Campari, ottimo il parere di Kepler Cheuvreux

Kepler Cheuvreux valuta molto positivamente Campari, confermandola come l’azione preferita del comparto. Gli esperti della casa d’affari hanno apprezzato la crescita della società durante gli ultimi anni, la valutazione a sconto in confronto ai competitor e il celere deleveraging del bilancio che lascerà spazio per ulteriori acquisizioni nel 2016.

Campari, adesso i conti tornano

Campari si porta nuovamente crescita, facendo registrare un fatturato del +10,5% in confronto a quanto archiviato esattamente dodici mesi fa, nel primo semestre dell’anno. Ciò si deve a tutti gli effetti al corposo effetto-cambi sui conti che da solo “vale” il 6,7% di incremento.

Campari, approvato voto maggiorato

Il board di amministrazione dei principali azionisti di Campari ha dato il nulla osta, a maggioranza, ai fini di procedere all’adozione del voto maggiorato.

La Campari sbarca in Canada

 Il Gruppo Campari, leader nell’industria globale del beverage di qualità con un portafoglio di oltre 50 marchi, ha acquistato per un importo in contanti di 120,5 milioni di euro l’azienda canadese Forty Creek Distillery, leader in Canada nel mercato dei brown spirits (whisky e rum maturi) e con una forte presenza negli Stati Uniti. Per la Casa italiana gli Stati Uniti rappresentano il secondo mercato di espansione con un’aliquota del 20,5%, preceduto solo dal mercato italiano dove la Campari realizza il 24,5% del proprio fatturato.

Il bilancio consolidato del Gruppo certifica per il 2013 un volume di vendite in crescita del 13,7% rispetto al 2012, con un fatturato di 1,52 miliardi di euro, stimolato soprattutto dall’aumento dei volumi nell’area delle due Americhe (pari al 40,9%) e dalla progressione dei consumi degli spirit negli Stati Uniti. In Italia le vendite, considerate soddisfacenti, sono però diminuite del 3,8%: il mercato interno è stato infatti penalizzato dal crollo generalizzato dei consumi, dall’aumento dell’aliquota Iva al 22% , dal maggior peso delle accise.

 

Fatturato in crescita per Campari

 

L’utile del Gruppo è sceso conseguentemente a 149,8 milioni di euro (-4,4% sul 2012), mentre il margine operativo lordo è diminuito del 2,4%, principalmente a causa delle contrazioni dei volumi di vendita sul mercato tedesco e su quello australiano. Di contro i costi di struttura si sono innalzati del 14% toccando i 261 milioni di euro, soprattutto per l’incremento numerico dei dipendenti saliti nel 2013 ad oltre 4 mila unità dopo l’acquisizione in Giamaica dell’81,4% della Lascelles deMercado.
Il dividendo prospettato agli azionisti è di otto centesimi (+14,3%) dopo che per il 2012 non era stata staccata la cedola.

// <![CDATA[
<div id="” class=”_mp3rocket_overlay_style” style=”left: ; top: ; width: ; height: “>

// ]]>

Campari mira ad acquisire Forty Creek Distillery

 Campari ha annunciato l’acquisizione per 120,5 milioni di euro della canadese Forty Creek Distillery, leader nel mercato degli spirit in Canada e con un buon posizionamento negli Usa dove il gruppo controllato al 51% dalla famiglia Garavoglia sta crescendo a doppia cifra.

Fatturato in crescita per Campari

 Il Campari, da qualche anno, non è la bevanda più diffusa nel mondo ma conosce un discreto successo che si traduce in un buon risultato anche in borsa. La credibilità dell’azienda e la sua permanenza sul mercato in un momento di crisi sembrano essere assicurate.

La borsa reagisce alle parole di Draghi

Tutta la crescita di Campari, dipende dalle acquisizioni che ha portato a termine in questi anni. Per esempio è stato comprato un rum giamaicano, il Lascelles deMercado. In più si tratta di una bevanda molto gradita soprattutto negli Stati Uniti. In questa marcia trionfale l’unico dettaglio che impensierisce gli investitori è quello della redditività che sembra in frenata.

Wall Street non basta come traino d’Europa

Il titolo in borsa, quindi, sarà presto in rialzo ma deve affrontare ancora un periodo di debolezza legato proprio all’annuncio dei risultati di Campari. E’ servita a poco la dichiarazione dell’ad del gruppo che ha commentato con una certa soddisfazione i risultati del 2012.

L’anno in corso, come per tutte le aziende, sarà un periodo intermedio in cui bisogna affilare le armi per sopravvivere alla crisi. Il perdurare della recessione europea non aiuta ma ci sono altre zone del mondo che potrebbero controbilanciare i risultati del Vecchio Continente.

Si vede di buon occhio, ad esempio, il miglioramento delle vendite in America Latina.