Il prelievo forzoso è stata la strategia utilizzata per il salvataggio delle banche di Cipro. Un’operazione di prelievo dai conto correnti delle banche cipriote per diminuirne il debito. Sarebbe dovuta essere una pratica eccezionale e, invece, con l’accordo firmato dall’Ecofim, il prelievo forzoso è divenuta una prassi attuabile da tutti gli Stati europei che si trovano nella stessa situazione.
In pratica l’accordo prevede che gli eventuali debiti delle banche non saranno coperti dalle finanze pubbliche, ma dal prelievo di una percentuale dalle somme che i cittadini depositano nelle banche del paese e solo in seconda battuta entreranno in gioco anche le finanze dello Stato.
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Quindi, con questa nuova regola, in caso di rischio default di una banca, verranno prelevate somme di denaro in primo luogo agli azionisti, poi agli obbligazionisti e poi ai correntisti che hanno depositate somme superiori ai 100 mila euro.
Non saranno toccati dal prelievo forzoso le obbligazioni garantite, le pensioni e i salari.
Come anticipato, l’accordo prevede che lo stato in causa metta a disposizione le sue finanze solo dopo questo primo step, ossia solo dopo che il prelievo forzoso su azioni, obbligazioni e conti avrà coperto almeno l’8% della passività della banca.
Lo stesso accordo prevede anche che gli Stati creino un fondo nazionale a copertura dello 0,8% del totale dei depositi bancari di tutti gli istituti del paese.