Chiarimenti dell’Agenzia delle Entrate per le detrazioni sulle ristrutturazioni edilizie

 Chiunque abbia sostenuto dei costi per gli interventi di recupero del patrimonio abitativo e per la riqualificazione energetica degli edifici può usufruire di agevolazione e detrazioni fiscali.

Lo scorso 9 maggio l’Agenzia delle Entrate ha pubblicato una Circolare con la quale fornisce dei chiarimenti sulle agevolazioni per gli interventi di recupero del patrimonio abitativo e per la riqualificazione energetica degli edifici. La Circolare, inoltre, fornisce chiarimenti anche in merito alla questione della cedolare secca.

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Vediamoli nel dettaglio.

Quanto si può detrarre per gli interventi di recupero edilizio e di riqualificazione energetica ?

1. Interventi di recupero edilizio

La circolare in esame chiarisce che per le spese documentate sostenute per interventi di recupero edilizio nel periodo compreso tra il 26 giugno 2012 e il 30 giugno 2013, la detrazione spettante dell’imposta lorda è pari al 50% per spese non superiori a 96.000 euro per ogni immobile.

Quindi, rispetto alla precedente normativa, il limite di spesa del 36% è stato elevato al 50% e non sussiste più il limite di spesa di 46.000 euro.

2. Interventi di riqualificazione energetica

La circolare chiarisce, in merito agli interventi di riqualificazione energetica eseguiti a cavallo del periodo di imposta 2013/2013, per l’ottenimento delle detrazioni il termine ultimo per la comunicazione delle spese sostenute all’ENEA, sulle quali si può ottenere una detrazione del 55%, non è il 30 giugno 2013, ma 90 giorni dalla data di fine dei lavori.

La data del 30 giugno 2013 si riferisce al periodo entro il quale devono essere state sostenute le spese per gli interventi di riqualificazione energetica.

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Chi e quanto si può detrarre in caso di decesso del conduttore (affittuario)?

In caso di decesso del conduttore dell’immobile sul quale sono stati eseguiti i lavori di ristrutturazione edilizia sono permesse detrazioni Irpef, per spese  documentate rimaste a carico dei contribuenti che hanno, sulla base di un titolo idoneo, il possesso dell’immobile.

In questo caso la detrazione e del 36%.

Se, però, al conduttore dell’immobile subentra un erede che ha piena titolarità del contratto di locazione, il beneficio fiscale si trasmette, per intero, all’erede.

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Chi e quanto si può detrarre in caso di separazione legale?

In caso di separazione legale dei coniugi, come prevedel’art. 16-bis, comma 1, del TUIR: 

la detrazione Irpef per interventi di recupero del patrimonio edilizio in relazione alle spese documentate, sostenute ed effettivamente rimaste a carico dei contribuenti che possiedono o detengono, sulla base di un titolo idoneo, l’immobile sul quale sono effettuati gli interventi. Hanno diritto alla detrazione in questione, se hanno sostenuto le spese per interventi di recupero del patrimonio edilizio e queste sono rimaste a loro carico, il proprietario o il nudo proprietario dell’immobile, il titolare di un diritto reale sullo stesso (uso, usufrutto, abitazione), ma anche l’inquilino e il comodatario

La circolare chiarifica che la detrazione Irpef sarà a beneficio del coniuge al quale l’atto legale della separazione ha assegnato, attraverso idonei titolo, la titolarità dell’immobile sul quale sono stati effettuati interventi di ristrutturazione.

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Cedolare secca

In merito all’applicazione del regime transitorio della cedolare secca sui contratti di locazione, la circolare dell’Agenzia delle entrate esplica che per le cedolari riferite nel modello 730/2012 o UNICO 2012 (redditi 2011), ma non confermate per gli anni successivi attraverso l’apposito modello 69, e in mancanza di revoca, il regime transitorio è applicabile per il residuo periodo di durata del contratto.

L’acconto IMU peserà sugli affitti

 L’Ufficio studi della Confedilizia ha diffuso in questi giorni i dati relativi all’ ammontare degli acconti IMU che i proprietari degli immobile dati in locazione andranno a pagare con la rata in scadenza il prossimo 16 giugno.

Ne risulta dunque che per chi affitta ci saranno aumenti l’ imposta fino al 40%, che saranno applicati sia ai contratti liberi, cioè quelli con formula 4 + 4, che a quelli concordati, con formula 3 + 2 e canone ridotto.

