ in affanno nell’ultimo anno, soprattutto nella prima parte del 2012. In effetti, come in ogni momento critico che si rispetti, il sistema finanziario è messo sotto pressione. Dalla metà dell’anno scorso, però, è iniziata la risalita del titolo.

Nei scorsi giorni, in corrispondenza del calo dello spread e dell’apprezzamento dei titoli di stato italiani, è stato avviato il monitoraggio della Consob che interviene, di solito, nei momenti più eclatanti dell’andamento del mercato.

Il debito sovrano, in questo momento, ha subito quello che potremmo definire un allentamento della pressione nel senso che i titoli di stato americani e tedeschi, originariamente considerati beni di rifugio, sono adesso meno ricercati, così che i titoli di stato dei paesi periferici, possono godere di un calo del  rendimento.

In pratica, del fiscal cliff possono gioire i titoli del debito europei ed italiani in modo particolare. Il Monte dei Paschi di Siena, che fino a questo momento si è dimostrato il più esposto verso i titoli di Stato, ha ottenuto un miglioramento della situazione finanziaria.

Con lo spread ai minimi e con i rendimenti molto bassi dei titoli di Stato, le azioni del Monte dei Paschi di Siena hanno recuperato valore, guadagnando più del 12 per cento.

Milano male dopo i dubbi sull’accordo per il Fiscal Cliff

 Dopo i brindisi di ieri le Borse tirano il freno e chiudono con il segno meno. L’euforia per il raggiungimento dell’accorso sul Fiscal Cliff è durato poco. Diversi economisti e le agenzie di rating Standard & Poors e Moody’s hanno affermato che l’accordo non è sufficiente e i problemi per il futuro degli Stati Uniti e del suo debito sono ancora presenti.

Anche il Fondo Monetario Internazionale ha lanciato l’allarme sull’accordo raggiunto diminuendo l’euforia che c’era ieri. Per l’Fmi c’è ancora molto da fare e la ripresa economica negli Stati Uniti è ancora debole.

A Milano titoli bancari scendono dopo l’impennata di ieri, dove alcuni sono arrivati anche al +5%. Mps -0,17%, Bper -0,90%, Ubi Banca -0,11% e Intesa SanPaolo -0,15%. Segno più per Banca Popolare di Milano +0,56%, giù Banco Popolare e Unicredit +0,10%.

Negative anche Enel -0,86%, A2A -1,41% e Ansaldo -1,18%. Segno più invece per Finmeccanica +1,20%, Impregilo +2,44%, Lottomatica +1,25% e Pirelli +1,01%. Fiat aumenta dello 0,5% ed è sotto osservazione dopo i dati sulle vendite della Fiat 500 negli Stati Uniti che hanno fatto registrare un aumento del 121%.

Lo Spread, e cioè il differenziale tra i titoli di Italia e Germania a 10 anni arriva a 288 punti base dopo che ieri era sceso a 283 punti.

 

Atene: la migliore borsa del 2012

 Le opzioni binarie di lungo periodo premiano la lungimiranza dell’analisi ma in alcuni casi devono arrendersi all’imprevedibilità del mercato finanziario. Leggendo i dati relativi alle borse europee si può concludere soltanto con un assunto di questo tipo.

Cosa è successo. Nei primi sei mesi dell’anno la situazione di Atene è peggiorata e le proteste in piazza hanno attirato tutta l’attenzione dei media. Parallelamente ai movimenti che potremmo definire sociali c’è stato qualche buon investitori che ha iniziato a fare man bassa di tutti i titoli presenti nella Borsa ellenica. Si tratta di investitori tradizionali, che con il loro operato hanno in qualche modo “risollevato” le finanze di Atene.

Il risultato. La corsa agli acquisti ha fatto crescere il valore dell’indice generale del listino greco che ha chiuso con un rialzo record battendo tutte le migliori piazze europee. L’indice di Atene è passato dai -500 punti di giugno ai 901 punti con cui ha chiuso il 2012.

Il che vuol dire che Atene, con il +34%, è andata anche meglio di Francoforte, Parigi o Londra che nel 2012 hanno fatto registrare rispettivamente aumenti del 30, del 15 e del 6 per cento degli indici.

Da sottolineare come la corsa agli acquisti sia stata indirettamente sostenuta dalle autorità internazionali che hanno offerto alla Grecia una vera e propria ancora di salvataggio piena di aiuti.

 

Cosa influisce sulla sterlina

 Il mercato ForEX è uno dei più interessanti a livello d’investimenti ma va tenuto sotto stretta osservazione per via del fatto che i cambiamenti dei rapporti tra le valute e le oscillazioni delle quotazioni delle singole monete, sono molto sensili alla politica e alla società.

L’avvio del 2013 è stato caratterizzato da numerose pubblicazioni, soprattutto legate agli indici della produzione industriale. Il PMI americano per esempio, ha contribuito con il fiscal cliff, a far volare Wall Street. Prima di considerare il mercato del dollaro, diamo uno sguardo ai dati che possono influire oggi sull’andamento della sterlina.

La sterlina, che nel mercato ForEX è identificata con l’acronimo GBP sarà influenzata dalla pubblicazione dell’House Price Index che misura il cambiamento dei prezzi degli immobili messi in vendita sul mercato. In genere un aumento dei prezzi fa da stimolo al settore immobiliare e ne certifica in qualche modo la buona salute. Se il valore diffuso nella giornata di oggi sarà superiore alle attese ci potrebbe essere un apprezzamento della sterlina.

Il secondo dato che potrebbe influire su questa moneta è l’indice PMI costruzioni che registra l’andamento del settore delle costruzioni nel Regno Unito. Gli analisti si aspettano un miglioramento dell’indice nonostante la Gran Bretagna resti nel recinto della “contrazione”.

Il terzo elemento da tenere in considerazione oggi è il report trimestrale della Bank of England che fotografa le condizioni economiche del Regno Unito e le condizioni di accesso al credito per le imprese.

Accordo sul fiscal cliff: volano le borse

 Le borse europee gioiscono dell’accordo raggiunto sul fiscal cliff. L’accordo siglato tra l’amministrazione Obama e il Congresso mette al sicuro l’America dall’ipotesi recessione. Le borse ringraziano e si entusiasmano. In Europa è la prima seduta dell’anno e tutti chiudono in rialzo.

La migliore delle piazze è quella di Milano che vede crescere in modo interessante, di circa 3 punti percentuali, l’indice Ftse Mib e assiste contemporaneamente alla discesa dello spread fino a 287 punti, la cosiddetta soglia Monti. Lo stesso ex premier, dal suo Twitter, gioisce per il traguardo raggiunto, segnando un altro punto a favore dell’Esecutivo tecnico.

A guardare meglio quel che succede alla borsa di Milano di scopre che ad un +3,81% dell’indice Ftse Mib, corrisponde un +3,68% dell’indice All-share e tutto dipende in gran parte dalla performance dei titoli bancari. A brillare è soprattutto il titolo della Banca Popolare dell’Emilia Romagna che fa registrare un bel salto del 5,74 per cento. Ma vanno bene anche Ubibanca, con il +5,20%, Intesa Sanpaolo con il +5,46% e Unicredit con il +3,89%.

E se le borse europee esultano, non è da meno Wall Street che in apertura registra un balzo in avanti del Nasdaq che recupera 2,46 punti percentuali e del Dow Jones stesso che fa segnare un +1,88%. A contribuire a questi rialzi non c’è soltanto l’accordo sul fiscal cliff ma anche l’indice manifatturiero che a dicembre è arrivato fino a quota 50,7 punti.