I Comuni non subiranno alcun deficit di liquidità

E il primato italiano del rincaro, calcolato non solo rispetto all’ acconto IMU pagato l’ anno scorso, nel 2012, ma anche rispetto ai valori dell’ abolita Ici, è andato alla città di Venezia, che in soli due anni ha fatto registrare un aumento pari al 2.330%.

Per chi sarà l’acconto IMU

L’ aumento dell’ acconto Imu è in realtà dovuto ad un fattore principale: un emendamento al decreto legge sui debiti delle Pubbliche amministrazioni, approvato dalla Commissione Bilancio della Camera, ha concesso ai Comuni di non applicare più l’ aliquota base del 7,6 per mille per il calcolo dell’ Imposta Municipale, ma di utilizzare quelle stabilite dalle amministrazioni locali stesse nel 2012.

Secondo gli analisti di Confedilizia, infine, i rincari peseranno soprattutto sulle spalle dei sottoscrittori dei contratti concordati.

 

Le forze politiche discutono sull’IMU

 Si è appreso oggi, da fonti governative, che il Consiglio dei Ministri programmato per la giornata di domani, venerdì 17 Maggio, deciderà solo in merito alla sospensione della rata IMU di giugno relativa alla prima casa e non più in merito al congelamento di quella che grava sui capannoni industriali ed agricoli, come era stato annunciato in precedenza.

Rimandata la sospensione dell’IMU sui capannoni

La notizia della mancata sospensione dell’ Imposta Municipale Unica sugli immobili destinati alle attività produttive – rimandata, come hanno sempre fatto sapere fonti governative, ad un secondo momento – ha dunque suscitato le immediate reazioni delle diverse forze politiche, che hanno accolto in modo diverso la notizia in questione.

Venerdì il decreto su IMU e Cig

Questa mattina, ad esempio, i ministri e il sottosegretario del Popolo della libertà sono stati convocati nella sede di via dell’Umiltà, per una riunione dedicata proprio all’ ordine del giorno del prossimo Consiglio dei Ministri. I capogruppo del Pdl al Senato, Schifani e Renato Brunetta, hanno però poi precisato che non si è trattato di un gabinetto di guerra su uno dei temi più caldi della stagione, ma semplicemente del secondo di una serie di incontri già programmati, anche se hanno rammentato che il premier Letta si è assunto la responsabilità di affrontare questo tema.

Rimandata la sospensione dell’IMU sui capannoni

 Si apprende oggi, da fonti di governo, che la decisione dell’ esecutivo in merito alla questione del pagamento – o meno – dell’ IMU sui capannoni industriali ed agricoli dovrà attendere ancora qualche altro tempo. Nella giornata di domani, infatti, come anticipato anche in precedenza, il Governo Letta approverà probabilmente il decreto sull’ IMU, ma il testo riguarderà soltanto la sospensione dell’ Imposta Municipale Unica sulla prima casa.

Venerdì il decreto su IMU e Cig

Il Governo ha infatti deciso di approfondire il discorso relativo all’IMU degli immobili del settore produttivo e di decidere in merito ad essi solo in un secondo momento, mentre domani il Consiglio dei Ministri emetterà domani i primi provvedimenti a favore dei privati possessori di prima casa.

L’IMU sui capannoni subirà un aumento del 35%

Una delle regioni del rinvio potrebbe essere quello relativo al problema delle risorse: solo lo scorso anno l’Imposta Municipale Unica su capannoni industriali e fabbricati agricoli aveva fruttato allo Stato 6-7 miliardi di euro, una cifra davvero troppo alta da coprire in così poco tempo.

All’ ordine del giorno, però, per la seduta di domani, ci saranno comunque altri due temi di fondamentale importanza: il rifinanziamento della Cig, la Cassa Integrazione in deroga, e la decisione sugli stipendi dei ministri stessi.

Denunciare l’affitto in nero per pagare meno

 L’Agenzia delle Entrate è consapevole che molti appartamenti, oggi diffusi nel nostro paese, sono affittati in nero ma la legge mette a disposizione degli inquilini degli strumenti per denunciare la situazione illegale e iniziare a risparmiare sull’affitto.

Il fallimento della cedolare secca

Si parla di affitto in nero quando il contratto di locazione non è registrato all’Agenzia delle Entrate. I proprietari di un immobile da affittare, in genere, offrono un contratto in nero per evitare di pagare le tasse di registrazione e rendita e dicono di applicare uno sconto sul canone d’affitto.

E’ stata però lanciata una normativa, quella della cedolare secca, che consente ai proprietari irregolari di denunciare la situazione. Per usufruire della cedolare secca è necessario rivolgersi agli avvocati dell’Unione Inquilini e denunciare il proprietario. È necessario inoltre avere dei documenti particolari a disposizione, documenti capaci di attestare il domicilio dell’inquilino “irregolare” nell’immobile.

Scegliere tra cedolare secca e remissione in bonis

In pratica è necessario provare il pagamento dell’affitto con una copia del bonifico mensile del canone corrisposto al proprietario e una copia delle bollette con le utenze  intestate all’inquilino.

Denunciato il proprietario dell’appartamento si può ottenere di essere inseriti in un regime fiscale agevolato che prevede il pagamento di un canone di locazione annuo pari a tre volte la rendita catastale per quattro anni dalla data di registrazione e prorogabili per altri quattro anni.

Venerdì il decreto su IMU e Cig

 Bisognerà aspettare fino a venerdì prossimo, 17 maggio, per sapere se il decreto che renderà effettivi la sospensione del pagamento della rata IMU prevista per giugno e il rifinanziamento della Cassa Integrazione in deroga, Cig, sarà veramente approvato.

Un piano casa al posto dell’IMU?

Per ora si discute ancora su alcune caratteristiche e particolarità del testo definitivo: il Ministro dell’ Economia Fabrizio Saccomanni ha infatti dichiarato che il discreto potrebbe spingersi oltre il congelamento dell’ IMU per la prima casa, andando ad inglobare anche capannoni industriali e fabbricati e terreni agricoli, per la grande gioia del ramo produttivo italiano.

Per quanto riguarda invece la Cig, il Governo è attualmente alla ricerca di ulteriori coperture e risorse, dal momento che la strada più certa al momento, come confermato anche dallo stesso Ministro del Welfare, Enrico Giovannini, sembra essere quella di un intervento “tampone”. Un primo intervento, cioè, volto a fornire, in prima istanza, circa 800 milioni di euro, che potrà però essere integrato da una una seconda tranche, qualora il perdurare della crisi richiedesse ulteriori interventi.

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Il vero nodo di tutta la questione, dunque, sia quella dell’ Imposta Municipale, sia quella della Cig, poggia sul reperimento delle coperture, come evidenziato anche dal  viceministro all’Economia, Luigi Casero, che ha parlato di possibili tagli alle spese.

Il piano Letta per il rilancio dell’economia

 All’ indomani del ritiro di Spineto si fanno più chiare e più determinate le intenzioni dell’ esecutivo del nuovo Governo Letta in merito ai provvedimenti più urgenti da prendere per favorire al più presto un rilancio e una ripresa dell’ economia italiana.

> L’Italia deve iniziare con le riforme strutturali

Tra le prime disposizioni ad essere ratificate ci saranno senza dubbio i provvedimenti relativi alla sospensione della rata di giugno dell’ IMU – che probabilmente interesserà, sulla base degli ultimi sviluppi della questione, non solo le prime case ma in qualche misura anche le piccole e medie imprese – e il rifinanziamento della Cig, la Cassa Integrazione in deroga, la cui approvazione è attesa per questo questo venerdì.

Il Governo Letta replica il programma di Confindustria

La seconda area di interesse riguarda poi la complessa situazione del mercato del lavoro italiano. E’ intenzione del Governo, su questo fronte, continuare sulla strada delle semplificazioni e verso un sempre maggiore abbattimento della burocrazia, in modo da favorire l’ attività imprenditoriale e le imprese. Si dovrà poi risolvere il problema della disoccupazione, con l’ obiettivo di occupare almeno 100 mila giovani per cominciare. Si potranno utilizzare quindi i fondi europei per ridurre i costi per chi assume, ma l’ ok potrà venire solo dal vertice europeo di fine giugno.

Mercato immobiliare italiano ai minimi storici dal 1985

 L’ Agenzia delle Entrate, in collaborazione con l’ Abi, l’ Associazione Banche Italiane, ha recentemente pubblicato il Rapporto Immobiliare 2013, che raccoglie tutti i dati relativi all’ andamento del mercato immobiliare italiano. Andamento che, senza troppe sorprese, ha raggiunto purtroppo nel 2012 i minimi storici a partire dal 1985 nel settore delle compravendite.

Per i tedeschi la seconda casa è in Italia

Non è infatti un mistero il fatto che il mercato immobiliare italiano stia soffrendo da molti mesi i colpi impietosi della crisi economica, crisi che solo nel 2012 ha causato un crollo delle compravendite del 25,7%, con una perdita complessiva di 150 mila abitazioni rispetto al 2011 e un totale di 27 miliardi in meno di fatturato.

Mercato immobiliare italiano: il peggio è passato

Andando più nello specifico, il rapporto stilato dall’ Agenzia delle Entrate rileva che in alcune grandi città italiane come Roma, Milano, Napoli, Torino, Palermo, Genova, Bologna e Firenze, le compravendite delle abitazioni sono scese del 22,4% rispetto alle cifre del 2011 e che si sono persi, solo in relazione a questa statistica, 5,7 miliardi di euro.

Nel 2012, cioè, il numero delle abitazioni vendute in Italia è stato complessivamente pari a 448.364, con un calo maggiore, del 26,1%, delle vendite nei comuni non capoluoghi e uno leggermente minore, del 24,8%, nei comuni capoluoghi.

Bankitalia sottolinea, infine, che anche per l’ inizio del 2013 il mercato immobiliare appare dominato da una duratura flessione delle quotazioni.

Anche l’Europa paga l’imposta sulla casa

 Sono ormai diverse settimane che in Italia si dibatte sul tema e sul problema – a seconda dei punti di vista – dell’ IMU, la famigerata imposta municipale sugli immobili che proprio non è andata giù agli abitanti del Belpaese. In particolar modo, da quando si è fatto della sua abolizione uno stendardo elettorale.

Ma la cosa forse più interessante da scoprire è che le imposte sugli immobili, nella nostra civilissima Europa, non sono poi così straordinarie.  Si pagano, infatti, regolarmente, tasse sugli immobili analoghe all’ IMU nella maggior parte dei Paesi europei, ovvero, solo per fare qualche esempio, in Francia, Gran Bretagna, Spagna e Germania.

Un piano casa al posto dell’IMU?

Più nello specifico, i proprietari francesi di casa sono tenuti al pagamento della taxe foncière, mentre in Germania si paga un tributo molto simile alla nostra Imposta Municipale Unica, calcolata sulla base di una serie di indicatori. Per il Regno Unito, invece, c’è la cosiddetta «council tax», una tassa che ricade sempre sulle spalle dei proprietari degli immobili.

L’IMU sui capannoni subirà un aumento del 35%

E per quanto riguarda l’ ammontare specifico di queste imposte europee, che cosa si può dire, facendo un veloce confronto con la situazione italiana? Si può dire che, in definitiva, le imposte italiane si collocano solo a metà di quelle pagate in  Europa.

L’IMU sui capannoni subirà un aumento del 35%

 Un aumento medio del 35% su base nazionale è quello che subirà la rata IMU, in scadenza a giugno 2013, relativa ai capannoni industriali. Lo sostiene la CGIA di Mestre, che ha analizzato l’ impatto e l’ ammontare della prima rata IMU di quest’ anno nei diversi capoluoghi di provincia italiani.

Un piano casa al posto dell’IMU?

Ne è risultato, anzi, che in 38 di questi, su un totale di 101 città, gli aumenti IMU relativi ai beni industriali e agricoli subiranno un incremento addirittura del 51%.  E nella classica dei capoluoghi di provincia più cari d’ Italia dal punto di vista dell’ Imposta Municipale sono finiti La Spezia, Brescia e Taranto.

Per l’ANCE l’IMU va tolta anche su capannoni e invenduto

L’ incremento della rata sembra dovuto, a detta dei rappresentanti CGIA, all’ applicazione al tributo, calcolato sulla base di un 50% di quello effettivamente pagato nel 2012, del coefficiente moltiplicatore previsto per l’ anno 2013. All’ emergere di questi preoccupanti dati, tuttavia, gli stessi rappresentanti della CGIA chiedono al Governo di riconsiderare totalmente l’ eventuale applicazione del coefficiente moltiplicatore.

Anche il provvedimento di sospensione dell’ IMU sulla prima casa, continuano poi gli stessi, non deve trasformarsi in un aumento della tassazione sulle attività produttive, poiché i Comuni, privati del gettito derivante dagli immobili residenziali potrebbero pensare di recuperare risorse alzando le aliquote di quelli industriali.